venerdì 30 settembre 2011

LORO NON CAMBIANO? CAMBIAMO LORO!

 





La manovra finanziaria del governo approvata pochi giorni fa è indubbiamente un manovra classista che, va a colpire sopratutto le classi lavoratrici e le categorie  meno protette,  tagliando con la scure le spese per i servizi, aumentando le tasse al consumo, abbassando drasticamente i già carenti e insufficienti fondi per il welfare , proteggendo, invece, gli evasori, i ricchi, i furbi  e, soprattutto, la casta con ridicoli provvedimenti che troveranno, se mai la troveranno, applicazione nella prossima legislatura. Ma non è su questo che vorrei ragionare, l’opposizione a questa manovra, e alle politiche economiche degli ultimi venti anni, non può essere episodica e legata esclusivamente al singolo provvedimento. Quella che stiamo vivendo non è una semplice crisi come ce ne sono state altre in passato è una vera e propria implosione del sistema capitalistico liberista e finanziario che, sposato entusiasticamente da ( quasi) tutte le forze politiche negli ultimi venti anni, che vedevano in questo un modello che avrebbe permesso loro di limitare le giuste aspettative dei lavoratori e con l’introduzione di strumenti di ricatto, ne permettesse un più facile sfruttamento utilizzando gli spauracchi della competizione globale e del debito pubblico.
Ma evidentemente qualcuno o qualcosa, più grande e potente dei singoli poteri politici, utilizzava questi per i propri fini che, solo  in parte erano condivisi. Ora è apparso chiaro che potentati economici si muovono indipendentemente e infischiandosene anche di quelli che fino a ieri erano i propri alleati (subordinati)  politici, ricattando e richiedendo con gli interessi la protezione e complicità accordata loro in passato.
Allora che fare? I soliti noti stanno portando avanti una campagna d’informazione mediatica martellante tutta tesa a convincere il maggior numero possibile di persone che l’unica strada percorribile, purtroppo, è quella dei sacrifici per liberarci dal giogo del debito pubblico. Mentono sapendo di mentire, la mole dei debiti di tutti i paesi coinvolti (USA compresi) raggiunge cifre talmente alte che è quasi impossibile solo immaginarle, il che rende ne rende improbabile l’estinzione almeno per i prossimi cento anni. Quindi la mole di sacrifici richiesti serve a due obiettivi,uno apparentemente corretto che è quello di riportarne a un tasso di interesse sostenibile la restituzione, potendo essere solo questo, e non altri, un obiettivo realistico, ma che rischia, comunque, di seppellire per decenni qualsiasi aspettativa di miglioramento sociale soprattutto per i giovani. L’altro obiettivo, meno evidente è la privatizzazione di tutti quei servizi, nazionali e locali ancora pubblici che aprirebbe, per i soliti gruppi, prospettive di immensi guadagni, non garantendo ne servizi migliori, ne minori spese, ne livelli occupazionali paragonabili ai precedenti, come ci hanno insegnato tutte le privatizzazioni e liberalizzazioni avvenute negli ultimi anni.
Le opposizioni a tutto questo propongono, accanto a giuste ma sterili critiche, risibili e non sostanziali proposte alternative, non mettendo in discussione l’assunto principale, come, invece, hanno fatto e stanno facendo in Islanda (vedi post prec.). Fondamentale in questa fase è far pagare chi non ha mai pagato e si è arricchito quasi sempre in maniera truffaldina, sottraendo risorse all’intera comunità, e sappiamo tutti chi sono; si mettano sul banco degli imputati i veri responsabili di questa situazione, in primis i potenti gruppi finanziari e i loro bracci armati: le banche; si riportino sotto il controllo pubblico le Banche Nazionali, sottraendole alla partecipazione interessata delle banche private; si metta il bavaglio e si sterilizzi la mortifera azione delle agenzie di Rating che, a seconda degli umori dei loro protetti e interessi, con un + o un – stabiliscono il livello di vita di interi popoli. Addirittura, ultimamente, utilizzando, anche, l’effetto annuncio, dando così indicazioni per tempo ai gruppi di speculatori su chi e quando azzannare.
Un sistema che favorisce pochi a discapito dei molti, che insegue l’aumento continuo ed esponenziale del profitto, non più legato a produzioni , intellettuali o materiali, ma semplicemente ai “capricci”del momento, non è più presentabile come l’unico modello valido per la società.
Il modello capitalista-liberista, svincolato da regole che non siano quelle del libero mercato, ha mostrato tutti i suoi limiti e le sue ciniche ingiustizie, oltre a produrre danni ambientali tali da mettere in discussione l’esistenza della vita stessa sul pianeta.
Quindi approfittare di questa crisi globale per rimettere tutto in discussione oltre che possibile è necessario, ne sono, ormai convinti in molti e da molte parti si invoca un’inversione di rotta a 90°,
Ci vogliono pochi ingredienti: coraggio, competenza, onestà e partecipazione. Tutte qualità che, purtroppo mancano ai nostri rappresentanti, talmente legati e interessati al sistema, da essere incapaci di avere una solo idea diversa e innovativa, e provare fastidio e allergia a qualsiasi ipotesi di cambiamento.
Loro non cambiano? Cambiamo loro!

MIZIO

giovedì 29 settembre 2011

ANIMALI E BIODIVERSITA'

     




Le foreste ospitano ancora due terzi delle specie viventi terrestri, e la loro distruzione ha moltiplicato le estinzioni di 1.000 rispetto al tasso naturale, forse molto di più.
Le foreste sono la più ricca espressione di tre milioni di anni di evoluzione della vita sulla terra. Nonostante ricoprano appena il 6 per cento della superficie terrestre, le foreste ospitano oltre due terzi delle specie animali e vegetali terrestri: centinaia di migliaia di piante e animali, e letteralmente milioni di insetti. Molte di queste specie sono ancora sconosciute, e già le stiamo perdendo. Infatti la queste meravigliose foreste sono in pericolo, e la scomparsa degli habitat forestali ha moltiplicato le estinzioni di 1.000 rispetto al tasso naturale, e forse molto di più. 

Secondo l'IUCN sono ormai quasi 45.000 le specie da considerarsi minacciate I nostri parenti più stretti nel mondo animale: scimpanzè, gorilla, e orangutango sono destinati ad estinguersi entro i prossimi decenni, se continuiamo a distruggere le foreste che li ospitano. Difatti si parla di un numero di estinzioni che va da 50 alle 130 ogni giorno. Stiamo affrontando la più drammatica ondata di estinzioni dalla scomparsa dei dinosauri, 65 milioni di anni fa. Un disastro ecologico che si consuma con una rapidità senza precedenti. Basti pensare che le precedenti crisi si erano determinate in milioni di anni e in presenza di catastrofici fenomeni naturali.

http://www.salvaleforeste.it

mercoledì 28 settembre 2011

FARE DI PIU' CON MENO

Il Giornale Online




Richard Buckminster Fuller Jr. è nato a Milton, Massachusetts, il 12 Luglio 1895 e ha introdotto idee rivoluzionarie nei campi dell'architettura, design, ingegneria, cartografia e matematica divenendo conosciuto come "il genio amico del pianeta". Fuller si definiva un "Comprehensive Anticipatory Design Scientist" e ha dedicato la sua vita alla ricerca di strategie che rendessero l'umanità "un successo nell'Universo". Egli credeva che l'evoluzione umana potesse essere promossa al meglio riformando l'ambiente vitale tramite il design a tutti i livelli, piuttosto che riformando le persone tramite l'economia e/o la politica.

E' ora possibile dare ad ogni uomo e donna sulla Terra, uno standard di vita paragonabile a quello di un moderno milionario.

