“Un’Aprilia
migliore non è un sogno, si può fare!”
Qualcuno
conoscendomi, forse si stupirà (e qualcuno l’ha già fatto), di questa scelta di
impegnarmi in prima persona in una campagna elettorale amministrativa del mio
comune. Dopo tanti anni di resistenza a lusinghe di impegni diretti e legati a
specifiche forze politiche e sociali, stavolta ho deciso che fosse giusto
scendere in campo rinunciando al
privilegio prezioso, ma sterile, di avere le mani libere di criticare tutto e
tutti, e, correndo il rischio, di essere anche io il bersaglio di critiche e censure. Chi
segue più o meno distrattamente questo blog, sa benissimo che la mia visione
del mondo, pur se arricchita di argomenti e tematiche nuove, è sempre stata un’ottica
di sinistra. La sinistra che guarda alla libertà e alla giustizia, che combatte
i privilegi, che predica e pratica l’eguaglianza nei diritti e nei bisogni e la
diversità nei sogni e nelle attitudini. Una sinistra moderna, ma che non
rinuncia alle sue radici storiche e motivazionali, che sappia coniugare la
gestione del presente con la costruzione, anche utopica, della società futura.
Una sinistra che metta da parte personalismi e abiure e rimetta al centro del
proprio fare l’essere umano e in particolare, ovviamente, quello più indifeso
ed esposto agli tsunami di questa
società cieca e sorda.
Carmen
Porcelli di questa visione, in questo momento e in questa città, ne rappresenta
gran parte e mi è parso giusto condividerne il percorso. Aiutato, in ciò, dalla
stima e dalla conoscenza di altri compagni, di cui sto apprezzando, oltre il
sincero impegno politico, la carica umana e caratteriale e le indubbie capacità
e onestà di fondo.
“Un’Aprilia
migliore non è un sogno!” E certo! Anche perché fare peggio di quanto non si
sia fatto nel passato è indubbiamente difficile. Aprilia città di frontiera,
come viene spesso definita, ad indicare un territorio in cui criticità e
problematiche assumono caratteristiche diverse dovute all’abbandono e alla
scarsa attenzione al bene comune. Non abbastanza e non ancora città, non
abbastanza e non più borgo rurale, non più e non abbastanza zona industriale,
non più provinciale e non abbastanza periferia della grande città.
L’augurio
e l’impegno mio personale sarà di cercare di trasformare la frontiera, che
indica limiti e divisioni, in una cerniera che connetta criticità ed
emarginazioni, siano esse territoriali, sociali, culturali. Che valorizzi caratteristiche
e sensibilità diverse siano esse
etniche,
generazionali, sessuali o di disabilità. Che trasformi un coacervo di risposte
individuali a problemi collettivi in risposte collettive a bisogni individuali.
In
quest’ottica, il non avventurarsi in promesse di facile presa in campagna
elettorale, cosa in cui sono maestri i maneggioni e i professionisti della politica,
è per me e per noi il minimo sindacale. Alcune cose vanno comunque dette ed
evidenziate: in una città e in un territorio martoriato da abusivismo e
speculazione edilizia, favorito dalle colpevoli e complici amministrazioni
precedenti, proponiamo un piano regolatore a cubatura zero che stoppi l’attività
speculativa dei grossi gruppi immobiliari che oltre il cemento, il consumo di
territorio e l’assenza di servizi, non ha neanche grosse ricadute occupazionali
sul tessuto sociale, usando maestranze proprie, sottopagate e, spesso, in nero.
Rilancio
dell’edilizia con un piano di risanamento immobiliare e architettonico pubblico
e privato ad opera delle piccole imprese locali spazzate via dalla crisi
economica, con accesso a crediti e finanziamenti per il rilancio dell’occupazione.
Stop ad ulteriori mega centri commerciali che hanno distrutto la piccola e
media impresa commerciale, incentivi a forme di spesa solidale e a Km zero.
Attenzione
alla difesa dell’ambiente e del territorio, favorendone attività agricole
sostenibili oltre che per motivi di
salute pubblica, per il valore culturale e ambientale che ciò rappresenta. Confronto
con associazioni e cittadini per il rispristino del decoro e della gestione dei
parchi e delle aree verdi pubbliche.
Creare
una rete dell’ associazionismo e del volontariato che è presente numeroso e attivo
nella nostra città, favorendo scambi e momenti di collegialità, con particolare
attenzione alla cultura e al mondo giovanile.
Aprilia
è una città molto giovane, in controtendenza con il resto del paese ma, oltre
che fornire loro iphone e qualche birreria non offre molto altro e, quel poco presente
è limitato a circuiti elitari. In questo, la presenza di una candidata giovane
e innovativa come la nostra Carmen è indubbiamente un valore aggiunto da non
trascurare per la vicinanza, non solo anagrafica a certe sensibilità. I giovani
sono un valore di per sé, per ciò che sono e per ciò che rappresenteranno. Essere
attenti a loro e alle loro esigenze senza paternalismi, oltre che giusto è estremamente
necessario.
Mi
fermo qui per non venir meno all’impegno di non fare promesse tanto per farle,
tanto i problemi e le criticità della nostra città li conosciamo benissimo tutti
e se volessi farne un elenco non aggiungerei molto a ciò che ho già detto. L’unica
promessa che mi sento di fare e che, sicuramente sarò e saremo in grado di
mantenere, è quello di un impegno totale e scevro da interessi personali, per cambiare
il modo di amministrare della nostra città con scelte innovative e attente all’interesse
collettivo.
UN’
APRILIA MIGLIORE? SI PUO’ FARE!
MA
DIPENDE ANCHE DA TE
MIZIO
Grazie Maurizio, hai la capacità di semplificare con la scrittura i motivi seri e profondi di una candidatura. Condivido in pieno.
RispondiEliminaAndrea Andreocci