domenica 19 ottobre 2014

AFORISMI? NO, CASTRONERIE E FRASI FATTE!


Un popolo che spera è un popolo ridotto all'impotenza.


Quante gabbie costruite in nome della libertà.

Ci hanno lasciato tutte le libertà meno una: quella di essere liberi.

Chi non sceglie, chi sta a guardare, chi giudica a posteriori con l'occhio critico del censore è sicuro che non avrà mai torto, ma è altrettanto certo che non avrà vissuto,


Chiamare "Legge di stabilità", qualcosa che devasta e rende precaria ll' esistenza di tanti è perlomeno sintomo di mancanza di tatto!


Certo che si puo' fare qualcosa. Si può resistere!
Resistere all'indifferenza,
Resistere alla voglia di mollare,
Resistere a ciò che ci sembra impossibile sopportare,
Resistere all'ego che ci ritiene migliori,
Resistere all'autocritica che ci reputa peggiori.
Resistere per esistere!



Strano paese il nostro, dove ci vuole meno tempo a togliere diritti ai lavoratori che a nominare un membro del Consiglio superiore della Magistratura.

Non sono grillino perchè a me piace parlare alla testa e cuore delle persone e non alla pancia.


Decenni di manomissioni del territorio, decenni di manomissioni di coscienze e intelligenze. Ci va pure bene che siano solo bombe d'acqua!

Siamo talmente calati nel ruolo assegnatoci, talmente abituati al doppiogiochismo, all'ambiguità, al sotterfugio, che la sincerità, la disponibilità e il disinteresse fanno apparire chi li pratica come il peggiore dei nemici degno al massimo, nella migliore delle ipotesi, di una malcelata compassione.

Se la politica, in particolare quella di sinistra, fosse un abito non dovrebbe essere una tuta taglia unica, ma un vestito cucito sulle misure del più disgraziato tra gli esseri umani. Se va bene a lui, andrà sicuramente bene anche a tutti gli altri.

Siamo pieni di conseguenze, indifferenti o fatali per gli apatici, vitali per i curiosi.

Ho imparato a diffidare dei critici a prescindere, dei rivoluzionari da tastiera, dei promoter di se stessi "ùber alles", di quelli che non è mai il momento giusto, di quelli "Che la crisi è dei valori" e i propri li svendono sottocosto, di quelli che "Sabato c'è la partita...", di quelli "Ma tu ci credi ancora?".....

L'Italia in recessione e, purtroppo, quella economica non è neanche la peggiore.

La storia del leone e della gazzella che devono correre, non tiene conto del terzo protagonista della storia, la iena, che, senza correre, chiunque vinca ne trae vantaggio! Se vince il leone ha rimediato il pranzo, se vince la gazzella comunque non ha sprecato energie. Il problema è quando il numero delle iene supera quello dei leoni e delle gazzelle

Ci sono sempre molte cose che non capisco! Ma il problema vero è che quando le capisco non sono mai d'accordo!

Se è vero che le bugie hanno le gambe corte, pensa le cazzate che dice Brunetta.

Spesso la vita quando ti dà qualcosa, la rivuole con gli interessi!


La paura spesso, ci fa tenere i pensieri al guinzaglio!


Ogni alba che vedi
è una notte sconfitta!
Ogni primavera,

un inverno che s’è arreso!

Comunista, perchè nessuno mi ha convinto del contrario!

Il PD è finito!
Il bipolarismo è finito!
La democrazia parlamentare è finita!
La volontà' popolare è finita!
La pazienza è finita!
....ah e ho finito pure le sigarette!


L'ho già detto e lo confermo, oggi la rivoluzione si fa con un nuovo tatuaggio, o programmando un viaggio. Tutto il resto.... è noia!

La pietà è morta, e pure la ragione non se la passa bene!

La verità è da sempre umiliata dalla storia!
Un comico genovese, un ricco puttaniere, un padano mantenuto dalla politica, un figlio di papà toscano,!
Questo racconteranno i libri dei nostri anni.