Questa non è una opinione o una speranza, è un fatto dimostrabile ingegneristicamente. Questo può essere fatto usando la tecnologia già esistente e le risorse fisiche già recuperate, raffinate e messe in ricircolo. Questo sarà un successo sostenibile inerentemente per tutta l'umanità e le generazioni future. Può essere compiuto non solo in dieci anni ma con la graduale diminuzione dell'uso di carburanti fossili ed energia nucleare. La nostra strategia tecnologica rende incontrovertibile il fatto che possiamo vivere nel lusso tramite l'energia solare e prodotta dalla gravità. La quantità di energia cosmica che arriva come radiazione sul pianeta Terra ogni minuto, è superiore a tutta l'energia usata in un anno dall'umanità intera. Il Gioco Mondiale rende chiaro che abbiamo quattro miliardi di miliardari sul nostro pianeta, come rappresentato dalla ricchezza reale, il cui fatto viene tenuto oscuro al pubblico, dal gioco monetario e dal suo sistema di credito.

Così troviamo tutte quelle persone che producono beni di alcun supporto per la vita, che si recano al lavoro nelle loro auto e negli autobus, spendendo trilioni di dollari di petrolio al giorno, per arrivare a quell'attività che non produce vera ricchezza. Non serve un computer per capire che pagarle per restare a casa, salverebbe l'Universo e trilioni di dollari dell'umanità ogni giorno.

Efemeralizzazione - l'umanità deve apprendere a fare di più con meno

Come studioso da lungo tempo di investimento estero, vedo uno schema che si forma. Tra il 1938 e il 1940 ero nello staff di Fortune magazine come consulente scientifico e tecnologico e i miei ricercatori hanno raccolto tutte le statistiche per il numero del decimo anniversario di Fortune, "USA and the World". In questo numero ho scoperto e provato nuovi fatti socioeconomici, per la prima volta nella storia dell'economia industriale:

1. La ricchezza economica dell'economia Americana (o qualsasi altra economia industriale), non era più rivelata (come nel passato) dal tonnellaggio totale della sua creazione di prodotti, ma dalla quantità di energia elettrica generata da tale attività, il tonnellaggio non era più il criterio, perchè

2. stavamo facendo così tanto lavoro in più con così meno peso in materiale, erg di energia e secondi di tempo per ogni data funzione

Anche se al tempo era il riferimento principale indicante la salute economica di ogni nazione, il tonnellaggio non rappresentava più la prosperità. La quantità di energia generata elettricamente e consumata, divenne l'indicatore della salute economica. Non esiste un capitolo nei libri di economia sul come fare di più con meno. Gli economisti tradizionalmente cercano di massimizzare quello che hai, ma l'idea che tu possa passare dal filo al wireless o dalla struttura visibile alla strutturazione in lega invisibile, non l'hanno avuta. Era fuori dal loro punto di vista, oltre la loro visione. Gli economisti sono specialisti addestrati a vedere solo una cosa in particolare.

Nel mio magazine Shelter del 1930-33 e nel mio libro del 1938 Nine Chains on the Moon, ho identificato questa efemeralizzazione progressiva del fare di più con meno. Anche se il magazine Fortune ha pubblicato il mio concetto di efemeralizzazione del 1922, nel numero del decimo anniversario del 1940 e nonostante l'efemeralizzazione abbia in seguito portato epocali avanzamenti nello standard di vita di due miliardi di umani prima deprivati, l'efemeralizzazione è un fenomeno che nel 1980 è ancora largamente sconosciuto o ignorato dagli economisti professionisti del mondo. Inoltre, la combinazione dell'accelerazione e dell'efemeralizzazione ha ora elevato il 60% di tutta l'umanità dal 99% di povertà del 1900 alla realizzazione di uno standard di vita superiore a quello di ogni re, magnate o altri potenti umani precedenti al ventesimo secolo.

Da Critical Path, Buckminster Fuller, 1982.

"Fuller intende in Critical Path, che molti di quelli che esercitano una attività lucrativa, non fanno nulla di vitale alla creazione di sistemi sostenibili a supporto della vita. Il prezzo di mercato è solo la punta dell'iceberg di un sistema di spinte e tirate. Alla fine della catena di un jeans economico c'è la canna di una pistola, puntata contro persone che non possono provare la permanenza legale sulla terra che i loro antenati hanno coltivato per generazioni. I prezzi che paghiamo nascondono molta forza bruta alle spalle, non solo parti che fanno libere scelte. Fare cassa per mantenerne il valore, facendo in modo che quelli che lo hanno temano lo stato miserabile di quelli che non lo hanno, è un sistema coercitivo, non amante della libertà"
Kirby Urner 

Buckminster Fuller Institute 


http://www.altrogiornale.org

DONARE GLI ORGANI? ADESSO NO GRAZIE...SONO ANCORA VIVO!


E' ormai da qualche anno che a New York un allarme silente e' scattato nelle case. Attenti: quando chiamate il 118 per un familiare in gravi condizioni potrebbero arrivare le “squadrette della morte”: giungono in un baleno e, prima ancora di verificare se le sue condizioni siano recuperabili, gli praticano una fiala di eparina, poi effettuano un crash cerebrale, una pratica definita in gergo “Minnesota”, con annientamento del cervello sul piano cognitivo, ma non su quello metabolico. In pochi minuti ecco trovato un nuovo donatore di organi, pronto a colmare la fame di fegati, cuori, reni e cornee che negli Stati Uniti (ed oltre) letteralmente dilaga. Per questo “geniale” procurement l'equipe riceverà qualcosa come 100mila dollari. Cash. Visto che non ci sarà nemmeno bisogno di convincere i parenti a donare gli organi.

La rivelazione arriva da un chirurgo di fama internazionale, Rocco Maruotti. Lui e' un foggiano di origine, vive da sempre a Londra ed ha esercitato per decenni la sua attivita' nelle sale operatorie di Pittsbourgh. Oggi, dopo un atroce dramma familiare, e' entrato nella crescente schiera di ricercatori ed intellettuali afferenti a Science and Democracy, centinaia di uomini e donne che in tutto il mondo si battono per restituire dignita' e diritti ad esseri umani sempre piu' massacrati e mercificati dalle logiche del profitto, in medicina ed oltre.

«Quando si arriva in ospedale con un familiare gravissimo o questo viene soccorso in casa dall'ambulanza, in genere sono anche i familiari a perdere ogni barlume di lucidita'. Sopraffatti dal panico, diventano la preda ideale per la speculazione. Lo sanno bene i professionisti dell'e-procurement, che studiano per anni le tecniche di marketing da applicare in questi casi. Primo: non bisogna dare ai familiari nemmeno un istante per pensare; secondo: evitare in qualsiasi modo l'approccio diretto col malato, niente carezze o tentativo di risveglio. La persona in trauma cranico o colpita da ictus e' gia' un ammasso di organi da espiantare, nulla deve ricondurre alla sua personalita', a sentimenti come amore o speranza». Piuttosto, tutto deve confluire nei messaggi propagandistici intorno al concetto di eternita'.

Fra le slides mostrate da Rocco Maruotti ce n'e' una che agghiaccia piu' delle altre. E' la locandina di una pubblicita' affissa in diversi posti degli States e mostra una giovane e bella ragazza dallo sguardo ammiccante. La scritta: “C'e' un solo modo che voi avete per entrare dentro questa ragazza, donarle i vostri organi». In basso, le modalita' di acquisto della “Donor card”.

