mercoledì 30 ottobre 2019

MIZIO, MI CHIAMO MIZIO

Ci sono più cose tra gli spazi bianchi tra le righe che nelle parole scritte.


Questo autunno che resiste all'inverno e continua a strizzare l'occhio all'estate, ha la caratteristica di addolcire e rendere piacevolmente morbidi momenti che altrimenti,sarebbero intrisi solo della malinconica attesa dei prossimi giorni di poca luce.

Non sembra quindi fuori posto l'abbandonarsi al fluire dei pensieri che, liberi come mille rivoli d'acqua montani, gocciolano, si cercano, si rincorrono fra le rocce quasi anarchici, sfrontati, irriverenti fino ad unirsi e fondersi in pensieri più grandi. Tutti di corsa verso mete sconosciute ma terribilmente attraenti. Fino a dissolversi nei grandi fiumi, laghi o nell'immenso mare. Sempre se prima non si siano persi cadendo in fessure tra le rocce che li porteranno, dopo lunghi percorsi in tubi a dissetare intere città. Il tutto con lo sguardo sognante, perso nell'infinito orizzonte,  rappresentazione in cui l'universo  tenta di rappresentare anche il tutto il tuo limitato mondo. L'attenzione allentata, la ragione che sembra essersi messa di lato, lasciando spazio e protagonismo all'anima, quella bella, pulita, sognante.
Ciao”. “Oh Madonna, e che diamine, mi hai fatto prendere un colpo!”
Sussultando mi volto dalla parte della voce, senza però vedere nessuno, se non dopo aver abbassato lo sguardo. Seduto su un sasso che, più o meno, poteva assolvere ad una funzione di seduta non troppo scomoda, almeno per un bambino! E già, perchè all'improvviso era arrivato questo bambino a rompere un momento che stava per diventare magico nella sua dolcezza evocativa addirittura di stati prossimi all'illuminazione mistica o alla follia allucinatoria.
Ciao, Maurizio” ripete,
Ciao piccolo ci conosciamo? Sei forse figlio di qualcuno che conosco? Come ti chiami?”
Mizio. Mi chiamo Mizio”
Mizio? Ma tu guarda che combinazione! E'' un nome che mi è caro da sempre, ma tu pensa! Comunque, non mi sembra di conoscere nessuno che abbia dato questo nome al proprio figlio. Chi sei? Dove abiti? E' quasi ora di cena, che fai in giro da solo a quest'ora?”
“Tranquillo, non sono mai solo, anche se troppo spesso ho la terribile sensazione di esserlo veramente”.
Scusami, che stai dicendo? Non hai una casa, una famiglia? Ti sei perso? Vuoi che chiami i tuoi... o la polizia?”.
No. Ma quale polizia, mamma mia! Sempre tragico e portato all'esasperazione eh? Non Sei mai cambiato molto, da questo punto di vista!”
Continuo a non capire. Intanto cerca di dirmi chi sei altrimenti la polizia la chiamo sul serio. Non lascio un bambino da solo in un posto così isolato, che col buio potrebbe diventare anche pericoloso. 
Dai, smettila di giocare e dammi il numero dei tuoi, così li chiamo. O al limite, dimmi dove abiti che ti accompagno.”
Calmati e cerca di ragionare. Mi vedi forse spaventato? Smarrito? Confuso? Non mi sembra di averti dato questa impressione. In verità, mi sembri più confuso tu. Io sono tranquillo. Sono solo un po', anzi di più, amareggiato e, ti dirò, anche un pelino arrabbiato.”
Mi dispiace per te, piccolo. Ehm, scusa, ma questo non cambia di una virgola le cose. Devi dirmi chi sei, dove abiti e perchè sembri, o pensi, di conoscermi, mentre io credo, anzi ne sono sicuro, di non averti mai visto”.
Certo che pensi e sei convinto di non avermi mai visto. Ti dirò, per maggiore precisione e per tua maggiore chiarezza, che tu abbia dimenticato, non di avermi visto, perché questo potrebbe essere vero, ma addirittura di conoscermi. Troppo spesso hai guardato e continui a guardare fuori, altrove. Sei sempre stato preso da questioni di interesse relativo, dimenticando e lasciandoti alle spalle cose, forse più importanti”.
Ma che stai dicendo. Ma come ti permetti!. Ma senti questo, arriva, compare dal nulla, mai visto e conosciuto e spara sentenze. Le cose importanti? La mia famiglia, i miei figli, mia moglie, anche se con qualche errore, sono sempre stati in cima ai miei pensieri. A loro ho dedicato gran parte della mia vita. Per quanto mi è stato possibile ho cercato di non far mancare loro nulla. Se qualche volta non ci sono riuscito non è stato per mancanza di volontà ma per l' impossibilità a farlo. Ma...ma poi perchè dovrei dare spiegazioni sulla mia vita privata a un....un cavolo di bambino signor nessuno, figlio di nessuno, che non abita da nessuna parte. Ma falla finita su! Senti io mi sono quasi stufato. Se fossi stato più grande già ti avrei mandato a quel paese e ti avrei lasciato qui.”
