martedì 31 luglio 2012

HITLER, CHAVEZ E IL CAPITALISMO



Per i capitalisti, per i sostenitori della globalizzazione, non esistono preferenze politiche da dichiarare.Conta solo una cosa: il profitto. Che questo profitto sia realizzato sotto un regime democratico, socialista, comunista, nazista, non fa alcuna differenza. Anche sotto uno stesso regime politico, esempio il socialismo-nazionale, i capitalisti possono in certi casi appoggiarlo e trarne profitti, in altri casi attaccarlo (con la complicità dei mass-media collusi), poichè non riescono a ricavarne i guadagni sperati.
Vi faccio un esempio di due regimi nazional-socialisti retti da due illustri rappresentanti: Adolf Hitler e Hugo Chavez
Hitler, leader del partito nazista, dichiarava di essere un socialista, ma era sottinteso che il suo fosse un socialismo “nazionale”, un socialismo solo per i Tedeschi di razza pura; Hugo Chavez, presidente del Venezuela, ha sempre proposto la sua visione di socialismo nazionale.
Dove sta la differenza tra i due allora?
Risiede nel fatto che i capitalisti (americani) abbiano fatto affari immensi con Hitler, mentre con Chavez no.


Grosse multinazionali americane si sono arricchite lavorando per il fuhrer.
La IBM, presieduta da  Thomas J. Watson, aveva insediato in Germania una sua filiale, la Dehomag; la General Motors aveva preso il controllo del più grosso produttore industriale di auto della Germania, la Adam Opel AG; e Ford aveva gettato le basi di un impianto succursale, più tardi noto come la Ford-Werke, a Colonia. La Standard Oil del New Jersey sviluppava collegamenti strettissimi con il trust Germanico IG Farben e forniva petroli ai carri armati tedeschi.

Dall’inizio degli anni Trenta, una élite di circa venti fra le più grandi corporations Americane, fra cui Du Pont, Union Carbide, Westinghouse, General Electric, Gillette, Goodrich, Singer, Eastman Kodak, Coca-Cola, IBM, e ITT  aveva rapporti con la Germania e tra queste anche molti studi legali Americani, compagnie di assicurazioni e finanziarie, e banche venivano profondamente coinvolte in un’offensiva finanziaria Statunitense in Germania; fra questi, il famoso studio legale di Wall Street, Sullivan & Cromwell, e le banche J. P. Morgan e Dillon, Read and Company, così come la Union Bank (gestita da Prescott Bush, nonno di George W. Bush) di New York, di proprietà di Brown Brothers & Harriman.
Insomma, parliamo di esponenti del capitalismo internazionale che hanno stipulato stretti accordi col "nemico" pur di realizzare profitti.
In Venezuela, invece, seppur vige un regime basato sul socialismo-nazionale, le cose stanno diversamente. Nel 1998 Hugo Chavez fu eletto presidente del Venezuela con un impressionante 56% dei voti.Una volta in carica, non cedette alla corruzione come tanti prima di lui. Onorò invece la memoria di uomini come Arbenz del Guatemala, Allende del Cile, Torrijos di Panama e Roldos dell'Ecuador,tutti assassinati o rovesciati dai servizi segreti americani.
Chavez si è opposto alle ricette della Banca Mondiale e del F.M.I. ed ha combattuto contro le politiche di privatizzazione che avevano intaccato il tessuto sociale ed economico dell’America Latina. Chavez ha nazionalizzato di nuovo molte industrie, comprese quelle del petrolio e del gas, che erano state privatizzate negli anni ’90. I proventi del petrolio venezuelano sono stati investiti in progetti volti a combattere l'analfabetismo,la malnutrizione,le malattie e altri problemi sociali.
L'8 gennaio 2007, in occasione del nuovo giuramento come Presidente del Venezuela, annunciò di voler nazionalizzare, attraverso una legge, tutte le industrie ancora in mano a privati, tra cui le aziende nazionali delle telecomunicazioni e dell'energia elettrica. L'obiettivo è stabilire "la proprietà sociale sui settori strategici". A questi annunci, manco a dirlo, seguirono le proteste del presidente americano George W. Bush e l'immediato crollo della Borsa statunitense.
Ho realizzato questa breve analisi, contrapponendo due figure presidenziali quali Hitler e Chavez, per avere lo spunto di affermare che in un paese come la Germania nazional-socialista, dove avvenne l’eliminazione dei sindacati dei lavoratori e la trasformazione della classe lavoratrice tedesca in una mansueta “massa di servitori”, i capitalisti, cavalcando le folli ideolgie di dominio militare di Hitler, riuscirono a fare enormi affari economici, mentre in Venezuela, anche'essa nazional-socialista come si dichiarava la Germania del furher, tutto ciò non è avvenuto.
Questa analisi arriva a due conclusioni: 
  • 1) i capitalisti fanno affari con chiuque, anche col nemico! Non importa che in quel paese ci sia un regime democratico, socialista o dittatoriale, quel che conta è il PROFITTO. Diventa per loro importante insediare, per "gentile concessione" dei Capi di Stato, quei processi capitalistici anche dove è pericolosissimo per il tessuto sociale realizzarli. Qualora i capitalisti non trovassero terreno fertile, ecco che si scagliano in attacchi mediatici, omicidi (vedi attentati realizzati ad Arbenz, Allende, Torrijos, Roldos, Sankara) o tentati omicidi (Chavez, Morales, Correja, tutti presidenti finora scampati ad attentati) contro chi osa opporsi alle loro strategie di egemonia economica;
  • 2) la seconda conclusione è che le ideologie politiche, incise nei manifesti della maggior parte dei partiti politici di ieri e di oggi, sono parole al vento; una volta che i rappresentanti siano eletti, sia con voto democratico sia che abbiano preso il potere con un colpo di Stato, tutto dipende dal livello di corruzione di questi e dalla loro etica che li condurrà a scendere a compromessi con i "killers economici" (i capitalisti), o se cacciarli dal proprio Paese, evitanto qualsiasi tipo di affare con essi.
I rappresentanti politici sanno bene che il capitalismo è sinonimo di morte: distrugge l'ambiente in cui viviamo; annienta i diritti dei lavoratori; lacera l'economia locale; comporta lo spostamento non solo di merci, ma anche di esseri umani; genera povertà, aggravata dal peso del debito; arricchisce pochi e genera misera per molti. Tutto il resto è una questione di scelte da parte dei governanti: se arricchirsi con i capitalisti, mandando in miseria il proprio popolo; oppure decidere di non farlo.
Salvatore Tamburro

lunedì 30 luglio 2012

EPPURE IL VENTO SOFFIA ANCORA- P.BERTOLI


URANIO IMPOVERITO? NO, STRESS DA SENTINELLA!



