giovedì 19 luglio 2018

Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.

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Il complottismo si distingue da altre letture del mondo per una caratteristica ben precisa. Quello che si vede, si dice e si fa non è mai come appare. Ora se questa è la chiave di lettura non si capisce per quale motivo i neocomplottisti nostrani non riescano ad essere coerenti e consequenziali e si abbeverano senza riserve e senza discrimine alcuno ad ogni fandonia anche la più fantasiosa e improbabile ritenendo sempre troppo limitata la semplice verità. Questa cosa è talmente vera che i leader e i followers del neo governo pentaleghista se ne avvalgono senza ritegno, denunciando complotti e chissà quali secondi fini ormai in ogni dove.
Siamo veramente fortunati se dopo secoli di lotte, di guerre, di scontri ideologici tra grandi pensatori, filosofi e mistici abbiamo, nei nostri tempi, due forze politiche senza altra qualità che rabbia e incompetenza che ci aiutano ad andare oltre i sette veli di Maya.
Ora, tralasciando un'analisi, in quest'ottica, dell'intera storia dell'umanità che ci porterebbe molto (troppo) lontano, mi sembra persino banale affermare che dietro ogni scelta ci sia un disegno egemonico ben preciso. Un disegno che nasconde interessi di potere, di classe e di preminenza. Detto questo, però, avremmo fatto la scoperta dell'acqua calda e non porteremmo alcun contributo se non facessimo seguire scelte consequenziali che, nello specifico periodo storico che viviamo, non possono essere altro che scelte che vadano verso la ricerca di un riequilibrio economico e sociale tra le classi, tra gli individui, i popoli e l'ambiente tutto. Dalle mie parti si chiama comunismo, socialismo, solidarietà, internazionalismo, ambientalismo ma sono solo termini che rischiano di rimanere tali se dovessero essere solo enunciati e non trasformati in azioni e scelte concrete.
Il complottismo, invece, spesso, troppo spesso viene utilizzato per dividere, insinuare dubbi, paure, ansie che dovrebbero servire a denunciare e combattere il sistema ma che, se non inserite in una logica di cambiamento, oltre che individuale, anche sociale e collettivo rimangono fini a sè stessi facendo, alla fine, il gioco dei potenti e del sistema stesso.

MIZIO