Tanto non sarebbe certo la prima volta che lo faresti”
Che intendi? Che cosa avrei già fatto? Continui ancora con queste accuse infondate e calunniose. Ma che diavolo vuoi da me? Senti, sta facendo quasi buio. O ti decidi alla svelta, a dirmi chi sei e cosa vuoi o chiamo la polizia e lascio che ci pensino loro. Anzi avrei dovuto già farlo.”
“Mamma mia, capoccione eri e capoccione sei rimasto. Pensi di aver capito tante cose ma dimostri di non aver capito quasi nulla. Ti riconosco la capacità di essere curioso, sincero nelle tue aspirazioni ideali e con la giusta dose di ingenuità... L'ingenuità, si quella nobile, quella che la maggior parte degli altri riconosce come la valenza negativa del fesso. Quella che ti espone alle fregature, alle delusioni e ancor più spesso alla solitudine, Quella peggiore, quella animica.”
Aspetta, aspetta, Ma che ragionamenti fai,? Non sono adatti alla tua età... A proposito quanti anni hai?”
A che ti serve sapere la mia età? Comunque, se proprio vuoi conoscerla, sappi che nessuno meglio di te la conosce”!
"Ma che stai dicendo? Perchè mai dovrei conoscere la tua età. Non ti conosco. Non conosco i tuoi. E' la prima volta che ti vedo. Ah, credo d'aver capito! Non è che , per caso, tu voglia insinuare qualcosa di infamante? Se fosse così, sappi che sono assolutamente sicuro di non avere figli sparsi in giro. Anzi, se dovessi insistere sappi pure che sono pronto a fare tutte le prove del DNA immaginabili e, subito dopo a far partire denunce, querele e richieste di risarcimento danni per chi ti ha messo in testa certe cose. Vai, vai, diglielo a chi ti manda. A questo punto neanche mi interessa più sapere chi sei e di chi sei figlio. Chiamo la polizia e amen.”
Ma smettila. Ma quale figlio! Ma che pensi di stare in una soap opera di bassa lega? Ma vuoi che non sappia che nella tua visione di vita fedeltà e correttezza sono sempre state prioritarie? Che hai sempre preferito un eventuale rimpianto al sicuro rimorso? Comunque, tranquillo, non sono tuo figlio. Al massimo, parlando di parentela potrei definirmi, forse, tuo fratello”.
Fratello? Eh certo, perchè così diventa tutto più chiaro. Un bel fratellino di cinquant'anni più giovane fatto e concepito col pensiero da chi, purtroppo non c'è più e tutto diventa comprensibile. L'unico fratello che ho avuto, purtroppo se n'è andato anche lui molti anni fa e, detto fra noi, neanche ti somigliava.”
Oh signur! Sembra proprio che stai perdendo la capacità di essere attento e anche intuitivo. E' abbastanza ovvio che fratello fosse un'iperbole. Ma avresti capito di più se ti avessi detto che sono una parte di te? Che sono stato sempre con te? Che addirittura posso quasi essere considerato te, che altrimenti saresti incompleto? Ovviamente, credo proprio di no.”
No, no, aspetta aspetta! Fermiamoci un attimo. Credo di aver bisogno di sedermi anch'io. Non so se comincia a mancare di più l'aria o la ragione. Ripensandoci, già una volta anni fa, mi capitò di avere un assurdo dialogo con quella che poi si qualificò come essere la mia coscienza. Non ho mai saputo accettarlo razionalmente. L'ho messo e lasciato tra le tante cose inspiegabili, senza spiegazione e risposta, che ci accompagnano nella vita fin dalla nascita e che chiamiamo coincidenze, fortuna, caso o allucinazione. Però diciamolo che forse, nella sua assurdità, era addirittura un pochino più credibile rispetto quello che stai affermando tu. Lui era uguale a me, praticamente un gemello. Tu, invece, che c'entri? Sei un bambino. Un bambino molto particolare, anche molto sveglio e intrigante, te lo riconosco senza fatica. Ma sei pur sempre un bambino...un...Mizio. Hai detto di chiamarti Mizio, vero?”
Sei sveglio eh? Si mi chiamo Mizio. E indovina chi mi ha dato questo nome? Dai anche con la tua lentezza di comprendonio e la tua cocciutagine ci puoi arrivare. A questo punto non dovrebbe essere troppo difficile persino per te”.

