sabato 21 giugno 2014

SALVIAMO CARANO - GARIBALDI

Mausoleo 




Nel territorio del comune di Aprilia si trova la località denominata Carano – Garibaldi nella cui tenuta si trovano una chiesetta, la tomba mausoleo della famiglia Garibaldi contenete, fra gli altri, il figlio primogenito di Giuseppe Garibaldi Menotti, un cimitero storico risalente al periodo napoleonico le sorgenti di Carano, ed alcuni edifici rurali luoghi dell'epopea del Risorgimento, un tempo utilizzati come granai, nei quali muli e cavalli, adibiti proprio al trasporto dei cereali, accedevano lungo due scale laterali, ancora oggi relativamente ben conservate, anche se parzialmente modificate. Il tutto inserito in un ambiente naturale e ambientale che conserva le caratteristiche tipiche della campagna romana/pontina con vegetazione riparia ancora non compromessa lungo i fossi che l’attraversano e con le coltivazioni presenti di Kiwi e cereagricole ben inserite nel contesto. Altra presenza degna di nota è il fitto boschetto di bambù che, se pur non autoctono ma opera dell’uomo, inserito nei pressi del mausoleo contribuisce alla creazione di un’atmosfera quasi magica al luogo.
Orbene, il comune di Aprilia in questo lembo di territorio miracolosamente sfuggito, sino ad ora, alla speculazione edilizia, attraverso l’approvazione di una variante urbanistica, ha previsto un aumento delle cubature edificabili esistenti e la costruzione di un bel quartierino residenziale  con vista mausoleo e sulle sorgenti che danno acqua a mezza provincia pontina e romana.
Si è costituito per la salvaguardia di questo territorio un Comitato che ha promosso una petizione popolare per richiedere il riconoscimento di “Monumento naturale” a tutta la zona preservandola dalla speculazione edilizia e lasciando che la storia e la natura vengano mantenute nella loro maestosa bellezza originaria.

MIZIO 








giovedì 19 giugno 2014

SERVIZI PUBBLICI? COSTO DEL LAVORO? MA VA LA’…..


Cambia il direttore d’orchestra, cambia l’età, cambia l’accento, ma il refrain è sempre lo stesso.
Ma vogliamo dirlo una volta per tutte che quella delle privatizzazioni è un puttanata e un imbroglio bello e buono cantato e ricantato continuamente ai poveri gonzi che bevono tutto da complici o stupidi interpreti di interessi propri o altrui.
Non c’è bisogno di chissà quali analisi o statistiche per sostenere ciò, basta un minimo di informazione e serenità di giudizio. Dagli anni ’90 in poi sono state privatizzate via via le grandi aziende pubbliche: dalle FS, alle PT, alla Telecom, alla Società Autostrade, all’Alitalia, all’ ENI, alle Aziende pubbliche erogatrici di gas e energia sino ad arrivare addirittura a quelle  dell’acqua. Per arrivare infine alle centinaia di aziende a partecipazione statale figlie di quel miracolo economico e di genio italico che era stato l’IRI.
Più di un milione di posti di lavoro persi, a fronte di poche decine di migliaia di assunzioni con contratti a tempo determinato e precario. Centinaia di milioni di euro tolti dal circuito della spesa e dei consumi in nome del risanamento finanziario.
Il risultato lo abbiamo tutti sotto gli occhi: il debito pubblico è aumentato a dismisura in maniera esponenzialmente maggiore rispetto il periodo pre-dismissioni, il grande capitale finanziario e non, ha aumentato in egual misura i propri profitti. La politica, quella nobile arte del confronto e dell’interesse collettivo, ridotta a fare da zerbino ai potentati economici. Una nazione e un popolo ridotto allo stremo da questa sciagurata cura prescritta da medici incapaci o complici.
Allora forse, non erano i servizi pubblici la causa del deficit, forse non era neanche l’altro terribile leviatano, il costo del lavoro, la causa della crisi.
Ma possiamo e dobbiamo ricominciare a dirlo senza vergogna o timore di apparire demodè, la responsabilità prima e unica della crisi, del debito, delle ingiustizie, delle disuguaglianze è il sistema capitalista soprattutto nella sua ultima versione più cinica e spietata, quella liberista finanziaria.