Il male è… Sedersi in poltrona, quando potresti stare in piedi
Il male è… Avere gli occhi e non vedere
Il male è… Rivoluzionari in pizzeria e fuori solo ubriachi
Il male è… Sballare la mente e annullare le coscienze
Il male è… “Si però, in fondo, a me che mi frega”
Il male è… “Sono tutti uguali”, ma scegli sempre i peggiori
Il male è… “Si hai ragione, ma non posso, ho la partita a calcetto”
Il male è... “Il sabato all’ Outlet e la domenica allo stadio”
Il male è… Cercare negli altri i nostri difetti
Il male è… Accontentarsi di sperare e vivere storie disegnate da altri
Il male è… Un sms d’auguri a Natale inviato a tutti
Il male è… Fast food americano in Italia per mangiare messicano!
Il male è… Un viaggio Low Cost pagato dallo sfruttamento
Il male è… Quest’anno vado a “Sciarmelscek”, e non sapere dove sono le Tremiti
Il male è… Vedere i poveri esibiti in Tv e non quelli che ci vivono di fianco
Il male è… La gelosia, il possesso, la violenza e chiamarla amore!
Il male è… “Io non sono razzista, però…..”
Il male è… “Il mondo fa schifo, ma io che ci posso fare?”
…………..
…………..

Il male è… Un altro rompicoglioni che ci dice cos’è bene e cos’è male!

Non si deve scrivere per chi già sa,
si deve scrivere per chi ancora non sa.
E' il prato incolto che va zappato e seminato, e per farlo è necessario abbassarsi.

Dove va il mondo?
Se continua così, sicuramente nell'indifferenziato!

Quando la line di confine tra le persone passa attraverso pancia e portafoglio anzichè tra cuore e testa,diventa inevitabilmente un muro insormontabile!

I sogni ti scelgono gratis
e poi li paghi a rate.

Beati coloro che sanno, che capiscono sempre tutto, perchè loro sarà il regno della ragione.

Le immagini vorrebbero parlare ai sordi ma spesso vengono viste dai ciechi.

Non potrei mai essere un libro. Non lascerei mai che qualcun altro ne possa scrivere la parola fine.



giovedì 16 ottobre 2014

LA SOLUZIONE E' NEL SOCIALISMO?

La dimostrazione pratica che il pensiero unico neoliberista, non solo è un fallimento, ma ha alternative concrete. Basta porre l'uomo al centro delle idee e dei progetti, invece del profitto dei pochi a danno dei molti. 





Nel cuore dell'Andalusia sorge una piccola comunità rurale che è riuscita a sconfiggere la piaga dei senza lavoro. Un esempio unico nell'Europa colpita dalla crisi e dalla recessione creato dallo storico sindaco della cittadina. Juan Manuel Sànchez Gordillo ha fondato la politica economica e sociale su un principio che ha avuto successo: non più competizione ma cooperazione. Ispirandosi ai valori del socialismo reale ha costruito nell'arco di 30 anni un sistema che garantisce la sussistenza all'intera comunità agricola. Il risultato è la piena occupazione e un sogno che resiste: l'utopia di un sistema di convivenza e produttivo diverso. Siamo andati a visitarlo. Ecco quello che abbiamo scoperto