IL BOIA DELL'ESPIANTO

Non usa mezzi termini, il professor Maruotti. E va giu' ancor piu' duro: «il donatore di organi e' atteso da una morte tripla. La prima, quando subisce il trauma cranico. La seconda, quando viene artificiosamente “resuscitato” per essere curarizzato e subire l'espianto; la terza quando gli vengono amputati i grossi vasi per prelevare i suoi organi mentre il cuore batte». Maruotti parla di una «agonia prolungata» che non trova eguali nella storia dell'umanita'. E ricorda quel boia dei penitenziari statunitensi, che si vantava di uccidere in meno di 9 secondi per accorciare il tempo della sofferenza. O ancora il genocidio dei nazisti, «che almeno non chiedevano alle vittime o ai loro familiari di apporre una firma di assenso al proprio omicidio». Nei trapianti non e' cosi': «tu firmi e l'agonia dura non meno di 24-48 ore». La “colpa”, quella dannata “colpa”, e' degli air bag, che salvano ogni anno la vita a centinaia di migliaia di persone coinvolte in incidenti stradali. Per esempio, il tasso di mortalita' sulle autostrade italiane e' passato dall'1,14% del 1999 allo 0,52 del giugno 2010. E il Progetto Mister della Regione Emilia Romagna ci ricorda che gli incidenti stradali rappresentano infatti la prima causa di morte per la popolazione di eta' compresa tra i 14 e i 29 anni.

Senza contare le regole per la sicurezza sul lavoro, i caschi obbligatori agli operai nei cantieri... Cosi' vanno “perse” altrettante giovani vite in grado di donare organi e i reparti ospedalieri rischiano la chiusura. Che facciamo? Scendiamo in piazza per salvare i posti di lavoro ai chirurghi trapiantisti rimasti disoccupati? O vogliamo organizzare una colletta per rimpinguare le casse di Big Pharma, i cui farmaci anti-rigetto (in primis la Cyclosporina della Novartis) restano ad ammuffire per mesi negli scaffali? I ricercatori di SeD ricordano in proposito che l'industria farmaceutica spende il 75% in attivita' di marketing, mentre mediamente solo il 20% e' dedicato alla produzione e appena il 2% alla ricerca.

QUEL SALAME COSI' UMANO

E cosi' l'orrore non ha fine. Maruotti racconta cosa ha visto con i suoi occhi in Cina: un salame di carne umana. Carne scadente, naturalmente, visto che si tratta di muscoli e grasso dei detenuti, condannati ad esecuzioni capitali, non senza essere stati prima accuratamente espiantati. Loro erano cattivi (magari avevano osato protestare nelle piazze contro gli abusi del regime). Ma gli organi, beh, quelli dovevano essere buonissimi: prima l'espianto, poi l'esecuzione capitale. Infine, siccome del maiale non si butta via niente, ecco con gli avanzi di quei prigionieri una serie di belle collane di salami. A Pechino e dintorni pare ci sia chi le acquista. Magari solo come souvenir.

«Il principio - riprende Maruotti - come e' stato giustamente affermato da diversi antropologi, e' quello del cannibalismo. Ecco, l'espianto-trapianto e' una forma di cannibalismo non orale, una situazione in cui riusciamo a non sentirci in colpa, martellati come siamo dai condizionamenti medico-mediatici. E' insomma in atto un processo di de-umanizzazione, compresa la tendenza a concepire i diversi, e quindi anche gli ammalati gravi, come non-umani. Cosi' accadeva al popolo che assisteva alle esecuzioni capitali nelle piazze, incitando il boia».

LA RIVOLTA DEI CAMICI

A fronte di una spesa crescente per le attivita' di procurement, ivi comprese le sempre piu' sofisticate tecniche di persuasione dei familiari, ad infliggere un duro colpo alle frenesie trapiantistiche sta provvedendo una presa di coscienza - tanto inattesa, quanto generalizzata - estesa alla intera classe medica. In Italia il Sistema Informativo Trapianti annesso al Ministero della Salute fino a tutto luglio 2011 segnala che sono stati effettuati 1.100 trapianti su 1.111 donatori. Mancano alcuni mesi alla fine dell'anno, ma il calo appare gia' sensibile rispetto al 2010 (2.875 trapianti) e al 2009 (2.322).

Un gruppo di chirurghi australiani ha affermato categoricamente che c'e' un solo modo per sottrarsi alla pratica dell'espianto: ribellarsi con ogni mezzo, anche a costo di “dare di matto”, quando il familiare arriva in ospedale in gravi condizioni. «Urlate, minacciate, denunciate!», e' la loro esortazione.
La levata di scudi da tempo coinvolge anche anestesisti ed infermieri di questi reparti, cui la legge italiana non riconosce alcuna possibilita' di obiezione. Per quasi tutti, la scelta e' quella, quando e' possibile, di chiedere il trasferimento ad un'altra unita' ospedaliera. Soprattutto da quando le piccole voci, che una volta denunciavano in totale isolamento questi fenomeni, stanno diventando un coro. La notizia e' sempre quella: non esistono medici donatori di organi. E se ci sono, cio' avviene solo sulla carta. Lasciate che a donare siano gli altri: il loro motto resta sempre quello.

A Rocco Maruotti il cuore dal petto e' stato strappato per davvero. Se oggi dedica la sua vita a contrastare, da luminare della scienza, la pratica «aggressiva ed estorsiva» dei trapianti, e' perche' lui, proprio lui, il famoso chirurgo di Pittsbourgh, un dannato giorno del 2009 si e' trovato a passare dall'altra parte. Era tornato da Londra con la famiglia per trascorrere qualche giorno in provincia di Foggia. Con lui il piccolo Sacha, 5 anni, la gioia attesa da una vita. Durante la visita ad una famiglia di amici il bambino si sporge troppo, cade, batte la testa.

Racconta Rocco: «Sono morto io, in quel momento. Me lo hanno portato via. Ero come paralizzato, non sono riuscito ad oppormi all'espianto».
Cosi' lui, che peraltro di trapianti nel corso della sua lunga professione non ne aveva mai eseguiti, ha trovato la forza per studiare e far conoscere al mondo tutti gli osceni dettagli di questa pratica mortifera, fino a descrivere minuziosamente le tecniche adottate per conferire ai familiari piu' titubanti quella «magnifica sensazione d'immortalita' che si acquista donando gli organi dei propri cari». Da li' partono quelle oceaniche manifestazioni celebrative che sono poi il cuore di tutte le organizzazioni dei cacciatori di organi, lautamente finanziate dai governi. «A queste manifestazioni - aggiunge il chirurgo - non vengono pero' mai invitati i familiari dei donatori, bensi' solo i trapiantati. Servono essenzialmente ad oscurare la tragedia della morte, a negare la sofferenza umana. E a sancire il concetto per cui un corpo diventa denaro». Inutile dire che i chirurghi dissenzienti vengono espulsi dalle organizzazioni scientifiche “istituzionali”. Se giovani, restano generalmente senza lavoro.

Per contrastare il linguaggio orwelliano della propaganda trapiantistica, Rocco Maruotti adotta nelle sue conferenze in giro per il mondo i termini brutali che i medici usano in questi casi fra loro. Niente “doni”: solo squartamento ed eviscerazione di pazienti ancora vivi.

Rita Pennarola 
Fonte: www.lavocedellevoci.it



martedì 27 settembre 2011

BAVAGLIO AL WEB, RITORNA LA NORMA "AMMAZZABLOG "






di Martina Strazzeri

Nonostante i suoi aspetti negativi, Internet rappresenta sicuramente un' invenzione che ha rivoluzionato in positivo per sempre il corso della storia. Tuttavia, alcuni dei nostri politici non la pensano in questo modo. L'avvocato Carlo Blengino del centro Nexa per Internet e Società ha scritto sul Post: «Per quanto ci si possa ingegnare, non si può pensare di tutelare sul web i diritti come conferiti dall’attuale legge sul diritto d’autore». E ancora: «Controllare internet, ammesso che si possa farlo, è un’ambizione di molti, primi fra tutti i politici ed i governi». La proposta di legge C. 4549 a firma dell’On. Centemero , «Modifica degli articoli 16 e 17 del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, in materia di responsabilità e di obblighi dei prestatori di servizi della società dell’informazione e per il contrasto delle violazioni dei diritti di proprietà industriale operate mediante la rete» –assegnata alla X Commissione Attività Produttive il 12 settembre e il prossimo «regolamento» Agcom a tutela del diritto d’autore, spostano la responsabilità dagli utenti agli Internet provider. Tuttavia, ha aggiunto Blengino, «il tentativo di criminalizzare un'intera generazione di nativi digitali è fallito».

