Papa
Francesco è (accusato?) indicato da alcuni come filocomunista perchè si è più
volte scagliato contro il potere del denaro e speso parole in favore dei poveri
anche con atti di cristiana carità (i 50 euro che, pare, faccia distribuire
agli emarginati).
Ovviamente
trattasi di una forzatura giornalistica dovuta, evidentemente, al fatto che i
papi prima del precedente, in genere, non davano l'impressione di essere così
sensibili e dotati di umana e cristiana "pietas" nei confronti degli
ultimi.
Dal
mio modestissimo punto di vista la vicinanza e la scelta di stare dalla parte
dei poveri dovrebbe essere il minimo sindacale per ogni cristiano che si reputi
tale, figuriamoci, quindi, se non debba esserlo del Papa che ne rappresenta la
massima espressione sulla Terra.
Ma
oggi lo stupore e la meraviglia attengono più a visioni, per così dire, normali
che alle fantasmagoriche manifestazioni di originalità ad uso e consumo delle
telecamere e del popolo beone.
Fa
notizia un papa che si schiera con i poveri, fa notizia un cantante che esprime
il suo pensiero, non fa notizia chi si ostina a voler ragionare e a non cadere
nel ridicolo gioco mediatico del “con me o contro di me” messo in atto ormai
praticamente da quasi tutti i protagonisti della vita pubblica.
Berlusconi
docet!
Vent’anni
di ciarpame mediatico,di pensiero minimo, di astuzie e furberie ad uso e
consumo proprio, hanno fatto scuola e raccolto molti proseliti, Primo fra tutti
l’attuale premier (fino a quando?) che ha fatto dell’effetto annuncio e del
diluvio parolaio il proprio status. Cavalcando l’effetto 80 euro (su cui,
comunque, non mi permetto di sputare in quanto tali) cerca di far passare in
second’ordine provvedimenti ad uso e consumo di poteri e visioni societarie
contrarie agli interessi dei destinatari del benefit (Job’s act ad es).
Già,
ma chi si sofferma più a ragionare sulle cose e sull’effetto che queste
potrebbero avere a medio lungo termine?
Quello
che conta è dare visibilità alle proprie (poche) proposte e denigrare i
presunti avversari! Già! Presunti e non reali.
E
perché si dirà. Berlusconi e soprattutto Grillo non sono i feroci critici e
demonizzatori (da lati opposti) della politica dell’attuale governo e, nel caso
di Grillo, anche di quelli immediatamente precedenti?
Certo,
Berlusconi tenta una sopravvivenza politica messa a dura prova dalle sue stesse
azioni e dal logorio che, inevitabilmente, vent’anni vissuti sopra le righe
hanno prodotto.
Grillo
dal canto suo, muove le sue truppe a colpi di vaffa, di accuse alla casta, di
rottamazione totale di purezza postideologica contraria ad ogni forma di
compromesso, incurante del fatto che, insieme all’acqua sporca si potrebbe
gettare via anche il bambino.
Quel
bambino che si chiama democrazia, libertà, rispetto, rappresentanza, tutti
valori che, per motivi apparentemente opposti, si tenta di cancellare o
modificare in nome del “cambiamento”.
Ma
alla fin fine sono veramente così diversi gli interessi e le prospettive degli
attori principali di questa commedia dell’assurdo che stiamo vivendo?
Io
non mi fido e dico ovviamente no!
Pur
con differenze plateali di stile sono tutti impegnati a restaurare e mantenere
l’attuale assetto sociale. Ma come, si dirà, pure Grillo?
Sembrerebbe
di si, i suoi attacchi populistici alla casta, al superamento delle differenze
ideologiche, non sono altro che il metodo usato storicamente dal “sistema” per
incanalare e dirottare la protesta verso forme di contestazione populista e
parolaia, che però non porti a cambi sostanziali. Per il potere mantenere o no
Renzi o Berlusconi ha un’importanza tutto sommato, relativa, è molto più
importante mantenere i privilegi di classe e di sistema che Grillo stesso non
mette in discussione, visto che è favorevole alle liberalizzazioni, alle
privatizzazioni, contrario alla patrimoniale e alla tassazione delle rendite.
Insomma
si avrebbe, con Grillo, a differenza di Renzi, Monti, Letta, Berlusconi, un
capitalismo liberista, magari più etico, ma pur sempre tale, in positivo e in
negativo.
Sono
partito da Papa Francesco per arrivare a Grillo cercando di far vedere che la
validità o meno di idee, proposte, iniziative non dipende, quasi mai, dalla
visibilità che si dà loro, anzi.
In
vista delle prossime elezioni europee teniamo ben presente questo aspetto. La
verità e la giustezza delle idee vanno ricercate con cura e meticolosità, non
aspettiamoci che il potere faccia loro pubblicità.
D'altra parte, storicamente, il potere ha sempre temuto le idee e i principi della sinistra, sarà un caso?
Ad
maiora
MIZIO.
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