giovedì 24 aprile 2014

AL LUPO AL LUPO! GRILLO E TSIPRAS


Il sempre crescente successo e visibilità che i mass media conferiscono al movimento 5 stelle e al suo mentore Grillo è perlomeno sospetto e si presta a diverse chiavi di lettura. La prima e più semplice è che essendo una novità assoluta nel panorama politico non si può fare a meno di dar loro spazio e visibilità, ma dietro se ne possono intravedere altre forse meno chiare e insospettabili. Grillo e il M5S con il loro sentimento anticasta la loro maniacale applicazione di principi e metodi dettati dal barbuto comico genovese, evidentemente rispondono ad un sentimento condiviso da molti cittadini e ne rappresentano l'espressione visibile ma in questo  non sono stati certo nè i primi nè gli unici..
Facciamo un passo indietro, in senso storico, movimenti d’opposizione in Italia non sono mai mancati e, anzi, in questi ultimi anni si sono moltiplicati e hanno assunto connotazioni diverse. Dai movimenti secessionisti, (Lega e similari) a quelli più genericamente definiti dell’anti-politica (che tra l’altro è anch’essa un modello di politica), un po’ più lontani e distanti nel tempo e nella percezione i movimenti di sinistra e/o antagonisti.
La reazione del “sistema” rispetto questi movimenti è stato diverso e rapportato a seconda di chi manifestasse il dissenso. Quindi grande visibilità e tolleranza a suo tempo alla Lega e ai suoi epigoni, via via assimilati e integrati all’interno del sistema stesso, intolleranza e minimizzazione rispetto a movimenti riconducibili alla sinistra sociale e politica che assurgeva agli onori della cronaca solo in occasione delle sonore manganellate democratiche di cui veniva generosamente condita qualsiasi manifestazione piccola o grande, con l’apoteosi raggiunta durante il G8 di Genova.
A differenza della tolleranza e, verrebbe da dire, compiacimento, che si manifesta attualmente nei confronti del M5S.
Dov’è la differenza? E’ solo perché i militanti grillini , in genere, sono bravi, lindi e pinti a differenza dei militanti di sinistra sporchi barbuti e cattivi? Forse, ma non solo e non principalmente.
La verità sta nella diversa percezione del pericolo rappresentato dai diversi movimenti. Alla fin fine il M5S non rappresenta un’alternativa all’attuale impianto sociale, ne pretende solo una sua applicazione più etica e morale, chiedendo il sangue (metaforico) di una classe politica incapace e corrotta sostituendola con i suddetti soldatini bravi, tranquillizzanti e più onesti.
Avete forse visto manifestazioni di piazza dei grillini per il lavoro e i lavoratori? Li avete visti nei movimenti per il diritto alla casa? Non mi pare, li vediamo, però sempre, durante le riprese televisive inveire e manifestare all’interno dei palazzi del potere ad uso e consumo delle telecamere. E se vengono sanzionati con una squalifica per i loro eccessi in qualche seduta parlamentare, vengono incensati e presentati come nuovi eroi e perseguitati politici. Vorrei ricordare loro di parlare, finchè c’è n’è qualcuno ancora in vita, con qualche partigiano e oppositore politico che ha conosciuto carcere, esilio e torture altro che saltare due sedute parlamentari.
Quindi il movimento grillino si presenta come anticasta ma non antisistema. Sono a favore delle privatizzazioni e liberalizzazioni, sono contro la tassazione delle rendite e della patrimoniale (redistribuzione della ricchezza), sull’Europa hanno una posizione che cambia a seconda dell’interlocutore di turno. Allora a cosa serve veramente un movimento come quello di Grillo e co.? Ovvio, a veicolare il malcontento depotenziandolo, e ,inoltre, a poter gridare al lupo, al lupo e riproporre da parte di qualcuno, lo schemino semplice semplice,  ma sempre efficace del “voto utile”. Prima era: votate me se no vince Berlusconi, adesso sarà votate me se no vince Grillo. Con questa logica in Italia abbiamo fatto estinguere e sparire i partiti e i movimenti che rappresentavano oltre la denuncia, anche una pericolosa (per loro) alternativa e non solo un’ alternanza di governo con i risultati che sappiamo.
Ora con le elezioni europee si ha una ulteriore possibilità di rappresentare un’alternativa all’idea d’Europa dominante e non sono ne i grillini ne i movimenti antieuropei (direi anche antistorici) che vanno per la maggiore ed è la lista “L’Altra Europa con Tsipras” l’unica a detta degli osservatori anche non organici al movimento, a portare un’idea d’Europa veramente alternativa e innovativa.
Ma dovrete impegnarvi a cercarla per avere sue notizie visto che mass media daranno pagine, immagini e megafoni a chi griderà "Al lupo al lupo" 
Ad maiora


