lunedì 14 luglio 2014

LA MENZOGNA


Tutti lo sanno, tutti lo denunciano tutti però, poi, si allineano alla corrente di pensiero che diventa verità assoluta.
Ciò accade in politica, in economia, nello sport  Nella religione un pochino  meno perché lì si parte già da un assunto non dimostrabile, se non con un atto di fede.
Quindi la menzogna, chè di questo sto parlando, più della verità, più della giustizia, come via maestra da percorrere per raggiungere il fine ultimo del tutto: il potere.

“Coloro che vincono, in qualunque modo vincano, mai non ne riportano vergogna” ”Governare è far credere”,
“Sono tanto semplici gli uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare.” (Machiavelli)

Ecco, dopo cinquecento anni dal “Principe”, ancora ci pregiamo di usare le stesse armi.
Si parla per amor di verità usando specularmente la menzogna, si confondono menti semplici (in questo non è cambiato poi troppo da allora) con cifre e statistiche di difficile se non impossibile valutazione da parte del singolo. Si usano tali strumenti per forzare e indirizzare il pensiero creando ad arte il casus belli che giustifichi una reazione.
Si cerca lo slogan per vendere meglio il proprio prodotto, ci si forma nelle scuole di comunicazione, perché l’importante non sarà cosa comunichi ma come.
Per stare alla politica, prima non è che non si alterasse la verità, ma c’erano, comunque,  le scuole di partito che formavano e proponevano i migliori nell’analisi della società e nel guidare i movimenti verso il naturale traguardo che, ovviamente, era condiviso in base a scelte ideali ed ideologiche.
Oggi che tutto il pensiero collettivo è stato plasmato per leggere la realtà attraverso gli stessi parametri truccati dai gestori del mondo, per vendere il proprio prodotto si è passati a promuovere se stessi. In questo i Renzi, i Berlusconi, i Grillo sono senz’altro dei campioni.
Apparentemente sono in contrasto ma fondamentalmente adottano lo stesso standard comportamentale. Per non parlare, poi, dei servi sciocchi di tali personaggi, tutti plasmati ad uso e consumo dell’immagine imposta dal capo e dagli standard comunicativi.
Spesso se non si sapesse prima a quali degli schieramenti appartengono si farebbe molta fatica a capire da che parte provengano, talmente simili sono le pose, gli ammiccamenti gli atteggiamenti stereotipati
La prima grande menzogna condivisa da tutti è quella imposta dal potere finanziario del liberismo economico che parametra il valore della vita umana in base a quanto vali economicamente. Da questa visione trascende tutto ciò che stiamo vivendo, la povertà dilagante, la speculazione finanziaria che schiavizza e lega ai suoi meccanismi miliardi di persone e interi continenti, la giustificazione della politica a non poter intervenire in quei meccanismi, come fossero imposti per divino volere e non gestiti da poteri occulti, ma del tutto umani. La svendita di secoli di lotte e conquiste delle masse immolate sull’altare del profitto quasi fine a se stesso.
Nello stesso momento si favoriscono a intermittenza, invece, le libertà in campo civile, cosa sacrosanta, ma che non mette assolutamente in discussione l’architettura complessiva anzi, ne rafforzano le fondamenta creando consenso a costo zero.
Altro archetipo sempre attuale è la menzogna usata per giustificare le guerre che, cento volte su cento, è propagandata dagli aggressori per giustificare il proprio intervento. Basti pensare all’incidente di Gleiwitz che diede l’alibi a Hitler per l’aggressione alla Polonia, o all’incidente del Tonchino che giustificò l’intervento americano in Vietnam fino ai nostri giorni con le guerre in Medio oriente, fino all’ultimo capitolo delle stragi israeliane  a Gaza come risposta al barbaro omicidio di tre ragazzi che si è stabilito, a prescindere, in assenza di prove fossero responsabili tutti i palestinesi compresi donne e bambini  nelle scuole e negli ospedali.
La menzogna, quindi, ha guidato e continua a guidare l’umanità non sappiamo se più cieca o più stolta, e coloro che denunciano e gridano contro tale assurdo sistema sono sistematicamente tacciati di utopisti sognatori, visionari o, nei casi peggiori, pericolosi sovversivi.
Tutto questo per dire che viviamo in una situazione di sospensione della verità creata ad arte, in una realtà che è più virtuale dei sogni dei poeti, un videogame in cui ci costringono a giocare sapendo già che i vincitori saranno sempre loro, perchè loro ne detengono le leve e ne stabiliscono le regole. A noi sarà concesso, al massimo di sopravvivere e di considerarci fortunati se non ci sopprimono allorchè non siamo più utili e funzionali al gioco
In questo quadro la domanda più difficile cui dare risposta anche se la più logica e consequenziale è: "cosa fare?"
Marx nella metà del XIX sec, aveva provato ad analizzare la società dell’epoca con occhi diversi ed aveva trovato una chiave di lettura che immaginava possibile un cambio di rotta in quello che sembrava un inarrestabile e immutabile destino del mondo industrializzato dell’epoca.
Lo stesso mondo che ora è cambiato e che si dice non possa essere più letto con gli stessi occhi di allora ma che, comunque, mantiene inalterate, le stesse ingiustizie e le stesse menzogne che usava il padrone ottocentesco per tenere schiavi e vincolati ai propri interessi i propri operai.
Non è stato certo l’unico, anche nel messaggio cristiano e nell’azione pratica di molti appartenenti alle varie religioni si è sentito lo stesso bisogno di verità, la stessa voglia di combattere contro il prepotere e l’ingiustizia, che poi servi sciocchi e/o prezzolati hanno messo al servizio sempre del più forte.
I sognatori, i visionari, hanno, da sempre tentato di migliorare il mondo, i pragmatici e i realisti interpreti del loro pensiero, mortificandolo e modificandolo con la menzogna  “pro domo sua”, lo hanno costantemente peggiorato.
Ad maiora

p.s. molti troveranno questa analisi troppo semplice e non troppo approfondita con dotte citazioni o analisi statistiche, ecco rispondo dicendo che era proprio ciò che volevo dimostrare: la verità è molto più semplice della menzogna che ha bisogno sempre di troppe parole e di troppi bizantinismi per risultare, alla fine, incomprensibile ai più.


MIZIO

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