Beh, MIzio mi chiamavano da piccolo, Mizio mi chiama mia moglie. Come Mizio firmavo le poesie e i disegni adolescenziali. E a Mizio lascio spesso l'onere di esprimere considerazioni quando ho la necessità di essere più libero nell'esporre qualcosa. Quando voglio essere svincolato da doveri e visioni condizionate e condizionanti.”
Ecco ci siamo! Io sono quel Mizio! In questo senso posso dire tranquillamente che non solo sono un parte di te, ma che senza di me anche tu non saresti completo.  Menomato di una parte più che importante. Risponde al vero che io senza te non potrei esistere, ma tu senza di me semplicemente non saresti tu! Io sono la tua parte fanciullesca, ingenua, sognatrice, utopista. Quella che tenta sempre, da una vita di condizionare e riequilibrare l'altra parte. Quella pubblica, seria, realista. Quella legata a ruolo e posizione. Io sono quello che ti permette, quando tu me lo permetti, di interpretare i vari ruoli della tua vita in modo leggero, salvaguardando la serietà di fondo, ma senza scivolare nella barbosa seriosità. Cosa non sempre, e non da tutti capita e apprezzata. A te è toccata la scena pubblica, sei la parte visibile di te... o, per meglio dire, di noi. Sei quello che cresce e adesso, quadrati, pure quello che comincia ad invecchiare. Sei quello obbligato dal ruolo a fare scelte e a interpretare un ruolo in questa gigantesca commedia dell'assurdo che chiamiamo vita”.
Ok, credo di essere sufficientemente preparato anche alle cose più improbabili. Credo che nulla, o quasi, mi possa sorprendere o destabilizzare più di tanto. Però ti confesso che, se non è una sorpresa in assoluto, non è neanche, ti assicuro, una cosa semplice da capire e accettare. Spero tu mi possa capire.E a questo a questo punto credo anche che mi si debbano alcune spiegazioni che reputo dovute e obbligate. 
Finora dov'eri? Perchè se sei parte di me, io sto diventando anziano e tu sei rimasto bambino?
In che rapporti sei con quell'altro tizio cui accennavo prima...la sedicente mia coscienza? 
Comincio ad essere decisamente a disagio pensando al mio essere, che ormai sembra somigliare sempre più, una sorta di affollato condominio. Perchè da quel che so dovrebbero, o potrebbero essere presenti anche la componente femminina e l'ingombrante eredità del nostro ancestrale passato animalesco e magari, chissà cos'altro.” Quasi quasi diventa più accettabile la classica divisione della chiesa corpo, anima, spirito almeno saremmo solo in tre
Piano, piano. Non correre, rischi di perderti. Io, essendo te, so esattamente tutto quello che potresti o dovresti sapere anche tu. Quindi più di tanto, non posso dirti o aiutarti nella comprensione. Ho il solo vantaggio di avere meno sovrastrutture che mi permettono di avere una visione più chiara delle cose, ma sempre limitatamente al nostro rapporto. Con la coscienza non ho legami diversi o maggiori dei tuoi, cioè non tangibili, ma ne avverto costantemente la presenza, a volte anche decisamente fastidiosa! Per quanto riguarda il mio essere rimasto bambino credo te ne debba assumere pienamente la responsabilità. Stavamo così bene insieme da bambini. Quello che interessava te a me incuriosiva. Quello