Il problema dei militari all’estero e l’uranio impoverito. Oltre 2000 casi di tumore tra i militari. Vediamo di capire il perché. I nostri soldati, peraltro in missione di pace, se la facevano sotto dalla paura e per questo si sono ammalati. Questa è la spiegazione ufficiale del governo. Il nesso causale è chiaro (!!!) e il Ministero indennizza.

Uranio impoverito


Ovviamente, per ricevere i soldi, devi accettare la motivazione con cui viene concesso l’indennizzo: “Il decesso può riconoscersi dipendente da fatti di servizio che risultano sussistere nello svolgimento degli incarichi assegnati, nelle condizioni estreme quali elevata tensione emotiva, continua e prolungata ipervigilanza in costante pericolo di vita nell’ambito di missioni svolte in teatro bellico, di assoluta eccezionalità e con altro rischio personale e collettivo”… “Considerato che il cumulo di tali circostanze è idoneo a compromettere le difese immunitarie, il cui deficit può favorire la crescita di una neoplasia allo stadio pre-clinico, è plausibile ritenere che il servizio abbia potuto svolgere un ruolo concausale efficiente e determinante nell’insorgenza e/o slatentizzazione del processo neoplastico”.

Insomma il militare si sarebbe ammalato, in linguaggio casermistico, da “strizza per servizio”
Con buona pace per la reputazione delle nostre Forze Armate. E si perché se i nostri militari (oggi solo di carriera) super addestrati, che devono superare tests psico-attitudinali e visite periodiche, si ammalano in una missione di pace (e non sono pochi, ad oggi si parla di più di 2.000 casi sospetti ma si sa che le patologie tumorali non si manifestano proprio il giorno dopo), non oso immaginare cosa potrebbe capitare in guerra. Una vera strage. Il nemico, poi, avrebbe buone possibilità di vincere senza neanche dover sparare un colpo.

Certo qualche domanda resta:

E i civili che si sono ammalati in condizione analoghe ai nostri soldati? Anche loro stressati dal servizio?

E per i militari e civili che si sono ammalati nei poligoni di tiro siti nella nostra penisola lontanissimi da qualsiasi missione di pace? Forse per stress da rumore?

La cosa più sorprendente di tutto ciò è che la valutazione circa la causa delle malattie è stata espressa non dal Ministero della Salute, ma da quello dell’Economia.

Ma osserviamo la cosa sotto l’aspetto giuridico.

Il problema

Per il Ministero dell’Economia (scusate se lo riscrivo ma mi diverte troppo) la concausa efficiente e determinante per l’insorgenza del tumore, nonché motivo per erogare l’indennizzo, può essere rinvenuta nella “strizza da servizio”, non nell’Uranio impoverito. Infatti il Ministero della difesa[1] continua a sostenere che non vi siano prove che l’Uranio impoverito sia causa delle patologie riscontrate nei soldati ritornati dalle famose missioni di pace, mentre la causa da strizza da servizio è sposata dal Ministero dell’Economia. Ma allora perché si sosteneva da più parti che la causa fosse da addebitarsi all’Uranio impoverito?

L’Uranio impoverito (UI o DU) è una scoria nucleare, ovvero: uno scarto delle centrali nucleari che viene utilizzato per rafforzare gli armamenti.
Trattandosi di scoria nucleare è pericoloso? Vediamo cosa dicono gli studi scientifici e… fate attenzione alle date.
I. Documento dell’aeronautica americana, ossia il rapporto sulle sperimentazioni nel poligono di Eglin in Florida, fatte tra l’ottobre 1977 e l’ottobre 1978, che mette in guardia sui pericoli dell’uranio impoverito.
II. La Royal Society (una delle più prestigiose istituzioni scientifiche inglesi) si è espressa numerose volte sulla pericolosità dell’uranio e ha stabilito tre diversi livelli di rischio:

1) esposizione alta per militari presenti all’interno di veicoli colpiti da proiettili al DU
2) esposizione mediana: militari che hanno operato all’interno o in prossimità di veicoli già colpiti
3) esposizione bassa: militari che hanno operato sottovento rispetto all’impiego di proiettili DU oppure che possono aver soggiornato in siti contaminati a livello di suolo o risospensione in aria

III. Resoconto dello Science Applications International Corporation (SAIC), inserito come appendice (D) in Kinetic Energy Penetrator Long Term Strategy Study, pubblicato a cura dell’AMMCOM nel luglio 1990: “Gli ossidi insolubili che sono stati inalati possono essere trattenuti a lungo nei polmoni rischiando di generare alterazioni tumorali dovute alle radiazioni. La polvere di uranio impoverito ingerita rappresenta un rischio radioattivo e tossicologico”.

IV. Documento dell’Army Environmental Policy Institute (AEPI), Health and Environmental Consequences of Depleted Uranium Use in the U.S. Army, pubblicato nel1995: “Gli effetti a breve termine dell’assorbimento di dosi elevate possono condurre al decesso, mentre dosi meno massicce, a lungo termine, possono produrre alterazioni neoplastiche (tumori n.d.a.)”.

Proprio a causa di tali relazioni scientifiche, negli anni, sono state emanate, a livello nazionale ed internazionale, precise norme di protezione per chi operava nelle zone a rischio:
“Le Norme NATO nel 1984

Le Norme USA per la “Restore Hope” in Somalia nel 1993
Le misure NATO per basse radiazioni nel 1996
Le disposizioni della KFOR del 22 novembre 1999
Le disposizioni dello Stato Maggiore della Difesa del 6 dicembre 1999
Le disposizioni della Folgore dell’8 maggio 2000

Come si può notare l’Italia emana precise disposizioni di sicurezza solo a partire dalla fine del 1999. Nello specifico:

V. Disposizioni di sicurezza per le forze della KFOR operanti nei Balcani in data 22 novembre 1999:

-…Evitate ogni mezzo che sospettate essere colpito da munizionamento UI o missili da crociera Tomahawk;
- Non raccogliere o collezionare munizionamento UI trovato sul terreno, informate immediatamente il vostro comando circa le aree che voi ritenete contaminate da munizionamento UI….;

- La contaminazione con la polvere UI inquina cibo ed acqua. Non mangiate assolutamente cibo non controllato;

- Particelle che fossero state inalate possono causare danni ai tessuti interni nel lungo termine;
- Se pensate di essere esposti alla polvere UI fate immediatamente un test delle urine nelle successive 24 h per analizzare la presenza U 238, U 235, U 234 e creatina;
- Il personale risultato positivo al test dovrebbe assumere agenti specifici per rimuovere il più possibile le particelle contaminate presenti nel corpo…..;
- I veicoli ed i materiali dell’Esercito Serbo in Kosovo possono costituire una minaccia alla salute dei militari e dei civili che dovessero venire a contatto con gli stessi;

- I veicoli e gli equipaggiamenti trovati distrutti, danneggiati o abbandonanti devono essere ispezionati e maneggiati solamente da personale qualificato;

- I pericoli per la salute possono derivare dall’Uranio impoverito in conseguenza dei danni dovuti alla campagna di bombardamento NATO relativamente a mezzi colpiti direttamente o indirettamente….;

