Il
voto recentissimo sulle unioni civili al senato e sullo stralcio della parte
riguardante le adozioni dei figli del partner non legalmente sposato ha visto un ampio dibattito sul concetto di naturalità rispetto alle cosiddette scelte che sarebbero
state, secondo loro, contro natura nel caso di approvazione.
Questo,
senza voler entrare in un’analisi sulla giustezza o meno del provvedimento in
se’, può innescare tutta una serie di valutazioni, di eguale o superiore
valenza, sul concetto di naturalità e le sue implicazioni nella vita di tutti i
giorni.
Immagino,
ad esempio che, i difensori delle scelte pro natura siano perlomeno altrettanto
coerenti e responsabili in tutte le scelte della loro vita.
Li
vedo alzarsi al mattino dal loro giaciglio ricavato adattando e levigando una
roccia all’interno di una confortevole caverna naturale e reso più accogliente
con paglia e fieno raccolto nei campi circostanti. Li vedo fare una robusta e
soddisfacente colazione con latte di muflone selvatico (chè l’allevamento è,
ovviamente contro natura) e qualche bacca o germoglio frutto di gioiose ricerche
nei boschi.
Lavarsi
sommariamente con acqua piovana raccolta in piccoli bacini naturali rompendone
il ghiaccio d’inverno e scavandone il letto durante la siccità per trovarne un
poco in profondità.
Li
vedo incamminarsi a piedi ricoperti di pelli di animali morti naturalmente (chè
anche l’uccisione di altri esseri è, ovviamente, contro natura). Li vedo rifiutare qualsiasi veicolo trainato con forza animale o
(orrore) con propulsione derivante da motori frutto di ricerche contro natura
della scienza.
Li
vedo rifiutare l’istruzione pubblica o privata per i propri figli, in quanto,
bastante la naturale trasmissione di esperienza delle generazioni precedenti.
Li
vedo quando cadono vittime di malattie più o meno gravi, avvalersi di sciamani
e guaritori con impiastri e intrugli a base di erbe, rifiutando di essere
curati da medici che utilizzano medicine e strumenti diagnostici o terapeutici
innaturali.
Li
vedo copulare sempre e comunque con intento esclusivo e naturale della riproduzione.
Li
vedo rifiutare l’adorazione di un Dio rappresentato in terra da gente vestita
in maniera bizzarra e che si diletta spesso con considerazioni comprensive e
tolleranti nei confronti dei rapporti (naturali?) di alcuni di loro, persino con bambini.
Li
vedo appoggiare e difendere la loro terra, il loro mare, il loro territorio da
qualsiasi devastazione derivante da scelte contro natura di un distorto concetto
di sviluppo.
Ecco,
quando faranno ciò, o, perlomeno, una gran parte di questo, potremmo ragionare
con loro sul concetto di contro natura o meno. Sino ad allora rimarrà sempre più
valido e applicabile il concetto di rispetto e libertà e il diritto di lottare
ed impegnarsi per questo.
Ad
maiora
MIZIOI.