MIZIO 

sabato 5 aprile 2014

L’ITALICUM E LA LISTA TSIPRAS



Il sistema proporzionale è l’unico in grado di rappresentare veramente gli elettori. Non a caso il Parlamento europeo è eletto con il sistema proporzionale. E l’Italia ha conosciuto il miracolo economico degli anni ’50-60 anche grazie al sistema proporzionale adottato dalla costituente.
Il sistema proporzionale è sempre stato, storicamente, un baluardo da difendere della sinistra nelle sue varie versioni. Cambiare questo principio significa tradire alla base la propria appartenenza politico- storica.
Negli ultimi due secoli la sinistra, socialista, marxista e comunista, ha sempre sostenuto l’utopia democratica egualitaria. Tutti, ricchi e poveri, donne e uomini, contadini e latifondisti, istruiti e analfabeti, operai epadroni, devono avere pari diritto di voto e di rappresentanza.
 Mentre il principio maggioritario e i collegi uninominali, nati (non a caso) nella monarchica Gran Bretagna, sono sempre stati promossi dalla destra storica. Infatti il maggioritario, come dice la parola, crea e rafforza le maggioranze relegando ai margini della vita politica le minoranze.
Ora, in Italia, sull’onda emotiva di una delle tante crisi create, la necessità di un’accentuazione in senso maggioritario è stata ed è soprattutto, utilizzata ad arte come alibi. Si è tentato, già nel passato, con il referendum sul sistema elettorale, in cui solo una sparuta minoranza (14%) ha tentato di opporsi, di far passare il messaggio che, se le cose non si sono fatte o, sono state fatte male., la responsabilità è stata di un sistema che permetteva l’esistenza e la rappresentatività, anche di partiti e movimenti minoritari.
La mistificazione non poteva essere più infame, ma grazie all’enorme battage mediatico che spinge (in modo disinteressato?) in tal senso l’opinione pubblica si tenta di capovolgere la lettura della storia e delle responsabilità nelle italiche vicende.
Si ritiene, dunque, che il Italia la responsabilità delle ruberie e del malgoverno siano delle sparute forze che si sono opposte in questi anni alle ingiustizie e allo stupro delle regole democratiche o non ricadano, invece, sulle spalle di chi questo paese lo ha (mal)governato negli scorsi decenni spesso con maggioranze notevoli?
Chiunque sano di mente e dotato di un minimo senso critico non avrebbe dubbi a rispondere, invece le stesse forze e le stesse persone responsabili dello sfascio attuale, stanno tentando (e ci riusciranno purtroppo) un golpe ai danni della democrazia, accreditandosi, con il nuovo sistema elettorale proposto (Italicum), di un potere ancor più grande che nel passato e, soprattutto, senza il fastidio di un opposizione reale, pur presente nel paese.
Io, per natura, non tendo a dare molto credito alle teorie complottiste, ma tali disegni eversivi (si eversivi!) sembrano obbedire a tentativi di condizionare le società, i popoli, le persone in misura molto maggiore di quelli che che sono i normali e naturali  limiti imposti dal vivere in comunità organizzate.
Chi garantirà i giovani, i lavoratori, le minoranze quando il potere di chi governa non sarà mediato e condizionato da forze minoritarie ma interpreti degli interessi dei più deboli? Chi denuncerà, con cognizione e conoscenze, le malefatte stando fuori dal palazzo?
Io qui non faccio una questione di Renzi si, Renzi no, perché tale lettura della società, pare affascinare e coinvolgere molti settori della stessa a cominciare da quelli finanziari ed economici. Ma mi chiedo, e chiedo a tutti noi, è un prezzi giusto e etico da pagare la rinuncia al confronto e alla rappresentanza, sale stesso della democrazia, in nome di un (im)probabile aumento dello 0,1/0,2 del PIL? Sapendo, tra l’altro, che la crisi si potrebbe affrontare e risolvere in ben altra maniera, ma di questo adesso non voglio parlare.