che era piacevole per te a me divertiva da matti. Le tue amicizie erano le mie, le tue corse decidevo io dove indirizzarle e quando fermarsi. Nostre erano le scoperte, nostre le stesse passioni. Poi non so come o perchè, qualcosa è cominciato a cambiare. Tutto è cominciato quando hai iniziato a guardare le ragazzine con occhi diversi da quelli di solo pochi mesi prima. Ti atteggiavi, cominciavi a perdere troppo tempo nel trovare la pettinatura, i vestiti, e tutte quelle carinerie che potessero catturare il loro interesse. E poi la scoperta della politica, il calarsi nei ruoli che progressivamente la vita ti obbligava ad interpretare. Progressivamente per sempre meno tempo e per meno volte, avevo la possibilità di crescere e imparare con te. Rimanevano quei pochi spazi che dedicavi alla scrittura, molto intima, crepuscolare e anche pallosa, lasciatelo dire, di quel periodo.
Ricordo quando cominciasti ad interessarti di ambiente ed ecologia. Cominciasti a esplorare con lunghe giornate di full-immersion nella natura tra prati, fossi, stagni e boschi cuocendo dal caldo d'estate e tremando dal freddo in inverno. In quei momenti, quasi sempre vissuti in solitaria, sentivo di essere, e forse lo eravamo veramente, una cosa sola. Anche se ognuno aveva un suo particolare approccio. Tu cercavi, osservavi, annotavi. Cercavi le motivazioni che giustificassero anche agli occhi  di chi non era interessato alla protezione ambientale, quali fossero quelle per cui invece, fosse necessario farlo. Io , invece, vivevo lo stupore, la magia della scoperta, la meraviglia di fronte a un fungo dalla forma particolare o a un involo improvviso di un uccello. Tu cercavi di fare un lavoro serio, mentre io guidavo la tua mano a casa. Trasformando in scritti e disegni ciò che avevamo visto. Ma quello fu quasi un'eccezione e, praticamente, il nostro canto del cigno. Così, fin troppo presto, mi sono ritrovato rinchiuso nell'angolo più buio e isolato del tuo animo. Senza più la possibilità di partecipare alla tua (nostra) vita. Così mentre tu continuavi a crescere, e più crescevi e più ti sclerotizzavi nella tua visione limitata e monca della vita, ti avviavi senza rendertene conto anche ad un lento, inesorabile invecchiamento. E mentre tu invecchiavi, io restavo quello che ero, un bambino. Un bambino dimenticato, relegato ai margini, impossibilitato ad attirare le tua attenzione, pur avendoci provato milioni di volte. Un bambino che non cresceva ma in cui aumentavano sempre più rabbia e frustrazione. 
Riesci a seguirmi? Non voglio osare chiederti se mi capisci. Forse per te, così insensibile e poco accorto sarebbe chiedere troppo!”
Uè, ragazzino, Non offendere per favore. Se, come dici, sei parte di me da sempre, conosci benissimo i miei limiti, ma anche i miei pregi. Sai cosa ho fatto, quali mari e deserti animici e pratici ho dovuto attraversare e sai, certamente quanto, pur essendo praticante sistematico del dubbio, non sia  chiuso o refrattario di fronte a qualsiasi evenienza. 
Quindi, prendendo per vero, in via ipotetica, ciò che affermi, perchè ti saresti manifestato in maniera così tangibile solo oggi? Se il tuo desiderio fosse stato veramente quello di fare cose insieme a me, perchè non l'hai manifestato praticamente molto tempo fa?”