- L’UI emette radiazioni Alfa a bassi livelli di radiazioni Beta e Gamma. Le normali uniformi da combattimento sono sufficienti per prevenire l’assorbimento attraverso la cute. Tuttavia la reale minaccia è rappresentata dalla possibile inalazione di UI……;

- L’UI provoca un avvelenamento da metallo pesante ed il personale deve assolutamente evitare i mezzi sospettati di essere stati colpiti da UI;

- La minima distanza di sicurezza non deve essere inferiore ai 50 mt. Se ci si deve avvicinare ulteriormente è necessario indossare maschera e guanti per evitare di assorbire la polvere radioattiva….;

- L’UI è un metallo pesante chimicamente tossico e radioattivo con un peso specifico quasi doppio rispetto al piombo….
- L’UI emette radiazioni Alfa, Beta e Gamma con un tempo di dimezzamento di 4,5 miliardi di anni. La sua pericolosità radioattiva è dovuta alle radiazioni alfa……”
- Inalazioni di polvere insolubile UI sono associate nel tempo con effetti negativi sulla salute quali il tumore e disfunzioni nei neonati. Questi potrebbero non verificarsi fino a qualche anno dopo l’esposizione

VI. Disposizioni emanate l’8 maggio 2000 alla Brigata Folgore Nembo Col. Moschin:
“La pericolosità dell’uranio si esplica sia per via chimica, che rappresenta la forma più alta di rischio nel breve termine, sia per via radiologica che può causare seri problemi nel lungo periodo. La maggiore pericolosità per il tipo di radiazione emessa si sviluppa nei casi di irraggiamento interno (contaminazione interna)”.

VII. Nelle precauzioni per l’impiego delle armi all’uranio impoverito, impartite dal Ministero dell’Ambiente in data 26.05.2000, si legge:
- verificare, attraverso misure e controlli, l’effettivo uso di proiettili al DU;
- stabilire l’estensione dell’area contaminata e se necessario delimitarla;
- raccogliere i pezzi di proiettile e confezionarli per il trasporto secondo le modalità in annesso 1 (imballaggio, trasporto e custodia di proiettili al DU);
- raccogliere campioni di matrici ambientali per i controlli di laboratorio.

VIII. Nella stessa 3ª relazione della Commissione Mandelli si afferma a pag. 21 che “esiste un eccesso, statisticamente significativo, di casi di Linfoma di Hodgkin. L’eccesso di LH nel gruppo di militari impegnati in Bosnia e/o Kosovo emerge anche dal confronto con i Carabinieri mai impegnati in missioni all’estero”.
Alcune domande.
Per la giurisprudenza, ai fini della sussistenza del rapporto di causalità, è sufficiente che l’effetto (patologia) consegua dalla causa in termini di “probabilità”. Ora, dopo le relazioni scientifiche e le norme di protezione appena viste, è più probabile che i nostri militari si siano ammalati per “strizza da servizio” o perché contaminati da UI? Se fossi un giudice non avrei dubbi su cosa ritenere più probabile. Ma allora perché il Ministero ha deciso di iniziare a concedere gli indennizzi trovando più verosimile la causa da “strizza da servizio” rispetto a quella da Uranio Impoverito?
Non sarà forse, dico forse, perché la Nato ci aveva comunicato la pericolosità dell’Uranio impoverito già nel lontano 1984 (Norme NATO del 1984 con cui l’Italia era stata informata delle norme da adottare, anche per il semplice maneggio dell’UI), ma noi ci siamo attivati solo nel dicembre del 1999 (le disposizioni dello Stato Maggiore della Difesa del 6 dicembre 1999)?
E’ un leggerissimo sospetto per carità, però c’è.
Problemi giuridici.
Si perché se venisse accettato il nesso di casualità tra l’uranio impoverito e le patologie dei nostri soldati vi sarebbero responsabilità penali e civili gravissime per le nostre istituzioni.
Infatti: la legge 626/94 di sicurezza sul lavoro, e l’art. 1 della 277/91 stabiliscono le responsabilità della antinfortunistica anche in ambito militare. Le Forze Armate sono del resto destinatarie anche degli obblighi stabiliti dall’art. 2087 c.c., come previsto dall’art. 1 della Legge 25 del 18/2/1997.

In applicazione alla normativa antinfortunistica, le forze armate hanno l’obbligo di garantire la salute e la sicurezza di tutti i militari italiani anche a mezzo dell’acquisizione di tutte le informazioni necessarie per fornire ai militari dipendenti le dovute precauzioni.
Quando tali norme vengono violate e il personale muore si è colpevoli di omicidio colposo (in questo caso plurimo) o, nel caso in cui non si arrivi al decesso, di lesioni personali colpose.
Un’altra domanda sorge spontanea: Perché mandare i nostri militari ad operare privi di protezione in aree che si sanno contaminate? Quale interesse lecito può essere più importante dell’incolumità di migliaia di soldati. Il problema poi non sono solo i tumori. L’uranio impoverito è possibile causa di numerose altre patologie tra cui anche della nascita di bambini malformati.

Ma ancora non basta.
Si legge, infatti, nelle norme di protezione che:
- la contaminazione con la polvere UI inquina cibo ed acqua;
- L’UI emette radiazioni Alfa, Beta e Gamma con un tempo di dimezzamento di 4,5 miliardi di anni.
Questo significa una cosa sola: che intere nazioni sono state contaminate per secoli. Tutta la loro acqua e tutto il loro cibo. Pensiamo alla carne, alla frutta, la verdura, il latte, ecc..
Problemi per loro e per noi. Si perché anche ai più indifferenti ed egoisti non potrà sfuggire il fatto che dalla ex Jugoslavia noi importiamo moltissimi prodotti, alimentari che consumiamo senza neanche sapere che provengono da zone contaminate da UI.

Perché tutto questo?

Ripeto la domanda: quale interesse superiore lecito ci può essere a tutto ciò?
Concludo con una affermazione tratta dal libro: “Uranio impoverito la verità” Giulia di Pietro intervista all’Ammiraglio Falco Accame (Presidente e ricercatore operativo dell’ANAVAFAF Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti, è stato presidente e vicepresidente della Commissione Difesa) scaricabile gratuitamente da questo sito: http://www.anavafaf.com/ , di cui sono state riportate delle parti in questo articolo e che consiglio a tutti di leggere e …vergogniamoci per loro:
“La legge 241/90 sulla trasparenza amministrativa che era stata concepita come una legge per rendere accessibile ai cittadini il massimo numero di informazioni si è trasformata nel suo opposto, perché attraverso i decreti applicativi è diventata una legge delle “eccezioni alla trasparenza” e quindi una legge che mira alla massima intrasparenza possibile.
Tanto da poter dire che l’Italia può essere considerata una Repubblica fondata sul segreto (per lo più abusivo!)”. di Solange Manfredi



sabato 28 luglio 2012

MESSAGGI


E' cambiato il mondo o siamo cambiati noi?