La sinistra, quella vera, quella che riempiva le piazze, quella dei diritti, quella della difesa della democrazia, quella celebrata e rispettata quando è morta, ignorata e vilipesa quando è attiva dov’è? Non è ora di uscire dal guscio del mugugno e dell’autoreferenzialità, dal rancoroso sentimento d’impotenza e riprovare ad essere protagonisti e non vittime sacrificali?
C’è un’occasione storica, (forse l’ultima): la lista Tsipras per le europee. Non facciamola cadere, critichiamola, denunciamone i limiti e i rischi ma proviamoci, chissà che magari stavolta si riesca a fare qualcosa di buono. Non seguiamo I Vendola, I Ferrero o i duri e puri di turno, seguiamo il nostro istinto, il nostro cuore, il nostro sentirsi compagni, anche se su fronti apparentemente diversi, facciamo nostro il motto “un passo indietro per farne due in avanti. Smettiamola di spaccare il capello in quattro per dimostrare che solo noi avevamo ragione, visti i risultati dovrebbe essere chiaro per tutti che tale esercizio è perdente.
Il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) comprendeva personalità e idee diverse per origine e per obiettivi, ma la consapevolezza di dover unire le forze per contrastare e battere il fascismo diede vita a una delle poche stagioni gloriose vissute dall’ Italia.
Bene, pensiamo che oggi i pericoli siano minori e che non vi sia questa necessità? Solo perché oggi ancora si può esprimere “liberamente” la propria opinione non vuol dire che i pericoli per la democrazia e la libertà siano minori. Non si usa più il manganello e l’olio di ricino, questo è vero (anche se non sempre),  ma la disinformazione e il condizionamento pianificato a tavolino sono meno dolorosi ma altrettanto, se non più, efficaci nel controllare e tenere sotto ricatto le masse.
Compagni, rimbocchiamoci le maniche, ritroviamoci in territori neutri, riscopriamo ciò che ci accomuna e lasciamo in disparte ciò che ci divide, insomma ripartiamo, per discutere e confrontarci tra noi avremo e troveremo sicuramente i tempi e i modi per farlo.


MIZIO

giovedì 3 aprile 2014

SALVARE L' ORSO MARSICANO, MISSIONE IMPOSSIBILE?

