Il
numero di nidi di nibbio bruno nella Riserva di Decima è aumentato dopo la
chiusura della discarica di Malagrotta; quest'anno il numero delle coppie
nidificanti è aumentato di circa il 30%, ed i nidi sono diffusi in diverse zone
della riserva.
Il
nibbio bruno è una specie migratrice, trascorre l’inverno principalmente in
Africa, al sud del Sahara, per tornare nelle regioni più a nord all’arrivo
delle stagioni calde.
Questo
rapace è lungo di 55/60 cm, un peso di circa 600/1000 g e un’apertura alare che
varia dai 135 ai 155 cm. Il piumaggio prende un colore marrone, che si
schiarisce sul ventre. È caratterizzato (come il nibbio reale) da una larga
coda biforcuta che lo agevola nelle planate.
La
dieta del nibbio bruno comprende un vasto campionario di cibo: piccoli
mammiferi, uccelli, rettili, pesci, alcuni invertebrati e carogne.
Il
periodo della riproduzione avviene tra aprile e giugno, e costruiscono i loro
nidi solitamente su alti alberi. La femmina depone dalle 2 alle 3 uova.
Piccoli gheppi nati nelle cassette nido
Sono
15 le cassette nido occupate dai gheppi in questa primavera del 2014 ed ognuna
accoglie una media di 4/5 piccoli.
Il
gheppio è un piccolo rapace abbastanza comune in Italia. Si nutre di insetti e
piccoli vertebrati che trova nei prati, nei campi coltivati e in altre aree
aperte, dove la scarsa disponibilità di siti adatti alla nidificazione rappresenta
un fattore limitante per la sua riproduzione.
Il
gheppio infatti, come altri falchi, non costruisce il nido ma utilizza nidi
abbandonati dalle cornacchie o cavità naturali in ruderi o pareti rocciose.
La
cassetta nido è un nido artificiale perfettamente adatto a questa specie:
montato su un traliccio lo tiene al sicuro dai predatori che si arrampicano
sugli alberi, come faine e gatti, ed inoltre è protetto dalle intemperie e dal
caldo eccessivo essendo sempre ventilato; infine fornisce un comodo substrato
di torba per l'incubazione delle uova e l'allevamento dei piccoli. Nel corso
degli anni, in provincia di Roma sono stati inanellati oltre 3500 piccoli
gheppi nati nelle cassette nido sui tralicci, mentre molti di più sono quelli
felicemente involati senza anello.
Piccoli di allocco
Gli allocchi occupano 10 cassette nido. L'allocco è una specie fortemente territoriale, occupa e difende lo stesso territorio tutto l'anno e spesso per tutta la vita. Condizioni essenziali per la presenza dell'allocco sono la disponibilità di prede e di sicuri siti di nidificazione.
A Roma, in ambiente urbano, l'allocco preda in prevalenza uccelli (cince, fringuelli, tordi, merli)e in misura minore mammiferi. Nella foto si può osservare un passero deposto nel nido dai genitori dei due pulli.
L'allocco, Strix aluco, è la specie più comune della famiglia dei rapaci notturni. Di grandi dimensioni – tra i 37 e i 43 cm – il piumaggio scuro, dalle tinte fulve, da cui spiccano macchie marroni striate. Ha un capo grosso e tondeggiante che può ruotare di 270°, gli occhi sono tondi e grandi, contornati da dischi color panna. L’Allocco è una specie comune e ampiamente distribuita in quasi tutta l’Europa.
Dotato di becco adunco e forti artigli, cattura mammiferi di piccole e medie dimensioni – come scoiattoli, ghiri e donnole – ma anche piccoli anfibi e varie specie di uccelli. Non disdegna scarafaggi e grossi bruchi. L’Allocco inghiotte le proprie prede vive, per poi espellere ossa, pelo ed esoscheletri di insetti che non riesce a digerire qualche ora dopo il pasto, sotto forma di piccole borre. Durante la caccia è facilitato dal volo estremamente silenzioso, che gli permette di arrivare improvvisamente sulle prede quando per loro ormai è troppo tardi. Ma il senso più sviluppato dell’Allocco è l’udito: grazie alla posizione asimmetrica delle orecchie riesce a individuare anche le prede più silenziose.
Tutto questo a pochi passi dai palazzoni della periferia romana. Decima Malafede un gioiello naturale miracolosamente sfuggito (sino ad ora) alla smania speculativa dei fautori del progresso a base di cemento e asfalto e insidiato dalla devastante e inutile autostrada Roma Latina.
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