L' ITALIA DEVASTATA DAI PETROLIERI


....CON IL BENESTARE DEL GOVERNO

Italia svenduta

Concessioni di estrazione al 7 % di royalties contro l’80% di Norvegia e Libia, permettono una pacchia per i petrolieri d’assalto in Italia.
Siamo in un paese di bengodi in cui mancano controlli da parte dello Stato e dove nessuno paga mai i danni ambientali. Perforare ed estrarre in un mare chiuso significa mettere a rischio l’intero Mediterraneo, la nostra nazione.
La possibilità di perforare a 5 miglia dalla costa rende l’eventualità di un disastro ambientale una terribile minaccia incombente. Tutto ciò anche a seguito della depenalizzazione dovuta ad una legge oscena del governo Berlusconi.
Gli Usa hanno il petrolio che affiora in Texas ma lo conservano come scorta strategica. L’Italia dei Monti, dei Berlusconi e dei Bersani vuole invece la privatizzazione di ogni nostro bene in nome del libero mercato. Con buona pace di ogni anelito di sovranità nazionale. E il WTO se la ride.
Quasi tutta l’Italia è interessata alle trivelle e tuttavia ci chiediamo che valore abbia distruggere l’ambiente naturale, inquinare le nostre campagne e città per prelevare un olio quasi bituminoso a livello bassissimo di purezza, usando solventi e ritrovandoci immense quantità di micidiali fanghi di estrazione da smaltire.
E’ l’inizio di una tragica serie di disastri ambientali o sapremo opporci? Dipende da noi, dobbiamo impegnarci tutti a divulgare queste notizie, specialmente ai politici se vogliamo dare un futuro ai nostri figli. di L.Bottaro




                               

venerdì 27 luglio 2012

PESCATORI DI TRISTEZZA



"Offri al popolo gare che si possano vincere ricordando le parole di canzoni molto popolari, o il nome delle capitali dei vari Stati dell'Unione o la quantità di grano che lo Iowa ha prodotto l'anno passato. Riempi i loro crani di dati non combustibili, imbottiscili di "fatti" al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d'essere veramente bene informati. 

Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi. Non dar loro niente di scivoloso e ambiguo come la filosofia o la sociologia affinché possano pescare con questi ami, fatti ch'è meglio restino dove si trovano. Con ami simili, pescheranno la malinconia e la tristezza. 

Tratto da Fahrenheit 451

(Ray Bradbury 1920 - 2012) 

E' L'ORA DI SVEGLIARSI





giovedì 26 luglio 2012

ECCO PERCHE' NON DANNO LE NOTIZIE

 Dati Audipress Vendite Giornali Quotidiani Maggio 2012 Claudio Messora Byoblu Byoblu.com


Gli editori dei quotidiani che incassano i milioni di euro dei fondi pubblici conferiti loro annualmente dallo Stato - cioè da noi - pagano i loro collaboratori 2 euro ad articolo. Ma ancora più spesso assolutamente nulla. L'Ordine dei Giornalisti ha chiesto a circa 1000 giornalisti freelance e 4000 giornalisti professionisti di una sessantina di testate, fra cui molte nazionali, di rivelare le condizioni in cui lavorano.

 Alcuni esempi? “La Voce di Romagna”, che paga un articolo 2 euro e 50, e “Il Nuovo Corriere di Firenze”, che offre ai collaboratori forfait mensili da 50 a 100 euro. Ad entrambe le testate vanno contributi pubblici per oltre 2 milioni e mezzo di euro l'anno. “La Repubblica” (che rientra nel contributo al “gruppo l'espresso/la repubblica” di oltre 16 milioni di euro) paga 30 euro un articolo di 5000 – 6000 battute. “Il Messaggero” (circa un milione e mezzo di contributi) paga al massimo 27 euro ad articolo. L'“ANSA” paga 5 euro per ogni lancio. L'“APCOM” offre da 4 a 8 euro, ma non paga nulla nel caso in cui l'evento assegnato non si realizzi. “Il Sole 24 ore” (oltre 19 milioni di contributi l'anno) paga 50 centesimi a riga. “Libero” (5 milioni e 451 mila euro di contributi) dà 18 euro anche per un'apertura. “Il Manifesto” (oltre 5 milioni di contributi) pare non paghi alcuno degli articoli scritti dai collaboratori, neanche per le aperture.Tutto ciò dimostra come quello del giornalista freelance (la categoria che si è potuta permettere il lusso di rispondere al sondaggio) sia uno dei lavori più precari e meno retribuiti dell'intero paese. E, di conseguenza, sia sottoposta a ricatto quotidiano, per cui poi non ci si può lamentare se certe notizie non vengono date, o vengono date in cinque righe e mezza a pagina sette. Gli editori infatti si inchinano schettinamente alle richieste del governo di turno, per non perdere il pingue finanziamento, mentre le grandi firme del giornalismo si guardano bene dal mettere in risalto le cose scomode per non perdere il posto molto ben retribuito. Dulcis in fundo, i collaboratori non possono permettersi scoop o rivelazioni perché ricattati con contratti capestro. Sembra che il coraggio sia ormai una prerogativa per soli blogger.

 Ecco perché sarebbe stata importante la proposta di legge dell'Onorevole Meloni, che prevedeva l'istituzione di una “commissione specifica” per impedire che le testate sfruttassero i giornalisti precari e non applicassero retribuzioni adeguate, escludendo i trasgressori dai contributi pubblici. Ecco perché questa legge sarebbe stata un caposaldo per l'inizio di una nuova trasparenza dell'informazione e per garantire giustizia sociale sui posti di lavoro. Ecco perché, dopo essere stata approvata dalla Camera, di questa stessa legge è appena stata fatta carta straccia al Senato, per la meritoria opera demolitrice di Elsa Fornero. 

 L'Italia è piena di giornali di partito, di corrente o di condominio che campano con i soldi dei contribuenti e riempiono le loro redazioni di giovani e meno giovani, precari e sottopagati, mantenendoli sotto la soglia della povertà per meglio servire le istanze del Governo di turno. Molti di questi “Editori" da due euro al pezzo, magari, pagano anche con un anno di ritardo. Oppure, dopo un certo numero di articoli "pagati" (si fa per dire), pretendono tutti gli altri pezzi a titolo gratuito. Altri, invece, danno al massimo forfait mensili di 50 - 100 euro. Intanto Luigi Gubitosi, neo d.g. Rai, viene stipendiato con 650mila euro l’anno, sempre per la famosa storia della “spending review”.
 Di Stefano Davidson


http://www.byoblu.com

CERTO CHE SEI "STRANO"!