Così, vista l'impossibilità per i legislatori e para-legislatori di colpire i fruitori, nell'occhio del mirino finiscono gli internet service provider. In tal maniera, gli intermediari della comunicazione divengono responsabili dei contenuti che veicolano. Il punto 13 della risoluzione del Parlamento europeo sulla governance di internet recita così «il Parlamento invita i governi ad evitare di imporre restrizioni all’accesso internet mediante censura, blocchi, filtri o con altri mezzi e ad astenersi dal chiedere ad enti privati di farlo; insiste sulla necessità di salvaguardare un internet aperto, in cui gli utenti abbiano la facoltà di accedere all’informazione e diffonderla o di eseguire le applicazioni e i servizi di loro scelta, come stabilito nel quadro regolamentare riformato delle comunicazioni elettroniche».
http://vergognarsi.blogspot.com

sabato 24 settembre 2011

UN' ILLUSIONE CHIAMATA REALTA'





Negli anni quaranta, Dennis Gabor, premio Nobel per la fisica, sviluppò una teoria matematica che solo venti anni dopo, grazie allo sviluppo tecnologico, poté essere meglio esposta e compresa. Essa infatti richiedeva l’invenzione del laser, per apparire in tutta la sua strabiliante originalità. Stiamo parlando di quella che potrebbe rivelarsi la scoperta più sconvolgente nella storia del pensiero scientifico contemporaneo, la quale aprirebbe scenari e possibilità mai ipotizzate prima d’ora.
“Nel 1982” – spiega il Prof. Richard Boylan, “un équipe di ricerca dell’Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha condotto quello che potrebbe rivelarsi il più importante esperimento del ventesimo secolo. Aspect ed il suo team hanno infatti scoperto che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente l’una con l’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di dieci metri o di dieci miliardi di chilometri. E’ come se ogni singola particella sapesse cosa stiano facendo tutte le altre.
Questo fenomeno può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce è da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente. Poiché la maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l’ipotesi più accreditata è che l’esperimento di Aspect sia la prova che il legame tra le particelle subatomiche sia effettivamente di tipo non locale”.
Nel suo libro “La realtà quantistica”, Nick Herbert afferma che la non-localizzazione delle particelle spiegherebbe questa loro incredibile comunicazione non mediata né da campi né da nessun altro fenomeno (proprio perché le loro influenze e i loro contatti avverrebbero all’istante). Nessun filosofo e nessuno scienziato avrebbe mai pensato che le categorie di spazio e tempo, si sarebbero potute annullare così facilmente! Nonostante ciò, le quattro forze fondamentali della natura (forza gravitazionale, forza elettromagnetica, interazione nucleare forte e interazione nucleare debole), possono tranquillamente essere descritte senza ricorrere ai concetti della non-localizzazione.
Ma allora perché proporre questa teoria? Semplicemente perché le spiega ancora meglio!
Parlando della non-località applicata alla forza gravitazionale: come fa la terra a sapere che io ci sono, per tirarmi verso il basso?! Oppure riguardo all’interazione nucleare forte: perché un elettrone rimane intorno al nucleo piuttosto che andarsene altrove? Cioè, come fanno a comunicare? Non solo…
Il modello non-locale della realtà può addirittura condurre la fisica teorica verso quello che è stato il principale obbiettivo di Einstein: la definizione di una quinta forza, una superforza che racchiuda e spieghi in sé tutte le altre interazioni della natura.
Nel 1964 il fisico irlandese John Stewart Bell, dimostrò l’effettiva esistenza di un mondo non localizzato. In una prova matematica confermata da diversi esperimenti, chiamata “Teorema di Bell”, egli dimostrò che l’ipotesi secondo cui il mondo è intrinsecamente localizzato, è assolutamente errata. Se da tempi antichi, se non antichissimi, questa teoria si dà per scontata (considerandola nemmeno come tale ma come dato di fatto), per lo meno in ambito esoterico, ai giorni nostri sono veramente tanti, e aumentano a vista d’occhio, gli studiosi coraggiosi e i ricercatori all’avanguardia che cominciano ad appoggiarla: pensiamo a Capra, Bateson, Prigogine, Laszlo, Jantsch, Talbot ecc.. D’altronde anche eminenti fisici quali Einstein, Pauli, Bohr, Schrödinger, Heisenberg e Hoppenheimer non erano del tutto contrari ad una visione del mondo arricchita anche da una valenza prettamente spirituale. Arrivare però a dire che la realtà è un’illusione confermando quanto vanno dicendo da millenni le tradizioni esoteriche, sia Occidentali che Orientali, è veramente rivoluzionario. E’ addirittura esageratamente oltraggioso, quasi ridicolo agli occhi di qualche scienziato legato a modelli di comprensione tradizionali – o forse verrebbe da dire “superati” – se non fosse per la levatura scientifica di colui il quale illustrò ancora più approfonditamente questa incredibile scoperta.
Sto parlando ovviamente di David Bohm, già collaboratore di Einstein e Professore di fisica teorica al Birbeck College di Londra.
Da poco scomparso, e già fortemente rimpianto, Bohm, fu uno dei più illustri scienziati dell’era contemporanea. Costui, grazie al concetto di “ologramma” è riuscito a spiegarci in termini scientifici che cos’è il velo di maya di cui la filosofia indiana, ha sempre parlato, illuminando gli occhi di chi ha orecchie attente.
Dalle teorie di Bohm, si evince che le energie elettromagnetiche e l’intera realtà fisica, sono create dalla prodigiosa e “magica” natura delle particelle subatomiche, le quali, incredibilmente, si presentano sotto il duplice aspetto di particelle e di onde. Ciò permette a tali particelle di rimanere in contatto e di venire quindi informate a vicenda, indipendentemente dalla distanza che le separa, la quale dunque, a questo punto, è una pura illusione. Le distanze quindi, servirebbero alla mente, per organizzare meglio i dati sensoriali provenienti dal mondo “esterno”, esse però, tranne che nella costruzione di questo ordine mentale, non esistono in realtà. In sostanza, secondo Bohm, le particelle non sono entità individuali ma estensioni di uno stesso organismo, e il fatto che appaiano separate, deriva dalla nostra incapacità di vedere la realtà nella sua interezza. Noi vediamo solo la parte e non il tutto, non riuscendo dunque a capire che il tutto è la parte e la parte è il tutto.
Immaginiamo un acquario, al cui interno sta nuotando un pesce. Noi non vediamo il pesce a occhio nudo ma solo grazie a due telecamere, una posizionata di fronte all’acquario, l’altra di lato. All’apparenza sembrerebbero due entità separate, due pesci diversi, uno visto da davanti, l’altro di lato ma guardandoli meglio potremmo scoprire un legame interessante: quando uno si gira, si gira anche l’altro. Ignari dell’esperimento, potremmo addirittura pensare che i due pesci comunicano tra loro, istantaneamente e misteriosamente. Il comportamento delle particelle subatomiche è altrettanto misterioso, e non fa che accreditare l’esistenza di un livello di realtà, del quale noi non siamo minimamente consapevoli.
Grazie agli ologrammi prodotti dal laser, Bohm, in sostanza, è arrivato a scoprire che la minima parte dell’ologramma di un oggetto contiene l’oggetto intero. Tutto ciò è assolutamente sconvolgente. Se noi produciamo l’ologramma di una rosa e poi scomponiamo in piccolissime parti quell’ologramma, non perderemmo mai l’oggetto nella sua interezza, pur avendolo più volte diviso! Esso infatti è contenuto in ogni singola frammentazione, in ogni – a questo punto apparente – divisione della rosa stessa.
Karl Pribram, neurofisiologo dell’Università di Stanford, ha avvalorato ancora di più la natura olografica della realtà, grazie a numerosi studi condotti su ratti, a cui veniva asportata una parte di cervello. Nonostante diverse e successive asportazioni infatti, i ratti continuavano a conservare i ricordi, dei quali dunque, in seguito all’esito degli esperimenti, non si può più ammettere un’esistenza localizzata. La stessa capacità umana di attingere all’istante, ad un qualsiasi ricordo, tra miliardi e miliardi di informazioni contenute nel nostro cervello, non fa che avvalorare la non-localizzazione dei ricordi, e quindi la non “catalogabilità” del tempo.
Queste importanti rivelazioni, di parte del mondo scientifico contemporaneo, che per chi ha familiarità con l’energia e le sue incredibili manifestazioni, non sono che l’ennesima conferma di saggezze antiche, possono dunque dirigere il mondo intero verso una convivenza migliore. Se tutto è connesso infatti, è assolutamente controproducente da parte di un essere, provocare il dolore o addirittura la morte di un altro essere. Ad un livello profondo di realtà infatti, Bohm direbbe “implicito”, è come far male a se stessi.
Gli indiani parlavano di karma, ma ne parlavano già 3.500 anni fa.
Dobbiamo aspettare ancora?
Autore: Lucio Giuliodori / Fonte: luciogiuliodori.net/


