lunedì 2 dicembre 2013

LE CASALINGHE DI VOGHERA



Qualche anno fa, alcuni lo fanno ancora oggi, si indicava con l’espressione "Casalinghe di Voghera" quella fascia della popolazione  popolare e piccolo-borghese, dal basso livello di istruzione e generalmente molto semplice o umile. In pratica serve ad indicare il livello di comprensione dei fenomeni politici e sociali, un barometro del sentire comune.
Bene, questo barometro sono già molti anni che percepisce alcuni aspetti della nostra società in maniera più aderente al vero e tempestiva,, non solo rispettto la  politica, e questo non ci stupisce, ma anche di organismi, nazionali e internazionali che si avvalgono del gotha del sapere e delle indagini socio-economiche.
Chiunque viva del proprio lavoro, abbia una famiglia, dei figli  e sia mediamente dotato dal punto di vista intellettivo e percettivo, ha vissuto sulla propria pelle il progressivo impoverimento economico e l’altrettanto progressivo aumento dell’intromissione del lavoro nella propria vita (si lavora di più per essere pagati meno). La mancanza di posti di lavoro per i giovani, l’espulsione dei lavoratori over 50 dal tessuto produttivo, l’aumento indiscriminato di tasse, balzelli, tariffe a fronte di servizi sempre più scadenti.
Orbene, quando si affermava ciò, il minimo che poteva capitare era di essere tacciati di populismo e catastrofismo, e, qualora si fosse deciso, di esprimerlo in piazza, si veniva democraticamente manganellati.
Nei giorni scorsi questi erano i titoli dei giornali e le notizie d’apertura dei tg:
”Ocse: nel 2014 in Italia più disoccupati. ..Il 53% dei giovani lavoratori è precario”,
“Istat: la disoccupazione al 12,5% Tra i giovani arriva al 41,2%: record...”;
Povertà in aumento, salari fermi, donne disoccupate. I primati dell’Italia;
Il 43& delle famiglie non arriva a fine mese;
e potremmo continuare a lungo con altri dati statistici, ponderosi studi e asettici numeri.
Ma davvero abbiamo bisogno ogni volta per certificare qualcosa che è già abbondantemente patrimonio di tutti e, soprattutto delle casalinghe di Voghera, di ricorrere agli allarmi degli istituti preposti? Ma una delle caratteristiche di un buona politica non dovrebbe essere quella di saper leggere la realtà e ascoltare la pancia e il cuore dei propri cittadini? Già ma la buona politica dov’è?
Rinchiusi nelle loro auto blu e nel loro mondo fatto di autorefenzialità, in cui il rapporto con i loro rappresentati è al massimo fatto attraverso uno studio televisivo o da un palco con folle di prezzolati o ingenue comparse, cosa volete che ne sappiano.
La politica deve ritornare ad essere militante, deve riscoprire il valore dell’immersione nella quotidianità, lanciare ponti attraverso questo canyon formatesi tra il sentire della società e la cecità delle istituzioni.
E questo è un richiamo soprattutto a coloro che intendono rappresentare i valori di una sinistra sbiadita che si è repentinamente adeguata a standard comportamentali propri dell’avversario storico. Lontananza, supponenza, distacco anche dal proprio elettorato sono ormai comuni anche tra i nostri.  Sempre più spesso il loro sguardo e la loro attenzione va a chi gli sta affianco non a chi dovrebbero rappresentare.
Quindi se le casalinghe di Voghera seguiranno poi Grillo e i suoi deliri o addirittura qualcuno di ancor più pericoloso, non fate troppe analisi socio.politiche guardatevi allo specchio.
Ad maiora


MIZIO

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