Certo, andare contro il pensiero corrente, è scomodo e facilmente dà diritto alla  patente di "strano". E' persino ovvio che ad affibbiare tale giudizio possano essere coloro che hanno da tempo mandato il cervello all'ammasso e si beano asetticamente felici nello status quo delle  verità ufficiali, ma che, a considerare "strano" chi trae conseguenze logiche e razionali dall'analisi delle dinamiche politico-sociali, siano i compagni di strada e di avventura è perlomeno curioso.
Si dirà: queste sono le naturali differenze che esistono tra gli esseri umani, e ciò è indubbiamente vero anzi, guai se così non fosse, ciò che disturba e rende la cosa di difficile accettazione è la leggerezza con cui si abbandona il confronto e la discussione adducendo motivazioni del tipo:...Ah con te è inutile parlare, tanto sei un idealista, cioè "strano".
Strano è che, quando si parla della crisi del modello unico iper liberista che ci sta strangolando e su cui tutti siamo d'accordo,e, si ipotizza il suo superamento adottando anche strumenti che non siano quelli della futile dialettica ammessa da questa democrazia virtuale, ci si trovi di fronte a un lungo, articolato ma ormai mandato a memoria elenco di motivi per cui sarebbe opportuno non forzare la mano: trovare il compromesso, aspettare tempi migliori, tanto lo fanno lo stesso, ecc. ecc.Oh, intendiamoci, io, in alternativa, non sto ipotizzando l'uso di mezzi sovversivi o violenti di brigatistica, memoria ma di atteggiamenti che dal privato passino al sociale e viceversa, che siano coerenti e non comprensivi di mediazioni al ribasso.
Ad esempio rispetto alle posizioni di un Marchionne che disidice unilateralmente un contratto nazionale e ne propone un altro aziendale infinitamente peggiore dicendo ai lavoratori e ai sindacati: "O accettate o un calcio nel sedere e via", sono perfettamente d'accordo con le posizioni della Fiom che ha rifiutato, su queste basi, il dialogo e il compromesso. Anche perchè il dialogo si può fare "inter pares", non tra ricattati e ricattatore. Ed è quello che accade ormai costantemente in tutti gli ambiti in cui ancora si manifestano sacche piccole o grandi di resistenza. Si forza costantemente e scientificamente la mano per eliminare quel poco di diritti e dignità conquistati in passato. Di fronte a questo stato di fatto che senso ha avallare per cercare di mitigarne gli effetti , le scelte della politica e dell'economia, se poi il risultato, come dimostrano gli ultimi vent'anni, è comunque devastante per i lavoratori, ma direi più in generale, per gli esseri umani. Che senso ha contestare un modello di sviluppo e di società e, poi, accettarne passivamente le dinamiche e le scelte.Si dirà: questa è la democrazia,. Falso! La democrazia non è consegnare nelle mani di pochi eletti le chiavi delle vite di tutti apponendo (quando lo si fa) una croce su un simbolo. Democrazia è partecipazione attiva e consapevole, la delega che si attiva con le elezioni non è nè eterna nè priva di limiti.
Quando si vanno a toccare i gangli vitali del corpo sociale con riforme epocali non si può delegare, si deve essere criticamente e attivamente partecipi nelle forme e nei modi che sono ancora possibili.
Non può essere certo sufficiente mettere un "mi piace" su qualche post di Facebook o condividere link che criticano o denunciano le malefatte di lor signori, bisogna metterci la faccia ed essere pronti anche a rimetterci qualcosa di proprio senza per questo essere martiri od eroi.
Cambiare si deve e si può e, come ripeto spesso, cominciamo a cambiare noi stessi, cominciamo ad essere tutti un pò più "strani" e forse qualcosa comincerà a cambiare anche intorno a noi.

MIZIO

giovedì 12 luglio 2012

ALLARME PARCHI



A rischio dieci dei piu’ grandi parchi italiani. Cemento, asfalto, installazioni militari, ma anche centrali eoliche, cave e deforestazione sono alcune delle minacce a queste aree protette. La denuncia e’ dell’associazione ambientalista Italia Nostra, che ha presentato un dossier sulle 10 aree piu’ pregiate e insidiate, lanciando un appello agli italiani: “quest’estate andate a visitare i parchi e segnalateci degrado, disfunzioni e criticita’”. I dieci parchi a rischio sono il Parco delle Alpi Apuane, il Parco dello Stelvio, il Parco Sud Milano e Parco del Ticino, il Parco archeologico dell’Appia Antica, i Parchi della Calabria (Sila e Pollino), i Parchi del Delta del Po, il Parco delle Cinque Terre, il Parco geo-minerario della Sardegna, il Parco della Sughereta di Niscemi in Sicilia, il Parco della Collina di Torino. Mancanza di controlli e violazione delle zone di protezione speciale, carenza della formazione del personale dei parchi, modifiche alle varie leggi sui parchi regionali, la mancanza di trasparenza sulle nomine nei consigli direttivi dei parchi, i frequenti ricorsi ai commissariamenti e gli scarsi finanziamenti sono, secondo l’associazione, i pericoli più insidiosi per i parchi. Italia Nostra punta anche il dito sui finanziamenti alle aree protette, che “hanno subito negli ultimi anni pesanti e costanti tagli” (attualmente sono pari a 70 milioni di euro all’anno). Allarmanti i dati sui fondi destinati alle Aree marine protette che in 10 anni sono diminuiti del 70%.L’associazione ricorda che oltre il 20% del territorio italiano e’ coperto da aree protette.
“L’intreccio di patrimonio naturale, paesistico, storico e artistico – dichiara Alessandra Mottola Molfino, presidente di Italia Nostra – è un tutt’uno che deve essere tutelato. Le continue interferenze dell’uomo, con insediamenti di ogni tipo, dalle grandi opere che rompono le reti e i corridoi ecologici, alle infrastrutture invasive, impongono un’inversione di tendenza. Il futuro dell’Italia è di tornare a essere il ‘giardino d’Europa’”. (ANSA).

L'ITALIA DIVENTI UNA BANCA

Da Stato italiano a Italia Bank ltd, per moltiplicare i profitti. Una provocazione, ma non troppo


 

Recessione, spread, disoccupazione? Ecco come venirne fuori, in un attimo e senza sacrifici. Aboliamo l’Italia. Tutto qui. Chiudiamo una volta per tutte lo Stato, con tanto di inno e bandiera, e trasformiamoci in una banca. Ecco alcuni dei primi vantaggi.

1. L’Italia ha dovuto inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione. Le banche non hanno nessun vincolo del genere.

2. Per eludere i pochi accordi esistenti (vedi Basilea), le banche possono cartolarizzare i loro attivi e spostarli nel sistema bancario ombra. Basterebbe quindi spostare metà del debito pubblico italiano in un sistema statale ombra, per avere per magia un rapporto debito/Pil al 60% e rientrare nei parametri di Maastricht.

3. Prima ancora, mentre gli Stati si sono impegnati al 60% di rapporto debito/il, molte banche europee lavorano tranquillamente e da anni con leve finanziarie superiori anche a 40 a 1, ovvero con debiti che sono il 4.000% del loro patrimonio.