http://www.ecplanet.com

C'E' UNA REGIA DIETRO LA CRISI ECONOMICA?







La crisi greca, l’attacco al debito dell’Italia, i rischi per l’euro, le proposte inflazionarie per il dollaro, lo yuan volutamente sottoquotato stanno scuotendo i Paesi e i governi nel mondo intero. Tutto sembra andare secondo un disegno calcolato: costruire un governo economico universale “di tipo monocratico”. L’analisi di un economista politico (Prima di due parti).

Proprio stanotte l’agenzia Standard & Poor’s ha abbassato il rating del debito sovrano italiano, portandolo da A+ ad A, accrescendo i timori per alcuni foschi scenari nella crisi economica mondiale, una crisi – diciamo subito – che a noi sembra “una demolizione controllata”, con scopi precisi.
Le contraddizioni insite nell’economia mondiale e nel suo modello di sviluppo sono oggetto da sempre dell’attenzione di AsiaNews. Fin dal 2003 abbiamo proposto ai nostri lettori un’analisi controcorrente, spesso anche molto critica rispetto al pensiero dominante. In questo la nostra particolare attenzione all’Asia ed in particolare all’economia cinese si è rivelato un vantaggio prezioso.
Grazie ad essa, infatti, prima di molti altri, abbiamo potuto osservare e chiarire alcuni fenomeni che poi sono divenuti elementi comuni ed imprescindibili di qualsiasi seria analisi economica successiva. La globalizzazione, così lodata fino a pochissimi anni fa, si è basata, infatti, su di una simbiosi singolare: da una parte ha alimentato una crescita asiatica ed in particolare cinese, imperniata sulle esportazioni, con tassi intorno al 10 % annuo, mantenuti per di più quasi costanti per circa un ventennio; dall’altra parte una rapida trasformazione dei Paesi occidentali ed in particolare degli Usa in economie non più manifatturiere, ma basate su servizi, finanza e consumo (tra cui una consistente spesa militare), alimentati dall’emissione monetaria.
Senza precedenti nella storia sono sia la durata ed il ritmo di crescita cinese, sia l’esplosione del debito pubblico (e privato) occidentale ed in particolare americano, passato ufficialmente dal 60 % circa a più del 100 % in pochi anni. Si tratta in entrambi i casi di un meccanismo truffaldino che si autoalimenta: da un lato il tasso di cambio cinese fortemente ed artificialmente sottovalutato rispetto alla parità di potere d’acquisto (dal 30% al 45%, un’imbattibile sovvenzione alle esportazioni cinesi) e dall’altro un’emissione di moneta di riserva valutaria (principalmente il dollaro) senza alcun freno e limite. Per chiarirci quest’ultimo punto basta ricordare, ad esempio, quanto affermato lo scorso agosto dall’ex governatore della banca centrale americana [1]: “Gli USA possono pagare qualsiasi debito perché possono sempre stampare moneta per farlo. Perciò ci sono zero probabilità d’insolvenza”. Infatti, c’è la certezza dell’insolenza e dell’arroganza di chi detiene il potere sovrano di battere a proprio arbitrio moneta di conto valutario.
Questa tracotanza in fondo è facile da attuare, perché non occorre disporre di miniere d’oro e d’argento, come un tempo, e non è solo monopolio americano: pochi giorni fa la Banca Nazionale Svizzera ha affermato che avrebbe difeso il tasso di cambio del franco anche immettendo una quantità illimitata di moneta nazionale. È del 16 settembre la notizia di un intervento coordinato di cinque banche centrali per l'immissione di liquidità in dollari sul mercato interbancario. Tra una settimana è probabile che Bernanke annunci una nuova ondata di “quantitative easing”, che tecnicamente è un allentamento dei vincoli di riserva ed in pratica non è niente altro che una forma di emissione monetaria mediante l’acquisto di buoni del Tesoro americano. Dopo la QE2 del novembre dello scorso anno, esauritasi nel luglio di quest’anno, sarà la volta della QE3 , cui farà seguito la QE4 e poi di seguito fino alla QEn.
Si tratta di un meccanismo simbiotico perverso ed è un’analisi che abbiamo più volte svolto e basterebbe perciò solo aggiornare i dati per riproporla. Abbiamo già scritto anche dell’esito, che è quasi scontato: un collasso finanziario, bancario ed infine economico senza precedenti. Per l’analisi rimandiamo perciò ai tanti articoli pubblicati da AsiaNews nel corso degli anni.
In merito all’esito può essere opportuno fare delle ipotesi sul quando e sul come. Dal punto di vista dei tempi si può dire che pare molto prossimo, perché di fatto tutti i fattori determinanti per il collasso sono già presenti nel sistema economico. Ad esempio, dato un tasso d’incremento di tre miliardi di dollari al giorno, già nei prossimi giorni il debito pubblico americano supererà il tetto stabilito con fatica a luglio in un accordo parlamentare tra democratici e repubblicani, mentre a metà ottobre il governo greco non avrà più euro per pagare i dipendenti pubblici. Significativo è anche che venerdì scorso, 16 settembre, Moody’s abbia annunciato che completerà la sua analisi se ridurre la propria valutazione sul debito pubblico italiano posto sotto osservazione per un suo possibile declassamento già tre mesi fa. Intanto questa notte Standard & Poor’s ha abbassato il rating dell’Italia da A+ ad A, aggiungendo che le previsioni per il Paese sono “negative”. Tutto sembra quindi coincidere e la scadenza pare imminente.
Per far precipitare la situazione sembra non manchi che una qualche scintilla, di cui non c’è penuria, e questo ci porta al come. I quotidiani economici di tutto il mondo - che sembrano muoversi all’unisono, come se non fossero possibili ipotesi diverse - in merito al debito pubblico parlano di rischio di “contagio” tra la crisi europea e quella americana. In realtà si tratta di situazioni tra loro ben diverse e pertanto in teoria facilmente isolabili tra un’area economica del mondo e l’altra. Questo perciò autorizza a supporre che la parola “contagio” stia in realtà a significare che si assisterà ad una serie di detonazioni contemporanee o a catena dal più grande al più piccolo, come in una demolizione controllata, e che questo darà l’impressione del propagarsi improvviso dell’incendio. Ad esempio, si è parlato spesso in questi ultimi due mesi del debito pubblico italiano e come questo possa essere il detonatore di un collasso generalizzato del debito pubblico in tutto il mondo. Questo da l’idea della strumentalità delle analisi proposteci.
Dato questo presunto “contagio” anche AsiaNews deve esaminare un po’ più da vicino la possibile scintilla del probabile prossimo incendio: le vicende italiane. L’Italia aveva più o meno l’attuale livello di indebitamento pubblico già all’inizio degli anni novanta. Nel corso dell’attuale crisi il debito pubblico italiano, aumentato del 7% del Pil, è stato quello che ha avuto il minore tasso d’incremento dal 2007 al 2011. Al confronto Regno Unito (47%), Stati Uniti (38%) e Giappone (37%), hanno avuto incrementi ben maggiori (il record è dell’Irlanda con un incremento del 65%) [2]. Inoltre l’Italia ha approvato in pochi mesi due manovre di riduzione del deficit di bilancio la prima, nel luglio scorso, di 25 miliardi e la seconda lo scorso 15 settembre con un’ulteriore riduzione di 55 miliardi di euro: non è poco, in relazione al Pil italiano ed al fatto che l’economia occidentale è in una fase decisamente più tendenzialmente contrattiva che espansiva. Si tenga poi conto del fatto che l’Italia ha avviato misure di riduzione strutturale del deficit della spesa previdenziale e sanitaria, con effetti di lungo termine, mentre altri Paesi non solo non l’hanno ridotto, ma hanno approvato al contrario leggi che nel futuro ne provocheranno un forte incremento. Ad esempio, negli Stati Uniti il valore degl’impegni di spesa futuri (“unfunded liabilities”) privi di copertura è di circa 115mila miliardi di dollari, e questo fa sì che il debito pubblico americano è in realtà ben superiore [3], circa 840 % del Pil, rispetto a quello pubblicato, circa il 100%.
