martedì 1 dicembre 2015

DISASTRO AMBIENTALE IN BRASILE. PEGGIO DI CHERNOBYL

Purtroppo continuano a giungere conferme su quello che potrebbe essere il peggior disastro ambientale dell'America Latina e tra i peggiori anche per l'Atlantico meridionale, un evento già trattato in un articolo del 24 Novembre (leggi) su cui vi diamo qualche altro ragguaglio. Il 5 Novembre scorso in Brasile due dighe contenenti vari milioni di rifiuti di scarto da operazioni minerarie sono crollate.

Uccelli che sorvolano la marea tossica

A quanto pare i responsabili sarebbero la ditta anglo-australiana Bhp Billiton e la brasiliana Vale, entrambi colossi delle miniere. Secondo quanto riportato, parte la responsabilità sarebbe da imputare alle gravi inadempienze in termini di manutenzione e sicurezza operate dalle ditte: nessun piano di evacuazione, nessun protocollo per far fronte alle emergenze. Un disastro annunciato, visto che l'ultimo rapporto che denunciava i rischi delle dighe-rifiuti risale al 2013.
La fanghiglia tossica ha causato la morte di 17 persone e costretto altre centinaia ad abbandonare le proprie abitazioni. Sessanta milioni di metri cubi, finiti nel Rio Doce che dopo aver contaminato tutto quello che incontravano sul loro percorso il 22 Novembre scorso hanno raggiunto l'Atlantico. Tra le principali vittime di questo disastro ci sono gli indiani Krenak, il popolo indigeno che vive sulle rive del fiume contaminato. Il fango è dappertutto, e avvolge pesci ed altri animali morti.

Ma il peggio dovrà ancora arrivare, lo sversamento nell'oceano atlantico di questo fango altamente velenoso avrà un impatto ambientale equivalente alla contaminazione di una foresta tropicale delle dimensione del Pantanal brasiliano, hanno spiegato gli esperti, e potrebbero volerci 100 anni per ritornare a una situazione di normalità. Un disastro di proporzioni mondiali 
Carlo Migliore.


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