Ti ho già detto prima che ci ho provato sempre. In ogni giorno e in ogni notte ero lì vicino a te. Così vicino, eppure così lontano da non poter essere ascoltato e, tantomeno visto. Le sovrastrutture che ti sei costruito... no, per meglio dire quelle che hai permesso ti fossero costruite intorno, ti mettevano nell'impossibilità di percepire i livelli vibratori e sentimentali con cui avremmo potuto comunicare e vivere esperienze condivise”.
Asp...scusa quali vibrazioni, che stai dicendo? Vai piano, fatico a seguirti.”
Lo sapevo che sarebbe stata dura ma ascoltami. Ti faccio un esempio pratico. Hai presente le onde radio? Ad ogni frequenza corrisponde una vibrazione diversa da tutte le altre. Incomunicabili e non sovrapponibili. Per ascoltare una determinata stazione radio non è sufficiente avere uno strumento idoneo ed accenderlo. Bisogna anche sintonizzarlo sulla giusta frequenza. Ecco tra noi per tantissimo tempo non è stato possibile comunicare perchè abbiamo occupato frequenze diverse. Non so se adesso ti può essere più chiaro.”
Si, boh, cioè così sembra un po' più chiaro. Però di conseguenza diventa naturale chiederti perchè proprio oggi e non prima? Ieri, l'anno scorso o ancora prima? Cavolo, hai avuto decenni a disposizione
Semplice, ricordi? Stavi guardando il tramonto. Non pensavi a nulla, eri quasi in pace, o meglio in equilibrio con gran parte del tuo essere e,  quasi quasi, anche con l'intero universo. Ecco in quel preciso momento la tua vibrazione si è riconnessa sulla stessa lunghezza d'onda della mia riaprendo un varco comunicativo tra noi. In quel momento, anche se ero mezzo addormentato, sono riuscito ad approfittarne e a sgusciare fuori da quel varco. Addirittura con la possibilità di potermi rendere anche visibile. Sappi che è un privilegio raro e riservato a pochi, non sottovalutarne l'enorme valore potenziale.”
No, certamente non potrei né sottovalutare né fare finta di nulla. Però mi capirai se, decisamente, non sono del tutto lucido e presente a me stesso in questo momento. Ammettendo che riesca a mantenere un minimo di lucidità. A questo punto che dovrei o vorresti che faccia per te...o meglio per noi?”
"Niente di più e niente di meno di quello che stavi facendo prima che ci incontrassimo. Alza lo sguardo, libera l'anima, cerca sempre lo stupore e l'ingenuità del fanciullino. Annega nel bello, ricerca la giustizia, non essere severo con gli altri e soprattutto con te stesso. Sii sempre pronto a portare il tuo peso col sorriso. È il modo migliore di renderlo più leggero, e io sarò lì ad aiutarti in questo. Non chiudere i rubinetti delle valvole di sfogo o uscite di sicurezza dalla seriosità e dalla monotonia. Ritorniamo insieme, riportami per campi e per boschi. Emozioniamoci ancora alla vista del falco o di una farfalla su un fiore. Portami con te sempre, anche nei momenti più duri e prometto che farò del tutto per renderteli più sopportabili. Non scegliere e non permetterti di invecchiare da solo quando possiamo tranquillamente continuare a crescere insieme. Qua la mano Maurizio!”
Eccola Mizio!”