Dal punto di vista tecnico non ha perciò senso la decisione di Moody’s dello scorso giugno di porre ora sotto osservazione il debito pubblico italiano per un suo possibile declassamento. Se poi, a fine mese, dopo che l’Italia ha approvato ed attuato una doppia manovra di rapida e forte riduzione del deficit pubblico, operativa già dal 2011, Moody’s dovesse confermare, come è probabile, una valutazione peggiorativa, si arriverebbe al ridicolo. Tale valutazione peggiorativa andava fatta 10, 20, 30 anni fa, quando il debito pubblico italiano cresceva, non ora. Farlo oggi è molto sospetto.
Il fatto è che chi fornisce tali valutazioni - Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch, le tre agenzie di valutazioni di merito (“rating”) relative ai titoli di credito - è privo di credibilità in termini di autonomia ed imparzialità a causa dell’enorme conflitto d’interessi per gli intrecci azionari relativi agli azionisti di controllo. Dalla tabella riportata in calce la malafede di Moody’s è peraltro evidente. Moody’s, deve il suo monopolio mondiale - che si spartisce con le due altre agenzie consorelle - ad una società di diritto privato, davvero poco nota al di fuori di circoli molto ristretti, la International Swaps and Derivatives Association, Inc., ISDA. È la società consortile di un gruppo esclusivo di operatori sul mercato dei derivati, il cui valore nominale globale d’interscambio è pari a circa 10-12 volte il Pil mondiale. È perciò triste, ma logico, che una piccola società come Moody’s si presti probabilmente a qualche piccolo favore, a qualche piccolo mercimonio sulla pelle della gente comune.
Probabilmente proprio Moody’s fornirà dunque la scintilla per innescare il collasso del sistema monetario e finanziario mondiale. Sarà perciò una demolizione controllata, come quella dell’edificio WTC 7 [4], il terzo edificio crollato a New York l’11 settembre 2001, molte ore dopo che i due aerei si erano schiantati contro le Torri Gemelle. È chiaro che, quando ancora non si poteva supporre che il governo Berlusconi, questo impiccio, sarebbe riuscito a far approvare la messa in sicurezza dei conti pubblici italiani, qualcuno ha stabilito che l’Italia andava “tirata giù” in autunno. Malgrado la sopravvenuta incongruenza non è stato possibile, se ne può dedurre, modificare in corsa la scaletta, da tempo accuratamente preordinata, a beneficio della logica argomentativa dei mezzi di comunicazione internazionali. Lo spettacolo deve continuare secondo il copione originario.
Pur non avendo copia di questa scaletta (purtroppo), è abbastanza facile intuirla e qui di seguito ne diamo una lettura. L’esplosione della crisi in Grecia, come si è detto, è prevista a metà ottobre. Questa, però, non ha un sufficiente potere detonante perché la Grecia è un Paese troppo piccolo per innestare una crisi generale. La scaletta prevede perciò che vi sia un’ulteriore fase ed è la volta delle banche francesi e tedesche che hanno un forte quantitativo di titoli di Stato greci, soprattutto le francesi Société Générale, BNP Paribas e Crédit Agricole. Fin qui tutto “bene”, tutto sta procedendo secondo copione, senza impicci.
Da qui in avanti s’innesta, invece, il declassamento del debito pubblico italiano, la parte della sceneggiata resa meno logica e credibile dalle due manovre del governo Berlusconi. Secondo il copione, essendo esse stesse in difficoltà, le banche francesi devono ridurre il loro investimento in titoli italiani posti sotto osservazione o declassati e di cui esse sono tra i maggiori detentori. Ad ottobre perciò si sarebbero dovuti sommare alcuni effetti in un drammatico crescendo, che si estende a tutta l’Europa come nel 1848. Si scopre che ottanta miliardi (25 +55) di riduzione, il 10 % della spesa pubblica italiana, non sono sufficienti: ne occorrono altri cento. L’analisi è corretta, ma una dieta troppo rapida può provocare scompensi, nella fattispecie tumulti ed insurrezioni. Ci saranno, ma non è sufficiente. A questo punto si deve inserire un colpo di scena, un ribaltamento di sorti: la Federal Reserve annuncia che, insieme al Fondo Monetario Internazionale, interverrà per salvare l’Euro, a condizione che i Paesi europei facciano la loro parte. È una mossa geniale, le borse mondiali si riprendono, all’apparenza, le sommosse cessano. Berlusconi, però, deve andare via, comunque, perché così è scritto sulla scaletta. Non è caduto sui conti pubblici, non era caduto su Ruby Rubacuori, alias Karima El Maghroub, alias Karima Heyek [5]. Qualcosa però si troverà, basta applicare il modello Libia [6]. Berlusconi viene costretto alle dimissioni da una rivoluzione, “spontanea”, ovviamente, e s’insedia o un governo di “transizione” o di “unità nazionale”.
Il nuovo governo privo della legittimità elettorale è debole e molto diviso a suo interno. Non riesce perciò ad effettuare i tagli necessari e la riduzione del debito pubblico preventivata ed in un paio di mesi, nonostante l’intervento americano, l’Italia è costretta all’insolvenza. Essendo uno dei maggiori paesi dell’Unione Europea l’effetto è la disgregazione dell’Euro. A questo punto il traguardo è finalmente in vista: la Fed ha infatti emesso una sufficiente valanga di dollari da rendere la situazione irreversibile. Dopo alcuni mesi, minimo sei, più probabilmente dopo un anno, va in scena il dramma finale: appesantito dal peso dei salvataggi bancari del 2008, 24mila miliardi di dollari, dalla QE1, QE2, QE3, … , QEn, dal salvataggio mancato dell’Europa, il dollaro schianta e con esso, a cento anni dalla sua costituzione, la Federal Reserve.
Con la scomparsa del dollaro i contratti derivati sono privi di valore ed i soci della ISDA che avevano potuto leggere la scaletta in anticipo festeggiano: hanno convertito quanto potevano in oro ed argento. Sulle ceneri della Fed si avviano le trattative per le quote di ripartizione di una nuova moneta unica mondiale, riservate a ciascuna macroregione del mondo. Non occorrono grossi sforzi teorici. Di fatto, tale moneta esiste già, è l’unità di conto del Fondo Monetario Internazionale, i Diritti Speciali di Prelievo (SDR, nell’acronimo inglese). Occorre semplicemente ampliarne la composizione, finora formata da dollaro, euro, yen e sterlina, monete che a questo punto della vicenda sono ormai defunte. Definita la nuova moneta unica, si procede a formalizzare poi la costituzione di una banca centrale mondiale e quindi di un governo mondiale con le conseguenze che si possono immaginare.
A parte il concreto elevato e catastrofico rischio di una guerra mondiale a causa delle divergenze di interessi, di questo progetto quello che non ci sta bene è tutto. Ma quello che indigna di più è la menzogna e l’artificialità con cui viene perseguito, mentre quello che preoccupa maggiormente è il rischio per la libertà di miliardi di persone. È, infatti, un piano per stabilire un sovraStato in cui ingabbiare tutta la terra in una sorta di Unione Sovietica. È la premessa per quel “pericoloso potere universale di tipo monocratico” di cui ha scritto il Papa nella sua enciclica “Caritas in Veritate”.
By Edoardo Capuano
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venerdì 23 settembre 2011

