martedì 25 agosto 2020

SIAMO GIA' OLTRE GLI AVVISI?

 Che cosa accadrà alla morte del Sole? - Focus.it

Una pandemia che, probabilmente, ci farà compagnia a lungo. Il cambiamento climatico che sembra aver accellerato esponenzialmente le pesanti ricadute sul clima e sull'intero pianeta. Si scioglie l'artico dei ghiacci perenni, brucia e si scioglie quello delle grandi foreste del Nord. Il riscaldamento mette in crisi, pare irreversibile, le barriere coralline e l'esistenza di isole, atolli e porzioni di territorio continentale destinati ad essere sommersi. Procede in tutti i continenti, imperterrita anche la deforestazione nei paesi della cintura tropicale, favorendo la desertificazione di centinaia di milioni di Kmq. Non mancano certo le invasioni bibliche di cavallette e le morie di pesci e organismi acquatici un po' dappertutto ove ci siano corsi d'acqua che vengono condannati coscientemente a morte.

La plastica sta letteralmente soffocando il pianeta, il consumismo stupido lo sta erodendo incessantemente dall'interno. Le catastrofiche eccezioni climatiche, sembrano diventate la norma, portando distruzione e morte un po' dappertutto. E, infine, come inquietante ciliegina sulla torta il virus nuovo e sconosciuto che sta mettendo in ginocchio l'intera umanità. Sembra che, nonostante il suo essere nuovo e sconosciuto lui, invece, ci conosca benissimo e sappia i nostri punti deboli.

A tutto ciò aggiungete anche, che non sono state mai interrotte, anzi, guerre, violenze, fame,carestie e le ingiustizie diffuse..

Un tempo a fronte di eventi particolari e significativi se ne ricercava la spiegazione, non solo logica e visibile ma anche profetica, che ne facilitasse, però la comprensione e l'accettazione.

Oggi, pur avendo molte più armi e possibilità, rispetto il passato, grazie al progresso scientifico, sembriamo incapaci di cogliere i segni e le conseguenze delle nostre azioni.

Tra le conoscenze basilari che tutti noi possediamo, ci sono già quelle necessarie per capire alcuni meccanismi. Ad ogni azione corrisponde un'azione uguale e contraria. L'abbiamo studiato tutti no? Tutto si trasforma, nulla si distrugge! Altra verità condivisa e condivisibile. La vita universale e, a maggior ragione, anche quella sul nostro pianeta è assoggettata a tutte queste leggi immutabili dalle quali discende, come naturale filiazione, quella più visibile e tangibile, quella evolutiva. Evoluzione che, per tentativi o per eventi “casuali” catastrofici o meno, sembra muoversi costantemente alla ricerca di nuovi equilibri. E, tutto quello elencato all'inizio, non è altro che un elenco, pure limitato e incompleto, degli squilibri che l'attività umana sta provocando sull'ambiente terrestre.

E, se le cause vanno ricercate nello squilibrio, conseguentemente la loro soluzione non può essere ricercata che in scelte che vadano nella direzione esattamente opposta.

C'è solo un ragionevole e inquietante dubbio. Che tutto non abbia già superato, come dicono alcuni, il punto di non ritorno. Per cui, ciò che accade, anche in modo violento e incontrollabile, non sia più annoverabile tra i segnali, sia pur inquietanti, ma ad una sorta già di punizione riequilibratrice.

Non c'entra alcun dio vendicatore o irritabile, non c'è alcuna prova o premio da superare o guadagnare. Più semplicemente si tratta di riconoscere e prendere coscienza della nostra debolezza, limitatezza e, conseguentemente, dipendenza da qualcosa di enormemente più grande, addirittura in gran parte ancora sconosciuto, e meritevole di rispetto.

Non diciamo nulla di nuovo se affermiamo che l'universo e la stessa Terra, continuerà tranquillamente a vivere anche senza la presenza umana. Anzi., viene il sospetto che ne potrebbe trarre enorme vantaggio, dando vita a nuovi equilibri tra gli organismi e le coscienze che si dovessero formare grazie ai processi evolutivi.

Quindi che si fa? Ci si abbandona alla rassegnazione? Si sceglie, consapevolmente o meno, di ignorare la questione seguendo il motto carpe diem? Continueremo a scannarci tra di noi, pensando e sperando di rientrare tra i fortunati che “Io speriamo che me la cavo”? Oppure riscopriremo il mea culpa e la disperazione all'interno dei luoghi di culto implorando la benevolenza di un dio che, non si sa per quale motivo, dovrebbe salvare noi e non altri?

Credo che, in nessuno di questi atteggiamenti, si possa trovare una soluzione logica, credibile e praticabile.

L'unica valida e potenzialmente possibile è quella che, sia singolarmente che collettivamente, ci si metta in discussione. Si metta in discussione il sistema sociale prima che produttivo e consumistico. Che tutte le componenti responsabili, sia del degrado stesso, che della lettura della storia dell'umanità e, soprattutto, del futuro si mettano in discussione e abbattano le visoni che portano divisioni, conflitti e ingiustizie.

La politica, le religioni, l'economia si mettano al servizio di quella che è l'unica ragionevole, comprensibile e indispensabile funzione di ognuna di loro. Quella di servire l'umanità all'interno di scelte e coscienze che mirino al rispetto e a un riequilibrio complessivo.

Privilegiare la vita, rispetto lo spreco, l'effimero benessere di alcuni a scapito della disperazione dei più e del pianeta stesso non è una scelta socialista, comunista, ecologista o altrimenti etichettabile, ma obbligata e l'unica percorribile!

Mala tempora currunt


MIZIO