A parole, la salvezza dell’Orso marsicano sembra la più affannosa preoccupazione di tutti, ma in realtà nell’ultimo decennio le goffe azioni condotte da politici, burocrati, tecnocrati e accademici hanno prodotto soprattutto enormi sperperi di danaro, molti danni e pochissimi fatti concreti. Si vocifera che siano stati spesi dai 15 ai 25 milioni di fondi europei o di altra provenienza (un’inchiesta è in corso), ma con quali risultati? Vediamoli. Anzitutto, orsi attratti con esche a base di pollo e pesce, diventati troppo confidenti, viziati, vulnerabili e potenzialmente pericolosi.
Poi, mandrie incontrollate di “vacche sacre”, invadenti ogni alto pascolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, nella piú sovrana indifferenza generale. Inoltre, numerose esche avvelenate ripetutamente disperse, non a caso, lungo gli itinerari percorsi dalla fauna protetta. Soppressa, senza valide ragioni, la campagna alimentare, che da 33 anni tutelava i plantigradi nel periodo autunnale di iperfagìa. In sostanziale disfacimento il presidio del territorio, un tempo assicurato con servizi notturni, festivi e contnui apporti di volontariato. Infine, oltre una cinquantina di orsi perduti, nelle circostanze più diverse, negli ultimi 12 anni.
Un salvataggio che sembra quindi assumere sempre piú il carattere di una vera “missione impossibile”, almeno se non cambieranno radicalmente il governo, la strategia e i protagonisti di questa battaglia, oggi senza dubbio una delle più significative nel quadro della conservazione della natura. E si profila già un pericolo più subdolo: perché qualcuno cerca di insinuare l’idea che gli orsi siano ormai condannati senza scampo, e quindi tanto varrà rinchiudere i pochi superstiti in un confortevole zoo (magari denominato “bioparco”), per allevarli con cura e farli riprodurre. Sarà semplice coincidenza, ma una delle ultime uscite dei nuovi “salvatori” data di appena qualche settimana fa, e sembrerebbe muovere proprio in questa direzione. Autorevolissimi esperti convenuti da varie parti d’Italia e dall’estero hanno partecipato a questa straordinaria corsa per la scoperta dell’acqua calda: accorgendosi che gli orsi potevano davvero essere allevati facilmente, e magari anche riprodotti, in cattività. Partendo anzitutto da quegli individui che, come spesso avviene, vengono occasionalmente salvati o recuperati, ma non sono più autosufficienti, e quindi sarebbe impossibile rilasciarli. Ma che splendida idea, si dirà. Peccato però che tutti dimenticano – o fingono di dimenticare – che un progetto del genere esisteva già negli anni Novanta, era stato positivamente avviato e si erano reperiti anche i fondi per completarlo…

E perché mai non se ne fece nulla? Le cronache riferiscono che venne improvvisamente interrotto, senza valide ragioni, all’inizio del Terzo Millennio: così come fu bloccata la campagna alimentare, e non andarono avanti gli studi su eventuali inseminazioni artificiali, ricondizionamento dei cuccioli alla vita selvatica e banche del seme. Un vero peccato! Altrimenti già oggi avremmo potuto festeggiare i primi orsacchiotti restituiti alla vita selvatica nelle valli del Parco a più alta protezione, e seguire il lento ma sicuro incremento della popolazione dell’animale più straordinario e minacciato della nostra fauna.
Purtroppo questi, in un’Italia come l’attuale, che pare votata all’autodistruzione, restano soltanto bellissimi sogni. La realtà è assai meno confortante, resta quella che tutti viviamo e conosciamo, e sarebbe inutile continuare a lamentarsi, se non si è capaci di cambiare nulla. Ma gli interrogativi incalzano, sia consentito porre almeno i più pressanti: 1. Ma si è mai visto un Paese dove in poco tempo vengono massacrati una cinquantina di individui dell’animale più raro, e non viene individuato alcun colpevole? 2. Ma è possibile che di fronte alla continua dispersione di veleni nel Parco e dintorni le autorità non abbiano saputo reagire in modo efficace e definitivo? 3. Ma si è mai sentito che in un parco a parole superprotetto centinaia di vacche semibrade, portatrici di ogni disturbo e rischio sanitario, vengano lasciate vagare liberamente per anni anche nelle parti più riservate alla fauna? 4. Ma come mai le interrogazioni al Parlamento Europeo, le indagini da questo aperte, le lettere e le sollecitazioni al Ministero sono rimaste tutte senza esito né risposta?


Un cucciolo salvato da morte sicura viene allattato: potrà crescere e riprodursi in cattività?