UN BUNKER NELLO YUCATAN PER SFUGGIRE ALL'APOCALISSE



In Messico un rifugio di italiani per la data fatidica del 2012 

Una misteriosa cittadina a prova di catastrofe naturale, affacciata su una laguna artificiale nella mitica penisola dello Yucatán, nel Messico settentrionale. Un gruppo di una settantina di italiani, la cui identità ancora non è stata rivelata, ha deciso di salvarsi in questo modo dall'appuntamento con la fine del mondo che, per gli appassionati di catastrofismo accadere nel 2012. Almeno a credere ad un’antica leggenda Maya che ha già ampiamente ispirato gli sceneggiatori di Hollywood.

In un'area che si estende per circa 800 ettari, acquistata due anni fa, in pochi mesi ecco così sorgere Las Aguilas, una città in miniatura. La zona non è stata scelta casualmente. Il piccolo villaggio accanto al quale il progetto è fiorito, pare in seguito a un sogno di una donna del gruppo che sarebbe stata spinta a recarsi in questa parte del mondo, si chiama Xul.

È abbarbicato sui monti dello Yucatán, in piena foresta e il suo nome evoca antichi arcani. È infatti un nome Maya che significa «fine» o «finale». Se a questo si aggiunge che Xul a sua volta è stato costruito vicino ad un antico insediamento Maya di nome Kiuic l’atmosfera si fa ancora più inquietante, anche se per i tanti che rimangono indifferenti alle predizioni apocalittiche la vicenda è soltanto ridicola.

Chi siano questi italiani e come siano riusciti a costruire questa città-rifugio è top secret. Al momento infatti, anche grazie alla stampa messicana che si è insospettita, sono state allertate le autorità dell'emigrazione e i centri di indagine anti-setta che hanno scoperto che alcuni degli italiani coinvolti hanno già chiesto e ottenuto la cittadinanza messicana.

Las Aguilas, dalle informazioni che sono trapelate, è stata progettata da un'architetta locale, Karina Valle che ha realizzato 24 edifici con pareti di 60 centimetri di spessore in materiali speciali in grado di sopportare cambiamenti di temperatura estremi, radiazioni, fuoco o inondazioni. L'architetto ha dichiarato che «gli italiani non pensano che stia arrivando la fine del mondo, ma che il 2012, la data indicata nella profezia Maya, sia indicativa di una catastrofe naturale e hanno deciso di rifugiarsi qui per proteggersi». A capo del progetto ci sarebbe una psicologa italiana, che al momento si troverebbe a Veracruz in un presunto ritiro spirituale e che dovrebbe recarsi nello Yucatan a settembre, per controllare che tutto proceda come previsto.

Rimane lo stupore degli abitanti del luogo. C'è chi giura, infatti, di aver visto il gruppo pregare in ginocchio vicino agli alberi ogni giorno. E persino il sindaco non sa più cosa pensare. Gli italiani, infatti, pare che raramente escano dal loro insediamento, costantemente sotto sorveglianza. Ma secondo la versione del primo cittadino di Xul devono essere persone ricche, perché «hanno costruito case bellissime». Lancia un allarme, invece Gaspar Baquedano López, direttore del programma anti-suicidi dell'ospedale psichiatrico «Yucatán». «Il rischio - ha dichiarato- è che questo gruppo di italiani possa innescare un processo di psicosi locale».

Insomma, come già era successo alla vigilia del 2000, l'ansia del catastrofismo torna a stimolare l'immaginario collettivo. E non bisogna per forza andare in Messico per inventarsi soluzioni originali. Una società di Pontedera, la Matex Security Projects, realizza bunker anti fine del mondo, veri e propri rifugi antiatomici validi anche contro inondazioni, attacchi chimici e batteriologici. Secondo la Matex, in vista del 2012 un migliaio di persone ha già ordinato versioni personalizzate del carissimo bunker.

PAOLO MANZO
SAN PAOLO

ALTRO CHE DEBITO PUBBLICO...INVESTIAMO IN ACQUA...PULITA!



FONTE: The Economic Collapse
Ogni giorno che passa ci avviciniamo a una terrificante crisi idrica globale. Questo mondo è stato benedetto da una quantità impressionante di acqua dolce, ma a causa della nostra stoltezza essa è in rapida diminuzione. Fiumi, laghi e le principali falde acquifere sotterranee in tutto il mondo si stanno prosciugando e molte delle fonti d'acqua dolce disponibili sono così incredibilmente inquinate che non le possiamo più usare. Senza acqua fresca, non possiamo semplicemente funzionare. Provate a immaginare cosa accadrebbe se mancasse l'acqua in casa vostra e non foste riusciti a uscire e comprare nulla. Basta pensarci. Quanto tempo sareste in grado di durare? Bene, man mano che le fonti di acqua dolce in tutto il mondo si prosciugano, vi verificano sempre più condizioni di siccità diffusa. Stiamo iniziando a sapere di forti "tempeste di polvere" in aree in cui non si erano mai viste. Ogni anno la maggior parte dei deserti più importanti del mondo diventa sempre più grande, mentre diminuisce la quantità di terra utilizzabile a fini agricoli. Che tu sia a conoscenza di questo o no, la verità è che ci stiamo avvicinando a un punto di rottura. 

