domenica 23 luglio 2017

TRA INCENDI; AUTOSTRADE E......


L'Italia sta bruciando. Dove non ci sono stati roghi forse è perchè era già bruciato tanto in altre stagioni. La situazione idrica provocata dalla siccità sta assumendo connotazioni drammatiche anche in zone che finora sembravano escluse da questo problema,ad esempio, come Roma che a memoria d'uomo non aveva mai avuto problemi di approvvigionamento idrico.I danni di questa e delle altre stagioni siccitose che si susseguono con sempre maggiore frequenza li stiamo cominciando a scontare e li sconteremo sempre più negli anni a venire. Stiamo andando incontro ad una catastrofe, forse senza precedenti, e il nostro paese sembrerebbe in pole position, tra i paesi industrializzati, a dover fare i conti con i nefasti effetti del cambiamento climatico.Abbiamo firmato l' accordo di Parigi sul clima, ma già sappiamo che è un pannicello caldo e insufficiente ad affrontare la vastità del problema, con l'aggravante che non è stato sottoscritto neanche da tutti i paesi (ad es. Usa che hanno ritirato la firma). Se continueremo con questo trend non sarà solo un problema di qualche in grado in più e, quindi, di dover stare all'ombra nelle ore più calde. L'innalzamento del livello dei mari derivante dallo scioglimento dei ghiacci polari renderà inabitabili e improduttive milioni di ettari di territorio oggi coltivabile o abitato. Cambierà il clima e i paesaggi che abbiamo imparato a conoscere da millenni. Cambierà la morfologia, la vegetazione, la fauna e sicuramente cambieranno forzatamente, in peggio, le nostre abitudini e i nostri stili di vita.Oggi ci preoccupiamo dell'arrivo dei migranti dall'Africa, tra pochi decenni potremmo essere noi costretti a spostarci da un paese diventato progressivamente inospitale.I cambiamenti, l'evoluzione, le estinzioni, anche di massa, fanno parte della storia del pianeta e non saremo certo noi a poterle impedire. Quello che possiamo fare è impedire che avvengano in tempi ristretti e per nostra responsabilità..Cosa che, per altro, sta già accadendo e non solo in linea puramente ipotetica.Siamo coscienti che fare questo vuol dire mettere in discussione un intero modello di sviluppo basato sullo sfruttamento intensivo, dell'ambiente, delle materie prime e anche degli esseri umani. Questo modello nelle sue varie versioni possiamo ricondurlo tranquillamente sotto un'unica denominazione: modello capitalista.Anche per questo non può essere sufficiente una semplice operazione di maquillage ad un modello ormai paragonabile ad un organismo che finirà per divorare se stesso. Un pò come il serpente di questa simpatica storiella zen. 
"Come si uccide un serpente? 
Il serpente è ghiotto di marmellata di albicocche. Si spalma la marmellata sulla schiena del serpente dal labbro superiore alla coda. Il serpente comincia a mangiarsi dalla coda e quando ha mangiato anche la testa l'avrai sterminato."
Appare, quindi non importante, ma fondamentale che si costituisca anche politicamente e socialmente un fronte che faccia argine a questa follia e che si manifesti ovunque ci sia la possibilità di impedire scempi o semplicemente continuare come nulla fosse. Per fare un esempio piccolo ma indicativo. E' in dirittura d'arrivo l'apertura dei cantieri della famigerata autostrada Roma Latina. A parte qualche sporadica e isolata manifestazione contraria, la stragrande maggioranza si disinteressa della questione e molti addirittura fanno addirittura il tifo affinchè si faccia in fretta.E, in questo caso non si tratta neanche della vecchia questione dell'uovo e della gallina, perchè l'autostrada oggi non è certo avere l'uovo subito ma è sicuramente non avere la gallina domani. Gallina rappresentata da territori, già compromessi, che verranno tolti per sempre dalla possibilità di essere goduti dai più e di poter svolgere il loro compito regolatore e di protezione. Ettari di zone protette e di pregio naturalistico devastati, ettari di produzione agricola resi improduttivi, centinaia di aziende danneggiate o addirittura fatte chiudere. Centinaia di posti di lavoro a rischio nel lungo termine. Sarà un' autostrada il cui scopo sociale sarà il profitto di alcuni a scapito del bene collettivo e dei poveri utenti che saranno costretti a pagare. Quando mai si sono visti 14 caselli su 50 km di autostrada? 
La semplice messa in sicurezza della Pontina, evidentemente non è affare appetibile.Qualcuno ancora per giustificare l'opera fa finta di credere alla favoletta dei capitali privati Sono pronto a scommettere che il capitale pubblico alla fine sarà la parte maggiore dell'investimento o, comunque sarà superiore a quello della semplice sistemazione della strada esistente o, ma è un sogno alla costruzione finalmente della metropolitana leggera tra Roma e Pomezia, progettata da decenni , o al raddoppio della linea Roma-Nettuno.E, in ogni caso, dopo aver visto i miliardi utilizzati per salvare le banche , quelli utilizzati per gli F35, quelli per le missioni militari in giro per il mondo, non credo di essere più disposto ad accettare la scusa del "non ci sono fondi sufficienti" . Ci dobbiamo rendere conto che di fronte a certe situazioni, con il disastro incombente di cui si parlava all'inizio, non esiste ragion di stato e tantomeno del privato, che giustifichi il consumo, lo sfruttamento del territorio, l'avvelenamento delle risorse idriche, l'impoverimento e l'inquinamento dei mari e dei fiumi. Anzi va incentivato il ripristino ambientale di tutte quelle zone inquinate e devastate. Ormai ogni metro quadro di territorio è da difendere come il più prezioso dei beni di famiglia. Perchè da quello che saremo in grado di lasciare alle generazioni successive dipenderà la stessa possibilità di sopravvivenza del genere umano. Sembra argomento abbastanza convincente, o no?

MIZIO

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