lunedì 28 settembre 2015

IL NULLA




Solitudini che riempiono spazi
tra parole che viaggiano sole
Anime che scappano via
per raccontar le stesse storie,
di com’era bello un altro cielo
come fosse altro da sé.
Per riempire il nulla,
quando il nulla non c’è.
MIZIO

mercoledì 23 settembre 2015

LA POLITICA? FA SCHIFO!



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La politica, i politici, i partiti fanno schifo, pensano solo a loro, non rappresentano più nessuno se non se stessi. Tutti a casa, tutti a lavorare seriamente, un calcio in c..o e ridateci i soldi brutti figli di una madre ignota!
Alzi la mano chi di noi non ha mai  pensato, detto, auspicato, invocato uno dei suddetti pensieri nel corso della propria vita. Onestamente, anche il più incallito e fedele dei militanti si è trovato più volte nella situazione di non capire, di dover giustificare scelte non comprensibili e non condivisibili, e di dover ammettere con sé stesso che forse a pensar male, a volte, non si faccia poi troppo peccato. Nel passato era la ricca borghesia che deteneva il potere a fare della politica un uso elitario indirizzando interessi e scelte nel mantenimento di tale privilegio approfittando e incentivando il diffuso analfabetismo di massa e la conseguente difficoltà di poter veicolare visioni sociali diverse.
Con il propagarsi della capacità di accedere a fonti informative alternative, grazie alla scolarizzazione che diventava di massa, e alla presa di coscienza di avanguardie intellettuali, comincia, da parte di quegli stessi poteri che ne facevano , e ne fanno, un uso discriminatorio, la demonizzazione della politica stessa.
“La politica fa schifo! Lasciala fare a noi che sappiamo come fare” Tu non occupartene, vai allo stadio, a messa, in discoteca, al mare, che ci pensiamo noi, non preoccuparti, non sporcarti e non perdere tempo con questo schifo”.
Questo messaggio era efficacemente contrastato dall’adesione fideistica, quasi fosse una chiesa , a ideologie, partiti e movimenti che richiedevano fedeltà e dedizione quasi assoluta. La politica diventava così, pratica di massa. Le scelte venivano discusse, criticate, richieste con manifestazioni, lotte e impegno  collettivi, l’elite è costretta a cedere porzioni di potere e privilegi.
Il militante politico di queste forze innovatrici, socialiste o comuniste, poteva essere avversato per le proprie idee, demonizzato ma difficilmente poteva essere accusato di disonestà o di perseguire interessi personali. La politica stava riconquistando il posto che le sue nobili origini le avevano da sempre riservato. Quello di rappresentare interessi collettivi e non elitari
Nel moderno mondo delle democrazie occidentali il modo per tenere lontane le masse dalla politica è di presentarla nel suo aspetto peggiore quello dell’interesse privato, della difesa dei privilegi, agendo sull’ idea (purtroppo anche verosimile) che siano tutti uguali.  Aspetto favorito dalla seconda grande rivoluzione mediatica dopo quella della scolarizzazione, la diffusione di massa dei moderni mezzi di comunicazione: televisione prima, internet e la rete oggi. La tv rappresentava il nuovo vangelo della verità dichiarata: “L’ha detto pure la televisione” era ed è, ancora in parte, un modo per avvalorare la veridicità di una notizia. Il potere ne ha fatto un uso “pro domo sua”, arrivando a gestire contemporaneamente con Berlusconi, sia l’informazione che il potere stesso.
Il vecchio militante , le vecchie ideologie sono rimaste spiazzate ed emarginate da questa accelerazione e hanno tentato di rimanere in gioco con aggiustamenti e processi di modernizzazione che, oltre a procurare dolorose scissioni e disillusioni, non sono state in grado di reggere il confronto con il nuovo potere mediatico reso ancora più efficace, ma complicato, dall’ irrompere della diffusione della rete. Cosa invece riuscita benissimo ai nuovi soggetti politici come la Lega e il M5S che hanno semplificato e reso “mordi e fuggi” il consenso basandosi su parole d’ordine di facile lettura e immediata condivisione (ovviamente non entro nel merito delle stesse). La politica, quella nobile, vissuta con enfasi e passione rimane sempre più emarginata e ininfluente nei processi e muta testimone di glorie passate.
La politica cambia qindi pelle, diventa non più e non solo passione e dedizione ma un modo di autopromozione personale, (come diceva il grande Sordi: ”Sempre meglio che lavorare”) il risultato diventa più importante del contenuto e del contenente. L’iperbole non riguarda più grandi orizzonti collettivi ma piccoli risultati circoscritti. In questo quadro le potenzialità positive e di qualità, che pure ci sono, sono offuscate o coinvolte in un  consolatorio e superficiale “Così fan tutti”.
Quindi la politica fa schifo? Certo , quella degli interessi personali e di lobby, quella del mantenimento del potere a tutti i costi, quella senza passione e senza ideali, quella che distrugge il territorio e la ricchezza comune, quella che fa accordi con la criminalità organizzata, quella che umilia, sfrutta il bisogno, quella appecoronata ai poteri forti, quella che non sa più far sognare e popola la vita di incubi.
Ma c’è e ci può essere un’altra politica?

Certo che si! Quella che non si riempie la bocca di promesse e paroloni, quella che sta in mezzo ai bisogni, quella che indica una strada e una via d’uscita, quella che non guarda solo ad un futuro utopico ma che vuole cambiare l’oggi e il domani. Quella che è fatta di sacrifici molti e soddisfazioni poche, quella di uomini e donne che sono in cammino da tanto tempo che si sono divisi, e quella  dei molti che si sono fermati. 
Si deve riprendere il cammino con chi c’è, senza ansie da prestazione, ma anche senza infatuazioni sterili. La base ideale non manca, l’avversario pure, le cose da fare infinite, dimostriamo che la politica può e deve ritornare ad essere pulita, nobile e di tutti
Ad maiora

MIZIO

lunedì 7 settembre 2015

NON AVEVO SCELTA


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Non posso essere orgoglioso di essere figlio di millenni di guerre e di violenze. Il prodotto di una progenie capace di violentare, distruggere, umiliare i deboli, i diversi, gli esseri viventi, la madre Terra.
Posso mai essere orgoglioso di essere simile a chi ha inventato armi capaci di distruggere forse anche l’ intero universo?
Di chi sapendo d’essere, più o meno casualmente, ospite nell’ infinito si rinchiude e difende rabbiosamente  confini sempre più stretti intorno a sé?
Di chi ha inventato mille lingue per giudicare l’altro straniero e non parla e non capisce l’unica lingua comprensibile a tutti, quella dell’anima?
E come potrei essere orgoglioso, così simile come sono, a chi abbatte foreste, devia fiumi, avvelena mari, intossica l’aria, scioglie i ghiacciai,  umilia la vita in ogni sua forma.
Sentirsi straniero nella propria pelle, quella è la drammatica sensazione con cui si è costretti a convivere quando si è coscienti.
E da straniero si cerca l’accettazione, si partecipa, si lotta, si sorride, ci si abbraccia, ci si riconosce, ci si inca++za, si sceglie e si sbaglia.
Stay human , ma a volte non basta

Sono un uomo, non ne sono orgoglioso, ma non avevo scelta. 

MIZIO