mercoledì 9 maggio 2012

MEGLIO GRILLO O I NAZISKIN?




Le recenti elezioni amministrative in Italia, seppur in modo parziale, hanno evidenziato alcuni aspetti che non vanno sottovalutati e che, in qualche misura, anche in questa occasione marcano differenze sostanziali tra noi e gli altri paesi europei. Se poi, questo sia un bene o un male, è tutto da valutare e verificare.
In Francia ha vinto, per la verità non troppo a sorpresa, il candidato socialista che si presentava marcando , almeno nei programmi, una discontinuità rispetto al recente passato caratterizzato dall'asse Franco-Tedesco in materia di politiche economiche. Vittoria che, però è stata possibile grazie all'erosione di voti ai danni di Sarkosy effettuata dal boom elettorale del movimento di estrema destra di Marine Le Pen (18% circa), decisamente antieuropeista e nostalgica della grandeur francese con caratterizzazioni razziste e xenofobe.
Ancora diversa la situazione in Grecia dopo la tornata elettorale con la quasi impossibilità di formare un governo valido a causa del crollo dei partiti storici e la notevole affermazione di liste che da noi definiremmo di sinistra radicale e di formazioni di estrema destra, anche qui razziste e xenofobe, ma che rappresentano entrambe il rifiuto delle politiche strangolapopoli dell'Europa e della sua  rigorosa visione economico-finanziaria.
In Italia, per fortuna, il crollo dei partiti "storici", non ha premiato formazioni di estrema destra violenta e razzista, e neanche la Lega che qui da noi può rappresentarne una versione in salsa padana, ma ha premiato un movimento "non movimento" come il 5 Stelle di Grillo che si caratterizza per l'indubbia  personalizzazione ma anche per una critica feroce al sistema partitico, finanziario e lobbystico.
Si assiste quindi, da parte dei rappresentanti di quei partiti e di quelle istituzioni che, da qualsiasi parte la si voglia guardare, escono bastonati dalla tornata elettorale (compreso il PD che, come al solito, fatica a capire), a una snobbistica sottovalutazione del fenomeno. Le dichiarazioni di Bersani: "I grillini capiranno" e del Capo dello Stato che dichiara di ricordare solo il boom degli anni '60 e invita i partiti a riflettere, invece di invitarli a fare le valigie e a ripresentarsi di fronte agli elettori, come sarebbe logico, fanno quasi pensare che, avrebbero preferito anche qui in Italia la vittoria di formazioni nazi skin dalle teste rasate e dalla facile violenza.
Di fronte a questa,eventuale, situazione avrebbero potuto intonare i soliti peana sull'unità nazionale invitando tutti a lasciar perdere le divisioni per fronteggiare il pericolo rappresentato da tali formazioni. Davanti a un movimento che, invece, si presenta con la bandiera della nonviolenza, della trasparenza comportamentale, dell'onestà (che andrà ovviamente verificata) e,per molti aspetti, anche della verginità e ingenuità politica rimangono spiazzati e adottano il criterio della "diminutio", contando sul fatto (a ragione) che in Italia alla fine si dimentica tutto e tutto alla fine si sistema, continuando con il più che brevettato modus operandi  di cambiare tutto affinché nulla cambi.
A scanso  di equivoci voglio sottolineare che, pur guardando con interesse e piacere al movimento 5 Stelle e alle novità che porta nella stagnante palude politica italiana, personalmente non credo di votarli ne oggi ne in futuro. Io faccio parte di quegli elettori, forse nostalgici, sicuramente schierati, che aspettano che, una parte politica (la Sinistra), si ricordi del significato storico, sociale e politico di tale appartenenza, rinunciando a posizioni ormai al limite del culto di sè stessi e del proprio ombelico e che vada a riempire quel vuoto angosciante nel panorama politico. Buona parte del 40% di non votanti lo stanno aspettando da un pezzo!

MIZIO

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