Essere di sinistra, anche non- o post-o neo-comunista vuol dire soprattutto essere anti capitalisti. Identificando nel principio base di tale sistema, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, attraverso la competizione indotta e mirata al raggiungimento del più alto profitto personale l’alfa e l’omega delle storture e delle ingiustizie della  moderna società..
Non riconoscere più questo ha portato a una lettura della realtà attraverso le lenti del pensiero unico con il bel risultato di non essere più in grado di decodificarla e, quindi, dando per scontato che, questa, sia l’unica, immodificabile e possibile.
La politica, quella bella, nobile deve dare soluzioni non limitarsi a dare nome ai problemi, o a fare il contabile amministratore di condominio, per quello ci sono i ragionieri.
La politica deve disegnare progetti, deve ritrovare la capacità di far sognare, deve far sedere di nuovo intorno al tavolo del possibile l’utopia, la poesia e il sano risentimento sociale, e deve farlo in fretta. Il potente può permettersi di aspettare, il diseredato, il disoccupato, il giovane precario, non possono permetterselo, il tempo nell’arco della vita dei singoli non può essere parametrata con i tempi dei massimi sistemi.
Se non si è più in grado di fare questo, vi prego toglietevi dai piedi, mettete su una bella bocciofila organizzate gite sociali, ma non vi occupate più della cosa pubblica. Non nascondete dietro paroloni e concetti astrusi il vostro personale interesse o la vostra incapacità. Sapete? Si riesce a vivere benissimo anche senza tromboni e soloni e anche voi vivreste meglio non dovendo più sacrificarvi per noi.
Ad maiora


MIZIO

lunedì 9 giugno 2014

Il VOTO? LORDO – TARA = NETTO


Come al solito nelle analisi del voto risultano tutti vincitori e, laddove, si riconosca la sconfitta, si adducono spiegazioni e motivi spesso patetici e ridicoli.
Quasi nessuno si sofferma a far emergere il vero e indiscusso vincitore: l’indifferenza, la caduta di credibilità del momento più alto di una democrazia che voglia definirsi tale, la più o meno cosciente scelta di considerare indifferente chi governala nazione.
Si è rinunciati, ormai, persino alla rabbia. E’ un popolo piegato e rassegnato, quello che riconosce come vincitore, nelle percentuali, Renzi e il suo PD, ultima versione della tanto amata scelta italica di un “uomo solo al comando”.
E’ un popolo che delega sperando, ma sapendo che poi dovrà trovare il modo di arrangiarsi in prima persona  per  risolvere i propri problemi, chè i governi hanno altri cui rendere conto: le banche, l’Europa a trazione Merkeliana, i propri referenti e padrini economici e finanziari.
Alle ultime votazioni europee il Pd, si diceva, ha sbancato con oltre il 40% delle preferenze, il maggior antagonista il M5S si attesta intorno al 21%, il Partito azienda del condannato di Arcore si deve accontentare di un misero (per lui) 17%.
Fuochi d’artificio, titoloni sui giornali, l’Italia ha premiato Renzi e il PD, s’aprono nuovi scenari e via cantando e contando.
Vediamo invece la realtà scevra dai trionfalismi più o meno  interessati e da letture accondiscendenti e fuorvianti.
Gli iscritti al voto erano circa 49milioni 500mila, di questi hanno effettivamente esercitato il diritto il 57% pari a circa 28milioni, se ne deduce che lo stratosferico successo tra gli italiani si ridimensiona non di poco difatti i voti presi dal PD (il riferimento è soprattutto a questo Partito perché è quello più eclatante) non sono più il 40% degli italiani ma un effettivo e meno esaltante 20,2%del totale, ovviamente lo stesso ridimensionamento va effettuato in proporzione per tutte le altre liste presenti.
Considerando anche le schede nulle o bianche, risulta trionfatore con oltre il 50% il partito della non scelta. Per ulteriore precisione, i votanti per i ballottaggi nei comuni in cui si votava sono stati meno della metà rafforzando ancor di più questo ragionamento. 
Ancora più impietoso il dato che si riferisce al numero di elettori che hanno incoronato nuovo re Renzi  anche solo partendo dal dato Veltroniano. ( il PD partiva da un corpo elettorale di oltre 14 milioni di elettori ora si ritrovano uno da 11 milioni). Il PD del 2006 ottenne 19 milioni ma era in coalizione. Quindi, in assoluto il trionfatore tecnicamente, non solo non ha vinto, ma ha addirittura perso rispetto i voti presi dai suoi predecessori.
Ora, qualsiasi classe politica degna di questo nome, si sarebbe posto come primo problema l’analisi di questo deficit di democrazia e rappresentanza e il primo cruccio sarebbe stato quello di riconoscere che la maggioranza del popolo che si vorrebbe rappresentare e governare non si riconosce in noi!.
Invece queste belle testine che lezione traggono da tutto ciò?
“Ora acceleriamo le riforme” e la prima e la più urgente quale sarà? Quella elettorale! Bene! Si sono finalmente resi conto che quella vigente non è rappresentativa ed è incostituzionale.
Macchè, si sta lavorando, e adesso con maggiori possibilità di successo, ad una riforma che ponendo paletti e limiti alla rappresentanza democratica va a premiare e rafforzare ancor di più quelle forze che, con il 20% effettivo o meno, come dicevamo prima, avranno un potere smisurato!
Questa legge assieme all’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti sarà la pietra tombale di ogni speranza di cambiamento, potrà fare politica e avere visibilità solo chi avrà potentati economici alle spalle o una forte esposizione mediatica (es.Grillo).
Io credo nella democrazia, è un valore irrinunciabile.
Ma la democrazia è tale solo quando favorisce la partecipazione e la rappresentanza, quando diventa alibi e scusa per manipolazioni pseudolegali e incostituzionali che di democratico hanno ben poco diventa uno strumento oppressivo e limitante di libertà e diritti.
Rialzeremo mai  la testa? Saremo più in grado di liberarci dal basto e dal giogo posti sulle nostre spalle e sulle nostre teste? 
Francamente non lo so, ma continuerò a lavorare e impegnarmi affinchè ciò possa, prima o poi, avvenire e vorrei continuare a farlo anche potendo votare chi mi rappresenta e non solo il più “forte”.
Ad maiora.