4. Secondo le nuove regole europee, se l’Italia non rispetta gli impegni va punita e multata. Nessuna banca responsabile della crisi ha ad oggi pagato un euro di multa.

5. Le banche hanno ricevuto liquidità illimitata all’1% dalla Bce. Gli Stati per finanziarsi devono rivolgersi ai mercati, ai tassi decisi dagli speculatori. Per statuto, la Bce non può aiutarli.

6. Non è solo la liquidità della Bce. Le banche in difficoltà vengono inondate di soldi. Quanti aiuti europei sono diretti a contrastare la disoccupazione o sostenere il welfare? Il vertice di fine giugno ha previsto 120 miliardi di euro per tutta l’Ue, in gran parte soldi già stanziati. Bruscolini rispetto alle migliaia di miliardi ricevuti dalle banche dal 2008 a oggi.

7. Soldi, aiuti e piani di salvataggio per le banche arrivano senza nessuna condizione, né a bloccare la speculazione, né su cosa finanziare (ad esempio le rinnovabili e non i combustibili fossili). Nel caso (molto più raro e difficile) in cui gli Stati ottengano qualche aiuto, al contrario, questo arriva a condizioni durissime, com’è avvenuto in Grecia nei mesi scorsi.

8. Le banche possono immettere nel sistema quantità illimitate di denaro, in particolare grazie ai derivati, che oggi rappresentano oltre il 70% del circolante. Agli Stati aderenti all’euro è proibita l’emissione di denaro.

9. Da mesi stiamo combattendo per abbattere lo spread e ridurre il tasso sui titoli di Stato. Le banche il tasso se lo fissano da sole, manipolandolo all’occorrenza (per informazioni, rivolgersi alla Barclays).

10. L’unico obiettivo degli Stati è quello di dare fiducia ai mercati e di compiacerli. Al contrario banche e finanza non hanno nessun vincolo e nessun impegno verso governi o cittadini. Devono unicamente massimizzare i propri profitti.

Per riassumere, da Stato italiano a Italia Bank Ltd., e da domani si fa festa. Finché le cose vanno bene moltiplichiamo i profitti, quando vanno male, per continuare a garantire profitti in doppia cifra e alimentare la speculazione basta spremere i cittadini e il pubblico. Ah, già, quale pubblico?

Andrea Baranes

www.ilmanifesto.it

venerdì 6 luglio 2012

IL FATTO DELLA REINCARNAZIONE




In una società e in un momento storico in cui si mette in discussione tutto e cadono tabù millenari, forse è ora di cominciare ad non avere remore o preclusioni ideologiche e precostituite rispetto ad argomenti che, sono stati da sempre relegati, nell'ambito delle superstizioni e assimilate tout-court agli interessi, spesso molto materiali e poco spirituali, delle varie religioni. Ognuno di noi prima o poi si pone lw fatidiche domande: chi sono, da dove vengo, dove vado e perché? Cercarne le risposte non è segno di debolezza e neanche di voler sfuggire i problemi del mondo, anzi! Essi spesso appaiono più chiari e motivano ancor di più nel tentativo di risolverli.
Di seguito un articolo che mi ha colpito per la chiarezza e la semplicità nell'argomentare, cosa non sempre rintracciabile in un mondo (quello della ricerca spirituale) popolato di ciarlatani e venditori di fumo (come tutto il resto d'altra parte) . Mizio




  
Chiamo questa considerazione "il fatto della reincarnazione" e non "la teoria della reincarnazione" perché difficilmente si possono trovare dinamiche più documentate di questa.

La reincarnazione è il nocciolo comune di tutte le religioni antiche o moderne, sebbene alcune se ne siano momentaneamente dimenticate. E' anche uno degli aspetti più innovativi delle moderne terapie psicologiche. Oltre che essere del tutto compatibile con le leggi della fisica.

Che la reincarnazione sia presente nella religione buddhista ed in quella induista lo sanno tutti. Pochi sanno invece che essa siapresente nell' Islam, nel cui libro sacro, Il Corano si dice: 

"Signore, ci hai fatto morire due volte e ci hai dato la vita due volte. 
Confessiamo i nostri peccati: c'è una via per uscirne?" (40°11)

E questo è l'Islamismo exoterico, ossia quello delle masse. Lo Islamismo esoterico invece, il Sufismo, ne fa esplicita menzione.

L'Ebraismo exoterico non ne parla, ma la Cabala - da cui l'Ebraismo è nato - contiene questo principio, e qualunque cabalista lo confermerà.
L'esistenza della reincarnazione ai primordi della religione cristiana è argomento su cui verte una forte polemica, non fosse altro perché i cristiani di oggi negano con forza questa connessione. 

Fatto sta che essa fu condannata nel 553 dc durante il Concilio di Costantinopoli, convocato non da una figura religiosa ma fortemente voluto dallo Imperatore Giustiniano. Si può presumere che questo si muovesse per motivi politici più che per amore delle verità teologiche.

Dopo la sconfitta dello Gnosticismo da parte del Cristianesimo istituzionalizzato nello impero romano, la corrente che discendeva da Origene, uno dei padri della chiesa, che conteneva nei suoi insegnamenti la dottrina delle rinascite, fu così dichiarata eretica.

Nella Bibbia però è contenuto (tra gli altri) questo frammento:  

“La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetizzato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire.  Chi ha orecchi intenda. Allora i discepoli gli domandarono: “Perché dunque gli scribi  dicono che prima deve venire Elia? Ed egli (Gesù) rispose: “Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non  lo hanno riconosciuto; anzi, lo hanno trattato come hanno voluto.” Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista." (Mt 17, 10-13)

Da qui si potrebbe desumere che Gesù, che per sua stessa ammissione parlava per parabole così che ognuno carpisse solo ciò che era pronto a ricevere, conoscesse questa dottrina. Il che appare ancora più evidente se si prendono i vangeli "apocrifi" quelli cioè scartati dai costituendi poteri ecclesiali con metodi molto discutibili (si dice che abbiano messo tutti i vangeli disponibili sotto ad un tavolo, dopodiché abbiano pregato lo Spirito Santo affinché ne scegliesse quattro ispirati da lui e li ponesse durante la notte sopra al tavolo durante la notte ... quel che non si dice invece è chi tenesse la chiave della stanza).


I Fratelli Rosa+Croce - tra le più importanti correnti esoteriche/mistiche del Cristianesimo - nel libro "Cosmogonia dei Rosacroce" espongono così la loro dottrina, confutando in modo arguto le altre:
"Ogni grande legge della natura deve necessariamente essere in armonia con tutte le altre. Sarà perciò utile che lo studioso esamini queste teorie in relazione con ciò che generalmente si ammette come « leggi riconosciute della natura », come vengono osservate in quella parte dell'universo che ci è familiare. 