Ogni giorno che passa ci avviciniamo a una terrificante crisi idrica globale. Questo mondo è stato benedetto da una quantità impressionante di acqua dolce, ma a causa della nostra stoltezza essa è in rapida diminuzione. Fiumi, laghi e le principali falde acquifere sotterranee in tutto il mondo si stanno prosciugando e molte delle fonti d'acqua dolce disponibili sono così incredibilmente inquinate che non le possiamo più usare. Senza acqua fresca, non possiamo semplicemente funzionare. Provate a immaginare cosa accadrebbe se mancasse l'acqua in casa vostra e non foste riusciti a uscire e comprare nulla. Basta pensarci. Quanto tempo sareste in grado di durare? Bene, man mano che le fonti di acqua dolce in tutto il mondo si prosciugano, vi verificano sempre più condizioni di siccità diffusa. Stiamo iniziando a sapere di forti "tempeste di polvere" in aree in cui non si erano mai viste. Ogni anno la maggior parte dei deserti più importanti del mondo diventa sempre più grande, mentre diminuisce la quantità di terra utilizzabile a fini agricoli. Che tu sia a conoscenza di questo o no, la verità è che ci stiamo avvicinando a un punto di rottura.
Se presto non si realizzeranno drastici cambiamenti, negli anni a venire la scarsità d'acqua costringerà grandi gruppi di persone a spostarsi in nuove aree. Man mano che la crisi idrica globale si intensificherà, ci saranno conflitti politici e potenzialmente anche guerre per l’acqua. Ci piace pensare di essere così "avanzati", ma la realtà è che non siamo in grado di vivere senza acqua. Quando l'acqua svanisce in un’area, la maggior parte delle persone è costretta a partire.
E sì, accadrà anche negli Stati Uniti. Per esempio, una volta che il lago Mead sarà prosciugato non sarà possibile che così tante persone possano vivere dentro e intorno Las Vegas.
Proprio ora, molti di noi danno per scontato che avremo sempre l'accesso a quantità illimitate di acqua pulita.
Quando si presta attenzione ai dati, diventa subito chiaro che tutto ciò che abbiamo sempre dato per scontato sull’acqua è drammaticamente destinato a cambiare.
Di seguito sono esposti i 25 segnali della terribile crisi idrica mondiale che sta per arrivare. I primi 12 riguardano gli Stati Uniti, mentre gli ultimi 13 riguardano il resto del mondo.
# 1 Oggi gli Stati Uniti usano circa 148 triliardi di galloni di acqua all'anno.
# 2 Secondo il governo degli Stati Uniti, 36 stati degli USA stanno già affrontando una scarsità di acqua o dovranno affrontarla entro i prossimi anni.
# 3 Dal 1998 il livello dell'acqua nel lago Mead è diminuito di oltre il 50 per cento. Il Lago Mead fornisce circa l'85 per cento dell'acqua utilizzata a Las Vegas e a questo punto il lago ha circa 5.600 miliardi di litri di acqua in meno che in passato. La quantità di acqua nel Lago Mead è così in caduta libera che alcuni ritengono che la diga di Hoover potrebbe interrompere la produzione di energia elettrica entro pochi anni. Inutile dire che sarebbe un disastro assoluto per quella regione. Inoltre, se si continua al ritmo annuale, si stima che il lago Mead sarà completamente a seccointorno al 2021.
# 4 Secondo la US National Academy of Sciences, la parte interna dell’ovest degli Stati Uniti è oggi più in secca di quanto lo sia mai stata negli ultimi 500 anni.
# 5 L'Acquifero dell’Ogallala, che è un’enorme falda sotterranea che si estende dal Sud Dakota fino al Texas, si sta rapidamente esaurendo. Si ritiene che l'Acquifero dell’Ogallala sia il più grande bacino di acqua dolce del mondo e proprio ora viene emunto al ritmo di circa 800 galloni al minuto. In questo momento ha una superficie di circa 174.000 chilometri quadrati, e dagli anni ’50 è stata emunta così tanta acqua "da riempire metà del lago Erie". Una volta la falda acquifera Ogallala aveva una profondità media di circa 240 piedi, la profondità media attuale è solo 80. Se verrà fatto qualcosa, ci sarà sicuramente un ritorno ai giorni delle tempeste di sabbia (Dust Bowl) del 1930. Abbiamo sentito già iniziato ad ascoltare alcuni esperti. Consideriamo cosa David Brauer del “Servizio di Ricerca Ogallala” ha detto quando gli abbiamo chiesto del futuro dell’acquifero:
"Il nostro obiettivo è ora quello di progettare un atterraggio morbido. Questo è tutto quello che possiamo fare."
# 6 Un giudice federale ha stabilito che lo stato della Georgia ha pochi diritti legali sul lago Lanier. Il Lago Lanier è la fonte d'acqua principale per la città di Atlanta. Ci si aspetta che milioni di persone raggiungeranno Atlanta nei prossimi anni, e questo sta creando un vero incubo per i funzionari della città.
# 7 Si stima che la California abbia ancora solo 20 anni di fornitura di acqua fresca.
# 8 Si stima che il New Mexico abbia ancora solo 10 anni di fornitura di acqua dolce.
# 9 In Arizona sta diventando tutto così secco che le tempeste giganti di sabbia stanno iniziando a soffiare nella città di Phoenix.
# 10 Il Texas ha vissuto uno dei periodo più aridi della sua storia. Al momento circa l’81 per cento dello stato del Texas sta vivendo condizioni di "eccezionale siccità" e gli incendi hanno bruciato 3,6 milioni di acri in un solo anno.
# 11 Circa il 40 per cento di tutti i fiumi e circa il 46 per cento di tutti i laghi negli Stati Uniti è così inquinato che è considerato troppo pericoloso pescarci, nuotarci o berne l’acqua.
# 12 Otto stati della regione dei Grandi Laghi hanno firmato un patto che vieta l'esportazione di acqua all’esterno, anche verso altri stati americani.
# 13 La domanda globale di acqua stimata per il 2030 sarà del 40 per cento più alta di quella attuale.
# 14 La domanda mondiale di acqua dolce si è triplicata durante lo scorso secolo e si raddoppierà nei prossimi 21 anni.
# 15 Secondo l’USAID (United States Agency for International Development, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale) un terzo della popolazione della terra si troverà ad affrontare gravi o croniche carenze d'acqua entro il 2025.
# 16 Dei 60 milioni di persone che ogni anno si trasferiscono dalla campagna alle città, la stragrande maggioranza vive in zone povere che non hanno servizi igienico-sanitari di sorta.
# 17 Si stima che il 75 per cento della superficie dei bacini idrici in India sia contaminata dai rifiuti agricoli e umani.
# 18 Se riesci a crederci, secondo uno studio delle Nazioni Unite sui servizi igienici, sono molte di più le persone che in India hanno accesso a un telefono cellulare piuttosto che ad una toilette.
# 19 Nei Paesi in via di sviluppo il 90 per cento di tutte le acque reflue vengono scaricate senza alcun trattamento nei fiumi, nei torrenti o nei laghi locali.
# 20 Ogni otto secondi, da qualche parte nel mondo un bambino muore per aver bevuto acqua contaminata.
# 21 A causa della mancanza di acqua, l'Arabia Saudita ha rinunciato a cercare di far crescere il grano e dal 2016 sarà al 100 per cento dipendente dalle importazioni di grano.
# 22 Nel nord della Cina la falda freatica è diminuita di un metro all’anno a causa della siccità e dell’eccessivo emungimento.
# 23 Incredibilmente, in Cina ogni anno viene a crearsi un nuovo deserto delle dimensioni del Rhode Island a causa della siccità e dell’eccessivo emungimento.
# 24 In Cina l'80 per cento di tutti i principali fiumi è diventato così inquinato che ormai non è più possibile alcun tipo di vita acquatica.
# 25 Collettivamente le donne del Sud Africa percorrono ogni giorno per andare a prendere l’acqua una distanza pari a 16 volte l’andata e ritorno dalla Terra alla Luna.
In questo momento più di un miliardo di persone nel mondo non hanno accesso all'acqua potabile.
Questo numero è in continuo aumento.
Senza abbastanza acqua dolce, la gente non può coltivare e produrre abbastanza cibo. I prezzi mondiali degli alimentari stanno già aumentando a razzo e la crisi idrica mondiale certamente non darà alcun aiuto.
Un enorme, enorme disastro è all'orizzonte. L'era dei giganteschi quantitativi di cibo a buon mercato e della quantità "illimitata" di acqua pulita è finita.
Una terribile crisi idrica è in arrivo. 
È meglio prepararsi.
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSIA



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