di LUIGI POLITANO

sabato 11 ottobre 2014

CHI DIVIDE NON MOLTIPLICA


E’ notizia di pochi giorni fa quella del ragazzino napoletano che ha rischiato di morire per l’imbecillità di chi pensa che tutto sia permesso, che tutto sia un gioco e che tutto passa attraverso la lente deformante della cosiddetta normalità. E si, perché quel ragazzino era stato preso di mira perché sovrappeso, non corrispondente, quindi,  a quelli che sono i canoni imposti dall’ignoranza e dal bombardamento mediatico dell’immaginario collettivo.
Il ragazzino, avrebbe potuto essere albino, troppo alto, troppo basso di colore, rosso, o addirittura effeminato chè su questi ultimi , poi, la violenza e lo scherno sembrano quasi atti dovuti.
La società negli ultimi anni attraverso gli scenari, complessi fin che si vuole , ma tendenzialmente, tutti tesi al profitto e al mantenimento del potere attraverso mille e più modi d’indirizzo del pensiero attraverso Tv, stampa, comunicazioni subliminali da pubblicità, siti web ecc. ha approfondito le divisioni tra gli esseri umani anziché limitarle nella comprensione e nell’accettazione.
Alle tradizionali differenze di razza, sesso, classe sociale, ne sono state aggiunte e incentivate altre: quelle anagrafica, prima di tutte, con il normale conflitto generazionale padri-figli trasformato in una guerra che vede gli uni contro gli altri armati. Gli uni accusano gli altri di aver scippato loro il futuro. Gli altri accusano a loro volta di scarso impegno e di scarsa propensione al sacrificio “Eh!….ai miei tempi”.
E, purtroppo, tale lettura che ci porta a puntare il dito su quello immediatamente più vicino a me sia esso anziano, giovane, di colore o gay è stata sposata e utilizzata anche da una certa intellighenzia (es.le critiche di Zucconi al rapper Fedez  per l’inno del M5S) , che avrebbe, invece, tutte le capacità di analizzare i fenomeni con un’altra ottica e indirizzare le critiche e le censure in tutt’altra direzione.
Ad un certo punto della nostra storia sembrava che il mondo ( almeno quello occidentale) fosse quasi pronto al grande salto, da società  classista a società, se non proprio di uguali, almeno di rispetto reciproco non solo formale.
Ma i reggitori del mondo, quelli che ne detengono i fili, che indirizzano le menti che canalizzano i pensieri hanno deciso che così non avrebbe potuto essere." Poffarbacco il lignaggio, il blasone (non quello nobiliare ma quello economico) non possono abdicare al loro ruolo e alla loro funzione. Ma che davvero pensavate che il figlio di un operaio potesse contare come quello di uno di noi? Poveri illusi, ve lo abbiamo fatto credere talmente bene, che ora siete pronti a sbranarvi tra di voi." 
E noi l'abbiamo fatto, abbiamo scaricato la rabbia al nostro interno cercando e criticando ogni nostra minima differenza, scavando solchi e fossati tra gli esseri umani, criticando prima di tutti i nostri simili e perdendo di vista i veri avversari.
La lotta di classe non si è conclusa con la firma di un trattato di non belligeranza reciproca. Non ve ne siete accorti ma è stata una resa incondizionata e, come in tutte le guerre, il vincitore ha stabilito le regole e le penali da pagare.
Per i padroni la guerra tra le classi non è mai finita, l’hanno continuata, oltre che con le tradizionali armi del capitalismo, con il condizionamento, con la creazione di realtà virtuali, con l’introduzione di nuove e perniciose divisioni. Il “dividi et impera” non è mai stato così efficacemente applicato.
Oddio, cosa c’entra tutto questo con il povero ragazzino napoletano. C’entra, c’entra! Quei tre cretini, autori dell’atto, se avessero avuto una scuola, una famiglia, una società intorno che invece di esaltare la competizione e il denigrare il diverso, ne avesse coltivato l’accettazione e valorizzato l’ arricchimento  reciproco che il contatto tra diversi comporta, forse (anzi senza il forse) non l’avrebbero fatto e magari in quel momento invece di bighellonare  e rompere le scatole al prossimo sarebbero stati al cinema, in biblioteca o a manifestare per la propria condizione di sottoproletariato.
Ad maiora


MIZIO

sabato 4 ottobre 2014

SALVATE L'ART. 18


Hanno trasformato il nostro tempo in un non-tempo. I luoghi che amavi ritrovare in non luoghi. Le persone con cui stare in immagini ferme al passato quando il pensiero diventava parola e vita, dagherrotipi da ricordare e da salutare.
 “Ciao ci vediamo” sapendo di mentire e che così non sarà.
Luoghi e città non vissuti, paesaggi, persone cancellati come file.
Questo è il lavoro che cerchiamo? Quello che serve? Questo è il lavoro da salvare?
Si precarizza il tempo e i rapporti, si costruiscono  tante identità quando ne vogliono una sola, quella più insignificante.

Difendere l’art. 18 vuol dire poter sperare, non solo di continuare a mangiare, ma anche di poter sognare.


MIZIO 

venerdì 3 ottobre 2014

IN UN MONDO CHE…..