Le tre teorie in questione sono le seguenti:

I. - La teoria Materialistica, la quale sostiene che la vita è un viaggio dalla culla alla tomba, che la mente è il risultato di certe correlazioni della materia, che l'uomo è la più grande intelligenza del Cosmo e che la sua intelligenza perisce col disintegrarsi del corpo dopo la morte.

II. - La teoria Teologica, la quale asserisce che ad ogni nascita una nuova anima entra nell'arengo della vita, direttamente dalla mano di Dio, passando da uno stato invisibile, attraverso la porta della nascita, alla esistenza visibile; che alla fine di un breve periodo di vita nel mondo materiale se ne va attraverso la porta della morte nel mondo invisibile dal quale non farà ritorno; che qui la sua felicità o la sua sofferenza è decisa in eterno dalle sue azioni compiute nel brevissimo periodo di tempo che intercorre fra la vita e la morte.

III. - La teoria della Reincarnazione, la quale insegna che ogni Spirito è parte di Dio e racchiude tutte le possibilità divine come il seme racchiude la pianta; che per mezzo di ripetute esistenze in un corpo terrestre suscettibile di graduale perfezionamento, le possibilità latenti sono lentamente sviluppate in potenza dinamica; che nessuno si perde durante questo processo; ma che tutta l'umanità raggiungerà da ultimo la meta della perfezione e della riunione con Dio.

La prima di queste teorie è monistica. Tende a spiegare tutti i fatti dell'esistenza come processi nell'ambito del mondo materiale. Le altre due teorie si accordano nel lorodualismo, ossia esse ascrivono alcuni dei fatti e delle fasi dell'esistenza ad uno stato super-fisico invisibile, ma differiscono largamente su altri punti.
Se studiamo la relazione che intercorre fra la teoria materialistica e le leggi conosciute dell'universo, troviamo che la continuità della energia è altrettanto bene stabilita quanto la continuità della materia e che né l'una né l'altra hanno bisogno di delucidazione. 
Sappiamo anche che materia ed energia sono inseparabili nel Mondo Fisico. Ciò è contrario alla teoria materialistica la quale ritiene che la mente perisca con la morte. Se nulla può essere distrutto, neppure la mente può essere distrutta. 

Inoltre sappiamo che la mente è superiore alla materia, poiché modella i lineamenti del viso così che questa diviene un riflesso o specchio della mente. Abbiamo scoperto che le molecole del nostro corpo cambiano continuamente; che almeno una volta ogni sette anni avviene un mutamento in ogni atomo di materia che lo compone. Se la teoria materialistica fosse corretta, la coscienza dovrebbe essere sottoposta a un radicale cambiamento con nessuna memoria di ciò che precedette, e l'uomo non potrebbe perciò ricordare un qualsiasi evento per più di sette anni. Sappiamo che così non è. Noi ricordiamo gli eventi della nostra infanzia. Molti dei più banali incidenti, anche se dimenticati dalla coscienza ordinaria, sono stati distintamente ricordati nella visione della vita trascorsa, da persone in procinto di annegare che hanno raccontato l'esperienza dopo essere state salvate. 

Esperienze simili, in stato di trance, sono pure comuni. La teoria materialistica è incapace di spiegare queste fasi di sub e super-coscienza. Essa le ignora. Allo stato attuale delle ricerche scientifiche, quando scienziati eminenti hanno stabilito senza alcun dubbio l'esistenza di questi fenomeni, cercare di ignorarli è molto imbarazzante per una teoria che pretende di risolvere i maggiori problemi della vita, anzi la Vita stessa.

Possiamo dunque liberamente passare dalla teoria materialistica  - che è inadeguata a risolvere il mistero della vita e della morte - alla teoria seguente.
Una delle più serie obiezioni alla dottrina teologica ortodossa è la sua  insufficienza. 

Delle miriadi di anime che sono state create e che hanno abitato su questo Globo dal principio del Mondo, anche se tale principio datasse da non più di seimila anni, lo insignificante numero di 144.000 anime deve salvarsi!

1. Il resto dovrà essere torturato per l'eternità. Il diavolo trionfa. Non si può fare a meno di dire con Buddha: «Se Dio permette una tale calamità Egli non può essere buono, e se non può impedirla non può essere Dio».

Nulla nella natura si attaglia ad un metodo di creazione cui fa seguito la distruzione. Si afferma che Dio desidera che tutti siano salvati e che Egli è contrario a ogni distruzione avendo per la salvezza di tutti dato «il Suo proprio Figlio», e tuttavia questo «glorioso piano di salvezza», non riesce a salvare!

Se un transatlantico con duemila anime a bordo annunziasse con radio-messaggio che sta per affondare ad alcune miglia dal porto, sarebbe forse un « glorioso piano di salvezza » che un veloce motoscafo capace di salvare solo due o tre persone fosse mandato in suo soccorso? Certamente no! Vi sarebbe piuttosto da denunciarlo come un «piano di distruzione» se non si provvedessero dei mezzi adeguati per la salvezza della maggior parte dei naufraghi.

Ma il piano teologico di salvezza è molto peggiore di questo, perché due o tre su duemila è una proporzione immensamente più grande della ortodossa teoria teologica di salvare solamente 144.000 delle miriadi di anime create.

Possiamo tranquillamente rigettare anche tale teoria come non corretta perché irragionevole. Se Dio è onnisapiente deve avere ideato un piano molto più efficace. Egli lo ha fatto, e quella su accennata è solo una teoria per teologi. L'insegnamento della Bibbia è molto diverso, come vedremo in seguito.

Consideriamo ora la dottrina della Reincarnazione che presume un lento processo di sviluppo, condotto con inflessibile persistenza attraverso numerose reincarnazioni, in forme di crescente efficienza per le quali tutti sono, col tempo, portati ad una elevatezza di splendore spirituale che per ora non ci è possibile concepire.

Non vi è nulla di irragionevole né di difficile ad accettare tale teoria. Guardando intorno a noi troviamo ovunque nella natura questo sforzo nella ricerca della perfezione in maniera lenta, ma persistente. Non troviamo alcun improvviso processo di creazione o di distruzione come il teologo afferma; ma troviamo «Evoluzione».

L'Evoluzione «è la storia del progresso dello Spirito nel Tempo». Ovunque, vedendo intorno a noi i fenomeni dell'universo, ci rendiamo conto che il sentiero dell'evoluzione è una spirale. Ogni sua spira è un ciclo. Ogni ciclo si immerge nel seguente, poiché le spire sono continue, ogni ciclo essendo il prodotto perfezionato dei precedenti e il creatore degli stati più perfetti che gli succedono.

