venerdì 8 giugno 2012

ULTIMA CHIAMATA PER LA SINISTRA




Dopo la morte di Clemente IV si svolse il conclave più lungo della storia per l'elezione del nuovo papa. I cardinali divisi in fazioni , spesso dettati da personalismi e interessi che nulla avevano a che fare con l'esigenza di rappresentare il supremo interesse dei cristiani tutti.
Gli abitanti di Viterbo,dove si svolgeva il conclave, stanchi della lunga attesa, prima li rinchiusero nel palazzo, ora detto "Dei Papi", riducendo progressivamente le razioni di cibo per i cardinali, arrivando alla fine a scoperchiare il tetto del palazzo per esporre i suddetti anche al freddo e alle intemperie. Questa  fu la mossa decisiva per arrivare alla scelta del nuovo papa, Gregorio X.
Questa premessa per evidenziare che, da troppi anni le forze politiche che dovrebbero rappresentare le posizioni di sinistra si disperdono, si frammentano spesso in base a minimali e risibili motivi d'orgoglio con sindromi da primi della classe, mentre il loro popolo rimane in stupefatta e sempre più malinconica attesa.
Dopo essere riusciti a far andare per tre volte il nano di Arcore al governo, con le conseguenze che sappiamo, essere riusciti per la prima volta nella storia della Repubblica a non portare nessun parlamentare al Senato e alla Camera, la frammentazione "ideologica" fra le varie anime della sinistra "radicale" è ben lungi dall'essere conclusa. Ognuno asserragliato nel proprio fortino dell'uno virgola qualcosa per cento a difesa della propria integrità morale di rivoluzionari da salotto, pronti a spaccare il capello in quattro in dotte e professorali analisi politiche, ci si  dimentica il primo e più doveroso impegno: quello di rappresentanza. Rappresentanza di condizioni e di bisogni quali non si registravano da 50 anni a questa parte, troppo impegnati a contemplarsi il proprio ombelico, hanno lasciato che la classe operaia venisse travolta dalle follie neo liberiste e speculative- finanziarie.
Cari compagni un bagno di modestia e di umiltà é necessario e urgente: Vendola la smetta di corteggiare il PD sperando  nella possibilità di governare. Se anche si vincesse, le posizioni del PD in tema di economia,sviluppo, finanza, diritti dei lavoratori  sono quanto di più lontano dalla tradizione politico-sindacale italiana ed europea, essendo molto più vicine per scelta e composizione  a vecchi modelli di democristiana memoria (a parte qualche illuso in buona fede che ancora ci crede).
Per i Ferrero, i Bertinotti, i Salvi, i Diliberto se vogliono avere un qualche ruolo di rappresentanza e cominciare ad attrarre la sterminata platea di delusi e autoesclusi dal voto, la prima cosa da fare è trovare un minimo denominatore comune per stare insieme,(vista la provenienza di ognuno, non dovrebbe esser così difficile). Presentare un programma che sia rivoluzionario oggi come oggi non è difficile, basta far ritornare al centro del dibattito politico il lavoratore e il lavoro,inquadrandolo e dimensionandolo al nuovo. Oggi l'operaio alla catena di montaggio è minoranza, ma è assimilabile tranquillamente al giovane precario operatore nei call center. I rapporti di forza col padronato e i loro rappresentanti è il medesimo: sfruttato-sfruttatore.
Si smetta, di considerarsi, se non gli unti dal signore di arcoriana memoria,  comunque i duri e puri, e si scenda al confronto con forze nuove e diverse (es.Movimento 5 stelle,comitati cittadini ecc.) e con le novità e le esigenze che questi rappresentano senza giudizi spocchiosi e prevenuti.
Purtroppo il popolo che dovreste rappresentare è ormai sparpagliato come il gregge rimasto senza pastore, altrimenti si potrebbe fare come gli abitanti di Viterbo nell'episodio riportato all'inizio: rinchiudervi dentro e tagliarvi i viveri fino a che non troviate un accordo che superi i personalismi e che ridia speranza ai lavoratori.
Ma se lo faceste voi di vostra iniziativa ve ne saremmo grati anche perchè siamo vicini all'ultima chiamata.
O si trova la maniera di difenderci tutti insieme o si lascia spazio, nella migliore delle ipotesi a Grillo e allo spontaneismo, nella peggiore all'abulia o alla rabbia nichilista e autodistruttiva.

MIZIO


  

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