Nonostante
in Italia esista un silenzio omertoso sull'argomento, in tutta Europa stanno
riducendosi sempre più i paesi ancora disposti ad investire al futuro su un
progetto ritenuto obsoleto ed antieconomico come quello dell'alta velocità. In
parte a causa della crisi economica che ha ridotto drasticamente le risorse
disponibili, in parte perché dove già esiste il TAV ha ormai mostrato tutti i
suoi limiti di costosissimo "gioco che non vale la candela". Dopo la rinuncia di
Lisbona (previsto luogo di partenza dell'immaginifico corridoio 5 Lisbona -
Kiev) che nel mese di marzo ha definitivamente abbandonato il progetto
dell'alta velocità, già sospeso da oltre un anno, decidendo di privilegiare lo
sviluppo delle tratte marittime, è arrivato anche il turno della Germania.
Grube
ha motivato questa decisione sostenendo che "Per la Germania la velocità
di 250 chilometri all'ora è più che sufficiente" e aggiungendo che
costruire nuove tratte ad alta velocità costerebbe troppo, senza tener conto
che il rallentamento da 300 a 250 della velocità massima comporterà tutta una
serie di vantaggi che vanno dal minor costo di produzione e di manutenzione dei
treni al minor costo di manutenzione delle linee.
Il
suo epigono italiano Mauro Moretti, ad delle Ferrovie, nonostante si trovi ad
operare in uno stato sull'orlo della bancarotta, dove i cittadini vengono
spremuti come limoni e stanno perdendo qualsiasi residuo di ammortizzatore
sociale, sembra essere al contrario di tutt'altro avviso.
Trenitalia
ha infatti appena assegnato a Bombardier e Ansaldo Breda una commessa per nuovi
super treni ad alta velocità che potranno sfrecciare a 360 all'ora, nonostante
le tratte esistenti che consentono velocità di quel genere siano estremamente
esigue.
Non
dimenticatevi di Moretti quando nei prossimi mesi vi domanderanno nuovi
sacrifici per il bene del paese, motivando questa necessità con la congiuntura
internazionale e l'entità del debito pubblico. Sarà anche grazie a lui se
sprofonderemo nel burrone ad alta velocità, con il vento che ci scompiglia i capelli.
Marco Cedolin
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