“In un mondo che non ci vuole più…….”.era l’inizio di una famosa canzone del grande Battisti degli anni ’70 . Un mondo già allora ancorato a visioni di progresso materiale poco incline a lasciare spazio ai movimenti dell’anima, del sentimento o alle sensibilità artistiche.
Ma pur nella sua imperfezione e nella sua limitatezza era ancora una società in cui lo spazio per l’autopromozione di una crescita culturale, politica o, semplicemente spirituale, era possibile e faceva intravedere all’interno del percorso vitale di ognuno la possibilità di poter scegliere la propria indipendenza in un qualsiasi momento. Il fermento artistico, culturale, politico e filosofico era costantemente presente nelle scuole, nei posti di lavoro, all’angolo di ogni strada, nei poster che ognuno appendeva nella propria cameretta.
Le barriere di classe stavano /apparentemente) progressivamente cadendo, lasciando il posto all’idea che anche i figli degli operai potessero aspirare a qualcosa dipiù e di meglio che l’occupazione degli ultimi gradini della scala sociale.
Sembrava veramente che gli immani sforzi fatti, in termini di fatica e di lotte, delle generazioni precedenti stessero finalmente dando i loro frutti., che la società tutta si stesse ritrovando in un prospetto unico d’organizzazione, in cui al primo posto ci sarebbe stato il rispetto e il riconoscimento della pari dignità di ogni essere umano.
Ma, purtroppo c’è sempre un ma, il lieto fine non fu mai scritto, anzi, i nuovi capitoli hanno riportato alle righe iniziali della storia cancellando rapidamente e subdolamente non solo dal punto di vista legislativo ma dai pensieri e dalle coscienze l’idea di una società più giusta. Questo mondo non vuole più, o forse non ha mai voluto, che le differenze economiche, di genere, di razza fossero relegate tra i fenomeni da studiare nei libri di storia. Questo mondo l’hanno scritto e imposto lor signori sin dagli albori. Sin da quando , uno dei primi esseri umani scoprì che era più facile e redditizio, far lavorare altri al posto proprio. Utilizzando, per giustificare ciò  a seconda dei periodi, la forza fisica, il presunto lignaggio, la superiorità legata a scelte divine ma fondamentalmente sempre servendosi dalla potenza economica. Cosa che garantiva la complicità e la difesa dello status quo con classi (nobili, militari, sacerdoti) che man mano andavano formandosi e che costituivano il substrato culturale con cui propagandare e difendere l’organizzazione sociale, bastando loro l’illusione di appartenere a classi elette e superiori.
Si inseguiva il sol dell’avvenire e la fantasia al potere che con una risata li avrebbe seppelliti, e invece il sole è tramontato da tempo, la fantasia l’hanno usata molto meglio i signori del mondo per condizionare, addormentare e sviare le coscienze, e la risata che sentiamo adesso è la loro mentre festeggiano la nostra sepoltura.
Craxi, Berlusconi, Prodi, Forza Italia, Lega, PD, PDL, NCD, Bossi, Grillo,,Letta, Renzi non sono che facce diverse dello stesso copione, quello di riportare l’assetto societario al suo paradigma iniziale di differenze classiste facendo cadere nel dimenticatoio come utopiche o sbagliate le ideologie che avevano permesso il riscatto delle classi subalterne.
Ora siamo al “redde rationem”, usando tutto l’armamentario ideologico, comunicativo, strategico permesso dalla loro potenza stanno sferrando l’ultimo attacco con ottime probabilità di vincere senza neanche trovare  troppa opposizione.
Mai come oggi il nostro destino è nelle nostre mani. Possiamo tentare di trattenerlo o di cederlo “pro domo sua”. Sapendo, però, che se decidessimo di resistere (cosa di cui mi permetto di dubitare) le mosse immediatamente successive sarebbero le loro e ci porterebbero a dover affrontare situazioni ad oggi solo teorizzabili. Il potere non ha mai disdegnato, ad esempio, di utilizzare la guerra come strumento di distrazione sociale, così come non disdegna, in chiave più moderna, l’uso del ricatto economico minacciando chiusure, delocalizzando aziende, favorendo una globalizzazione del bisogno e della perdita di diritti ben sapendo che con le loro pance piene loro possono permettersi di aspettare sulla riva del fiume.
E a quel punto forse, saremo chiamati, a dover prendere impegni e decisioni decisamente più radicali. Se il mondo non ci vuole più (almeno liberi) dovremo fare in modo di riprenderci il mondo!
Come? Ne riparleremo!
Ad maiora


MIZIO