sabato 27 febbraio 2016

CONTRO NATURA



Il voto recentissimo sulle unioni civili al senato e sullo stralcio della parte riguardante le adozioni dei figli del partner non legalmente sposato ha visto un ampio dibattito sul concetto di naturalità rispetto alle cosiddette scelte che sarebbero state, secondo loro, contro natura nel caso di approvazione.
Questo, senza voler entrare in un’analisi sulla giustezza o meno del provvedimento in se’, può innescare tutta una serie di valutazioni, di eguale o superiore valenza, sul concetto di naturalità e le sue implicazioni nella vita di tutti i giorni.
Immagino, ad esempio che, i difensori delle scelte pro natura siano perlomeno altrettanto coerenti e responsabili in tutte le scelte della loro vita.
Li vedo alzarsi al mattino dal loro giaciglio ricavato adattando e levigando una roccia all’interno di una confortevole caverna naturale e reso più accogliente con paglia e fieno raccolto nei campi circostanti. Li vedo fare una robusta e soddisfacente colazione con latte di muflone selvatico (chè l’allevamento è, ovviamente contro natura) e qualche bacca o germoglio frutto di gioiose ricerche nei boschi.
Lavarsi sommariamente con acqua piovana raccolta in piccoli bacini naturali rompendone il ghiaccio d’inverno e scavandone il letto durante la siccità per trovarne un poco in profondità.
Li vedo incamminarsi a piedi ricoperti di pelli di animali morti naturalmente (chè anche l’uccisione  di altri esseri è, ovviamente, contro natura). Li vedo rifiutare qualsiasi veicolo trainato con forza animale o (orrore) con propulsione derivante da motori frutto di ricerche contro natura della scienza.
Li vedo rifiutare l’istruzione pubblica o privata per i propri figli, in quanto, bastante la naturale trasmissione di esperienza delle generazioni precedenti.
Li vedo quando cadono vittime di malattie più o meno gravi, avvalersi di sciamani e guaritori con impiastri e intrugli a base di erbe, rifiutando di essere curati da medici che utilizzano medicine e strumenti diagnostici o terapeutici innaturali.
Li vedo copulare sempre e comunque con intento esclusivo e naturale della riproduzione.
Li vedo rifiutare l’adorazione di un Dio rappresentato in terra da gente vestita in maniera bizzarra e che si diletta spesso con considerazioni comprensive e tolleranti nei confronti dei rapporti (naturali?)  di alcuni di loro, persino con bambini.
Li vedo appoggiare e difendere la loro terra, il loro mare, il loro territorio da qualsiasi devastazione derivante da scelte contro natura di un distorto concetto di sviluppo.
Ecco, quando faranno ciò, o, perlomeno, una gran parte di questo, potremmo ragionare con loro sul concetto di contro natura o meno. Sino ad allora rimarrà sempre più valido e applicabile il concetto di rispetto e libertà e il diritto di lottare ed impegnarsi per questo.
Ad maiora


MIZIOI.

venerdì 12 febbraio 2016

ATTENTI AL LUPO

 Risultati immagini per lupi

In un’Italia in cui non esistono piani paesaggistici che non siano suscettibili di varianti, parchi i cui limiti e le cui competenze non possano essere riviste, in cui si privatizza anche il mare per ricerche petrolifere, in cui ci sono 40.000 morti l’anno per causa dell’inquinamento ambientale. Un’ Italia in cui le falde acquifere si stanno progressivamente impoverendo e inquinando, in cui i fiumi ospitano più sacchetti di plastica e altri agenti inquinanti che pesci o crostacei, in cui il territorio agricolo e naturale viene consumato a ritmi insostenibili, qual è il grande, vero e unico pericolo?
Ovviamente il lupo, che perde il pelo ma non il vizio di voler continuare la sua dieta di carnivoro, non piegandosi alle mode che lo preferirebbero vegano.
Quindi, a fronte di qualche pecora o capra immolata sul desco della bestia feroce (rimborsate in molte regioni con indennizzi pubblici), si progetta un piano di abbattimento dei suddetti famelici animali.
Negli anni ’70 i lupi in Italia erano stimati in un numero intorno ai cento esemplari, si rischiava di perdere un importante testimone della ricchezza faunistica nazionale. Attraverso campagne di stampa e informazione da parte di associazioni ambientaliste e di salvaguardia, venne piano piano ridefinita l’ immagine del lupo che, da crudele mangiatore di bambini delle fiabe, ritornava ad essere quello che in effetti è. Un animale timido, elusivo, minacciato e che non aveva mai rappresentato un pericolo per gli esseri umani, se non sul piano economico per qualche pastore.
Venne quindi avviata un’operazione di salvaguardia del lupo e del suo habitat naturale, operazione portata ad esempio in molti paesi per il successo ottenuto.
Il lupo dal suo areale residuo nel Parco d’Abruzzo e in Calabria ha progressivamente riconquistato gli antichi territori, risalendo la catena degli Appennini fin sulle Alpi e addirittura cominciando a sconfinare nei paesi vicini (dove, a onor del vero, nonostante la fama di civiltà di quei paesi, vengono presi a fucilate appena se ne manifesta la presenza).
Si calcola che il numero attuale di lupi presenti in Italia sia di circa mille esemplari, distribuiti lungo tutta la catena appenninica e parte di quella alpina. Uniche regioni che non ne registrano la presenza sono la Sardegna e la Sicilia.
Quindi, pur comprendendo la rabbia e il danno subito da qualche pastore, non sembra logico che anziché un’opera d’educazione e di conoscenza, come fatta in Abruzzo negli anni ’70, che portò, nel tempo, ad un rispetto e ad una convivenza pacifica, si pensi a piani di abbattimento fatti, poi in base a quale ponderato studio a da chi, non si sa.
Molto più semplice introdurre le stesse forme d’indennizzo, anche in quelle regioni che non ne prevedono, accanto a tecniche di dissuasione e difesa delle greggi sperimentate con successo in altre parti d’Italia.

D’altra parte un piano selettivo d’abbattimento, e non solo di lupi, è già operante. Difatti sono circa 300 i lupi che ogni anno vengono abbattuti dai bracconieri  o che finiscono sotto le ruote di auto e treni.

Risultati immagini per lupi morti

Inoltre, non conosco i dati, ma credo che siano molto più numerose le pecore o altri animali d’allevamento che muoiono in incidenti stradali o comunque provocati dall’uomo, rispetto al piccolo prelievo operato dai lupi, eppure non ho mai visto mobilitazioni popolari o di istituzioni progettare piani d’abbattimento programmato di auto e camion.
Ad maiora


MIZIO