MIZIO 

sabato 28 settembre 2019

TERRA E GIOVENTU' BRUCIATA?


Risultati immagini per terra

Ieri hanno manifestato per il clima milioni di giovani e meno giovani in tutto il mondo e anche in Italia. E' comunque un fatto sempre importante e di buon auspicio che, sopratutto i più giovani scendano in piazza, prendano coscienza e cerchino di indirizzare le scelte per il proprio futuro. Quindi la valutazione complessiva è,e rimane estremamente positiva. Gli imbecilli che ironizzano su Greta e i gretini, li lasciamo tranquillamente continuare a crogiolarsi nei loro convincimenti. Li lasciamo nella loro presunzione di superiorità stabilita da chissà quale cieca divinità che li ha scelti come razza e come individui superiori. li lasciamo volentieri nelle loro convinzioni di vivere su un pianeta dalle risorse inesauribili per le quali sono giuste, sacrosante e giustificate anche le guerre. Li lasciamo al loro unico punto di vista che la competizione e lo sfruttamento dell'uomo sull' uomo e del pianeta siano l'unica forma di convivenza possibile. Li lasciamo nel loro ostinato tener basso lo sguardo capaci di guardare solo al piccolo meschino interesse immediato, perchè se alzassero gli occhi al cielo e tutt' intorno, vedrebbero la bellezza e la meraviglia dell' universo intero. Universo che, se creato da un Dio o dal caos, poco importa, si attiene a leggi universali che non prevedono eccezioni di sorta neanche per i più potenti fra noi. La vita di tutto il pianeta è sì una cosa meravigliosa ma anche stupendamente fragile, legata a equilibri frutto di milioni di anni di evoluzione e in continuo, perenne aggiornamento. Troppi di noi, pensano ancora che tali equilibri possano essere tranquillamente rotti e violentati senza che ci siano pesanti ritorni da pagare per chi ne è l'autore. Finora questi ritorni il sistema capitalista (che è stato il primo e maggiore colpevole delle accelerazioni nel consumo e nello sfruttamento) li ha dirottati sui popoli meno avanzati tecnologicamente del Terzo Mondo e sulle classi subordinate dei propri paesi. Oggi gli equilibri politici ed economici del mondo stanno cambiando molto rapidamente e paesi un tempo arretrati, seguendo lo stesso modello di sviluppo, hanno esponenzialmente aumentato la velocità di un rapido esaurimento delle risorse naturali provocando altresì, enormi cambiamenti del clima e sull'habitat dell'intero pianeta, comprese le sue regioni più remote e considerate incontaminate. La deforestazione e la desertificazione di enormi porzioni del pianeta avanzano inesorabilmente privando di risorse e possibilità di vita dignitose intere popolazioni, provocando anche una cospicua parte di quel fenomeno migratorio che tanto preoccupa gli eletti del Signore di cui sopra.
Quindi che milioni di ragazzi e ragazze di tutto il mondo esprimano pubblicamente e in modo prepotente le loro preoccupazioni è da salutare sicuramente in modo non positivo, ma di più. Ma con altrettanta decisione e chiarezza va detto loro e a tutti noi che la battaglia per la salvezza del pianeta e della stessa vita che esso permette, passa certamente anche da un uso più virtuoso o, addirittura col divieto dell'uso del sacchetto o della cannuccia di plastica, ma fondamentalmente dovrà passare attraverso un cambiamento totale del nostro attuale stile di vita a cominciare dalla lotta al consumismo. Boicottare i prodotti con package non riciclabile è utile ma non quanto lottare contro il sistema che ne rende possibile o addirittura necessaria, la produzione. Il pericolo maggiore che questa generazione di ragazzi corre è quello, come altre precedenti, che si convincano che si possa o si debba venire a patti col sistema, invece che impegnarsi quotidianamente e senza condizionamenti per cambiarlo fin dalla alla base. Questo non vuol certo essere un appello all'insurrezione popolare adolescenziale, ma è indubbio che una lotta per salvare il pianeta non possa che sposarsi