Una linea retta non è che l'estensione di un punto. Non occupa che una dimensione nello spazio. La teoria del materialista e quella del teologo sarebbero simili a questa linea. Il materialista fa cominciare la linea della vita dalla nascita e, per coerenza, l'ora della morte deve terminarla. Il teologo comincia la sua linea con la creazione dell'anima appena poco prima della nascita. Dopo la morte l'anima continua a vivere e il suo destino è irrimediabilmente determinato dalle azioni di pochi brevi anni di vita. Non c'è nessun ritorno per correggere gli errori. La linea continua diritta, essa implica un minimo di esperienza, e nessuna elevazione per l'anima dopo la morte.
Il progresso naturale non segue una linea retta come queste due teorie implicano, e nemmeno un sentiero circolare, poiché questo equivarrebbe ad un ciclo infinito delle stesse esperienze e l'uso di solo due dimensioni nello spazio. Tutto si muove in cicli progressivi, e per ottenere il massimo vantaggio da tutte le occasioni di avanzamento offerte dal nostro tridimensionale universo, è necessario che la vita evolventesi segua il sentiero tridimensionale (la spirale), che va sempre avanti e verso l'alto.

E poco più avanti:

Ovunque la spirale: avanti, verso l'alto, per sempre!
E' mai possibile che questa legge, così universale in ogni regno, non operi nella vita dell'uomo?
La terra si risveglierà ogni anno dal suo sonno invernale, gli alberi e i fiori vivranno nuovamente, mentre l'uomo dovrà morire? Ciò non può essere!

La stessa legge che risveglia la vita della pianta per una nuova crescita, risveglierà lo essere umano a nuove esperienze per avanzare sempre più verso la perfezione.Perciò la teoria della Reincarnazione, che postula ripetute incarnazioni in veicoli gradatamente perfezionantisi, è in perfetto accordo con la evoluzione e con i fenomeni della natura, mentre le altre due teorie non lo sono.

Considerando la vita da un punto di vista etico, troviamo che la legge della Reincarnazione accoppiata alla legge di Conseguenza, dalla quale è inseparabile, è la sola teoria che soddisfi il nostro senso di giustizia, in armonia con gli eventi della vita come li osserviamo intorno a noi.

Il motivo per cui nel Cristianesimo essoterico questa dottrina sia stata omessa ci viene sempre spiegato dai R+C con le seguenti parole:

Tutte le altre religioni non hanno fatto che tendere verso la religione cristiana. Esse erano religioni di razza e contengono solo in parte ciò di cui la religione cristiana abbonda. Il vero Cristianesimo Esoterico non è stato ancora pubblicamente insegnato e nemmeno lo sarà fino a che l'umanità non avrà superato la fase materialistica e diventerà capace di riceverlo. La legge della Reincarnazione e quella di Conseguenza sono state insegnate sempre segretamente, ma per il diretto comando del Cristo stesso come vedremo, queste due leggi non sono state pubblicamente insegnate nel Mondo Occidentale durante gli ultimi duemila anni.

Perchè:

Frattanto l'uomo era penetrato sempre più a fondo nella materia. Il suo antico corpo etereo aveva formato lo scheletro ed era divenuto solido. Aveva anche gradatamente perduto la percezione spirituale che possedeva nelle precedenti Epoche. Così doveva essere. La riacquisterà quando avrà raggiunto uno stadio più elevato insieme con l'autocoscienza, che allora non possedeva. Aveva però durante le prime quattro Epoche una maggiore conoscenza del Mondo spirituale.

Sapeva di non morire; sapeva che quando un corpo si dissolveva era come una foglia che si secca in autunno: un altro corpo sarebbe venuto a prendere il suo posto. Egli non era perciò veramente capace di apprezzare le opportunità e i vantaggi di questa vita terrena di esistenza concreta.

Ma era necessario che si rendesse ben conto della grande importanza di questa esistenza concreta onde imparare da essa tutto ciò che era possibile. Finché egli si sentiva cittadino dei Mondi superiori, e sapeva con certezza che la vita fisica non è che una piccola parte dell'esistenza reale, non prendeva la cosa abbastanza seriamente. Non si applicava a coltivare le opportunità di progresso che si trovano solamente nell'attuale fase di esistenza. Sprecava il suo tempo senza trarre profitto dalle risorse del mondo, come oggi fanno, per la stessa ragione, gli abitanti dell'India.

Il solo modo col quale si poteva risvegliare nell'uomo un apprezzamento dell'esistenza fisica concreta, era il privarlo della memoria della sua più elevata esistenza spirituale, per alcune incarnazioni. Così durante la sua vita terrena, l'uomo non conosce positivamente che la sua vita fisica attuale ed è perciò portato ad applicarsi seriamente per viverla.

Prima del Cristianesimo erano esistite religioni che avevano insegnato la dottrina della Reincarnazione e la legge di Conseguenza, ma era venuto il tempo in cui non conveniva più al progresso dell'uomo che egli conoscesse questa dottrina, e l'ignorarla veniva considerato una forma di progresso. Questa sola vita doveva essere la vita per eccellenza.

Perciò la religione cristiana non insegna pubblicamente le leggi di Conseguenza e della Reincarnazione. Ciò nonostante, siccome il Cristianesimo è la religione delle Razze più progredite, esso deve essere la più progredita religione, e a causa della eliminazione di questa dottrina dai suoi insegnamenti pubblici, la conquista del mondo della materia sta compiendosi da parte delle Razze Anglo-Sassone e Teutonica presso le quali questa fase è stata portata più innanzi.

Questi riferimenti potrebbero bastare per capire che nel mondo religioso la reincarnazione è trattata come un fatto. Ma abbiamo detto che questo è vero anche per alcuni campi del mondo scientifico

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Ci sono le indagini di Jim Tucker, trattato in un articolo qui; e poi ci sono i libri di Brian Weiss, e di molti altri psicologi che curano fobie e altri problemi tramite l'ipnosi regressiva
La lettura che Weiss fa del fenomeno - scoprendola in modo quasi fortuito durante le sue terapie - è la seguente: dopo la morte, e dopo un soggiorno in un luogo di raccolta / espiazione l'anima si trova con dei 'Maestri' per formulare il piano della vita futura, dove lavorerà per correggere i vizi e coltivare le virtù che ha parzialmente acquisito nella vita precedente. 
Inutile dire che è esattamente ciò che sostengono tutte le correnti esoteriche. I Maestri di cui parla Weiss non sono diversi dalla "Gerarchia dei Maestri" che espone Madame Bailey nei suoi libri. Ed è pari pari la dottrina dei Rosacroce o degli induisti.
La Dottrina, appunto.
Quella dottrina che unita a quella del karma, ci tiene legati a questo piano.
Perché questo è il punto fondamentale: la reincarnazione non è solo la prova che vivremo per sempre, ma è anche un esame che noi ci ostiniamo a non voler superare.
Il premio è quello che i buddhisti chiamano "Nirvana", l'unione con l'assoluto.  
Se questo fosse vero provate a riflettere sulle varie sfide che la vita ci presenta, sulle minacce e sui complotti, sui complottatori e sul ruolo che essi svolgono in questo pianeta.
di Synthesis