MIZIO

domenica 1 giugno 2014

APPUNTI DI CAMPAGNA

Dopo molti anni ho ritrovato un taccuino che portavo sempre con me nelle mie passeggiate in campagna, in cui appuntavo le note, le osservazioni, schizzavo gli avvistamenti più interessanti, che completavo poi a casa, senza alcuna pretesa di scientificità e di precisione  morfologica. Per quello c'era la foto che, però, tra rullini (non era ancora l'era digitale), e sviluppo era decisamente più onerosa per le mie studentesche tasche rispetto le più economiche carta e matita.
Senza contare l'aspetto terapeutico che la calma, la rilassatezza di questa attimi di total immersion nella natura. Non c'era bisogno dello sballo del sabato o del venerdì sera per ritrovare equilibrio e serenità.
Altra considerazione importante è che queste osservazioni sono frutto non di escursioni in esotiche o montane località ma all'interno, o poco fuori, il GRA di Roma, soprattutto nella zona, ora riserva naturale di Decima Malafede, minacciata continuamente da incendi, speculazione edilizia, bracconaggio e, ultimamente,  dal progetto della devastante opera del Corridoio Tirrenico e dell'Autostrada Roma - Latina.

MIZIO 




L'inverno particolarmente freddo favorì l'osservazione anche di giorno di animali normalmente di difficile osservazione per le abitudini elusive o notturne (Porciglione)

La neve sul terreno favorì, anche, la presenza di tracce ben visibili e identificabili.

Durante un temporale, gallinelle d'acqua nei fossi e pavoncelle nei campi.
Forte vento al mare, stomi di gabbiani all'interno.
Le due pagine seguenti sono frutto di un giro nel Parco del Circeo!
Martino, uno dei miei uccelli preferiti, un lampo blu sull'acqua del ruscello.
Il merlo acquaiolo, l'uccello che vola sott'acqua
E' primavera, il biacco e la donnola a caccia di prede
Le cince: colori e armoniosi cinguettii
Nell'ambito delle osservazioni nell'area della riserva, facemmo anche, ricerche sulla fauna ittica dei fossi e degli stagni della zona.
E, come ogni anno, arrivò anche lui, il nibbio!
Non poteva mancare anche lei, timida, quasi inoffensiva ma temuta dai più
Altri arrivi primaverili
L'averla, un falco in miniatura
Colori dei tropici
Piccoli ambienti come pozze d'acqua residue di un ruscello durante um'estate particolarmente secca, sono un ottimo posto per interessanti avvistamenti per l'abbondanza degli animali che vi si avvicinano spinti dalla presenza dell'acqua..

Di notte alla luce delle torce 

La signora della macchia: la ghiandaia
La signora dei campi la cornacchia!
Durante il passo primaverile o autunnale capitano anche loro
A volte con un pò di pazienza e molta fortuna, si assistono a spettacoli di caccia che, fatte le debite proporzioni, non hanno nulla da invidiare agli agguati delle tigri o dei grandi felini nei documentari
Altri piccoli gioielli

E tra l'erba umida minuscola e quasi invisibile


Facilissimo da sentire con il suo cucù ma difficilissimo da avvistare così vicino, come è capitato quel giorno.
Ed ecco lei, forse, oggi, la più  preziosa e più minacciata specie.
Anche i resti ritrovati sono utili per confermare la presenza di animali altrimenti praticamente invisibili. In questo caso cranio di tasso.


MIZIO