con lotte democratiche per cambiare l'intero sistema societario. Da me non avrete appelli a votare o sposare la causa di questo o quel partito ma un consiglio non posso fare a meno di darlo. Diffidate, diffidate sempre da chi vi userà come un'icona laica da portare in giro a coprire le proprie malefatte. Diffidate da chi vi offrirà una candidatura o da chi vi osannerà in programmi televisivi, un attimo prima di passare la linea alla pubblicità. Ascoltate tutti, non seguite nessuno se non la vostra coscienza. Non fate della lotta per salvezza del mondo un fatto esclusivamente generazionale, perchè siete giovani oggi e lo sarete per un po', ma poi diventerete adulti, uomini e donne che avranno il compito e la responsabilità di educare e formare altri giovani. Per salvare il pianeta c' è bisogno di un ripensamento generale del modello di vita e dei rapporti interpersonali o tra i popoli. Faccio un esempio. Fino agli anni '80, in Italia la fauna selvatica era considerata “res nullius” cioè cosa di nessuno. Quindi gli eventuali danni o prelievi illeggittimi erano puniti in maniera estremamente lieve proprio per la scarsa considerazione giuridica. La situazione cambiò quando invece venne considerata non più cosa di nessuno ma proprietà di tutti attraverso lo Stato, con ricadute pesanti sul piano giuridico. Ecco questo sarebbe un primo passo da pretendere dagli organismi sovranazionali come l'ONU. Considerare Gaia (il bel nome dato alla Terra considerandola un unico essere vivente) un bene universale il cui utilizzo, almeno per le cose che rivestono importanza globale al di là dei confini geopolitici, come le grandi foreste tropicali o delll'Artico non possono essere delegate ai singoli paesi.  Parliamo degli oceani dei mari, della calotta polare, dell''Antartide e, comunque  di tutti quegli ambienti che devono essere protetti e salvaguardati perchè elementi garanti di un equilibrio globale. Mi sembra persino ovvio sottolineare che questo senza una visione sociale completamente diversa non sarebbe possibile, Non sarebbe né giusto né possibile scaricare il costo e i limiti di tali scelte alle popolazioni locali o, semplicemente più povere. Ci sarebbero da fare scelte che spostino ricchezze da dove ce ne sono troppe e inutilmente accumulate a favore di chi ne ha molte di meno. Si accennava prima all'equilibrio necessario in tutto l'Universo. Ecco la ricerca di equilibrio anche nel sociale deve essere il primo e pregiudiziale atto da intraprendere per invertire il percorso distruttivo perseguito negli ultimi secoli. Poi chiamatelo come volete socialismo, comunismo, solidarismo, volemose bene, alla fine è il risultato che conterà.
Ovviamente, e questo vale soprattutto per i giovani che hanno sfilato e manifestato nei paesi più ricchi e privilegiati, come il nostro c'è da saper che per salvare il pianeta sarà non solo utile, ma indispensabile anche un cambio delle nostre abitudini di vita. Spostare risorse per una mobilità collettiva più sostenibile, forse dovremo dire addio all'aria condizionata dappertutto. Magari bisognerà rinunciare a cambiare smartphone o abbigliamento tutti gli anni. Riscoprire il concetto di uso delle cose sostituendolo a quello di consumo. Non partecipare e non incentivare la corsa all'arricchimento individuale, spendersi per il prossimo, lottare per lavorare meno per lavorare tutti.
Se si sarà disposti e convinti a fare tutto ciò(e io me lo auguro) forse quella di ieri potrebbe essere solo la prima parte di un'avventura straordinaria verso una magnifica utopia.
D'altra parte la belleza e la forza dell'essere giovani è proprio la capacità di sognare e credere nelle utopie.

MIZIO





lunedì 11 marzo 2019

"NON TACERE"

Film documentario di Fabio Grimaldi sulla straordinaria esperienza umana, politica e di testimonianza di Don Roberto Sardelli e della "Scuola 725" nel borghetto romano dell'Acquedotto Felice negli anni che vanno da 1968 al 1973.