martedì 20 novembre 2012

RIVOGLIO PEPPONE E DON CAMILLO




Orbene, due tra i maggiori esponenti della sinistra (!) italiana autocandidatisi alla guida della coalizione di centrosinistra alle prossime elezioni politiche, al termine di uno dei tanti e soporiferi dibattiti, faccia a faccia, guancia a guancia, core a core, pieni di nulla o poco più, alla domanda a quale figura si ispirassero, hanno pensato bene di rispondere rispettivamente: Papa Giovanni (Bersani) e Card Martini (Vendola).

Abituato ormai da anni ad essere spiazzato continuamente dalle riposizioni degli esponenti che si ostinano a definirsi di sinistra, confesso che stavolta ho trasecolato più del normale. Colpa mia evidentemente che non sono in grado di capire le sottigliezze della politica in chiaroscuro di questi ultimi venti anni (ma penso di non essere il solo visti i disastri provocati) e che, probabilmente, mi sfuggono le reali motivazioni di tali scelte, che non siano quelle, semplicistiche, di acchiappare qualche voto cattolico titubante.
Intendiamoci nulla contro le due personalità citate, entrambe ammirevoli e portatori di novità nella stagnante palude della Chiesa Cattolica. Ed io ne potrei citare altri da Don Milani a Don Gallo passando per Il Card. Romero e mille altri ancora, tutte personalità degne e meritevoli di ammirazione.

Ma siamo sicuri che l’elettorato storico della sinistra  si aspettasse questi e non altri  dai propri candidati? Eppure, credo che non manchino anche dalle parti di “Peppone” esempi di illustri personaggi!
Non voglio arrivare a dire Marx, Lenin, Rosa Luxemburg,  Che Guevara o Fidel Castro, mi rendo conto che sarebbe troppo. Ma magari citando  un Berlinguer, un Salvator Allende, un Gramsci, un Matteotti non ci si sarebbe compromessi  troppo e si sarebbe manifestata, comunque un senso di appartenenza più aderente alla storia personale e allo schieramento che si ritiene di rappresentare.

Tutti i sondaggi prevedono per le prossime elezioni un’ astensionismo senza precedenti, una delle cause non sarà proprio quest’appiattimento che è ormai una costante nella politica italiana a effettuare scelte che, per rappresentare tutti, non rappresentano più nessuno e che, soprattutto a sinistra, rende incapaci di proposte coraggiose, autonome e autorevoli, fuori dalla palude del pensiero unico dominante.

Rivoglio Peppone e Don Camillo!

MIZIO

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