Ieri hanno manifestato per il clima milioni di giovani e meno giovani in
tutto il mondo e anche in Italia. E' comunque un fatto sempre
importante e di buon auspicio che, sopratutto i più giovani scendano
in piazza, prendano coscienza e cerchino di indirizzare le scelte per
il proprio futuro. Quindi la valutazione complessiva è,e rimane
estremamente positiva. Gli imbecilli che ironizzano su Greta e i
gretini, li lasciamo tranquillamente continuare a crogiolarsi nei loro
convincimenti. Li lasciamo nella loro presunzione di superiorità
stabilita da chissà quale cieca divinità che li ha scelti come
razza e come individui superiori. li lasciamo volentieri nelle loro
convinzioni di vivere su un pianeta dalle risorse inesauribili per le
quali sono giuste, sacrosante e giustificate anche le guerre. Li
lasciamo al loro unico punto di vista che la competizione e lo
sfruttamento dell'uomo sull' uomo e del pianeta siano l'unica forma
di convivenza possibile. Li lasciamo nel loro ostinato tener basso lo
sguardo capaci di guardare solo al piccolo meschino interesse
immediato, perchè se alzassero gli occhi al cielo e tutt' intorno,
vedrebbero la bellezza e la meraviglia dell' universo intero.
Universo che, se creato da un Dio o dal caos, poco importa, si attiene
a leggi universali che non prevedono eccezioni di sorta neanche per i
più potenti fra noi. La vita di tutto il pianeta è sì una cosa
meravigliosa ma anche stupendamente fragile, legata a equilibri
frutto di milioni di anni di evoluzione e in continuo, perenne
aggiornamento. Troppi di noi, pensano ancora che tali equilibri
possano essere tranquillamente rotti e violentati senza che ci siano
pesanti ritorni da pagare per chi ne è l'autore. Finora questi ritorni il sistema capitalista (che è stato il primo e maggiore
colpevole delle accelerazioni nel consumo e nello sfruttamento) li ha
dirottati sui popoli meno avanzati tecnologicamente del Terzo Mondo e
sulle classi subordinate dei propri paesi. Oggi gli equilibri
politici ed economici del mondo stanno cambiando molto rapidamente e
paesi un tempo arretrati, seguendo lo stesso modello di sviluppo,
hanno esponenzialmente aumentato la velocità di un rapido
esaurimento delle risorse naturali provocando altresì, enormi
cambiamenti del clima e sull'habitat dell'intero pianeta, comprese le
sue regioni più remote e considerate incontaminate. La
deforestazione e la desertificazione di enormi porzioni del pianeta
avanzano inesorabilmente privando di risorse e possibilità di vita
dignitose intere popolazioni, provocando anche una cospicua parte di
quel fenomeno migratorio che tanto preoccupa gli eletti del Signore
di cui sopra.
Quindi
che milioni di ragazzi e ragazze di tutto il mondo esprimano
pubblicamente e in modo prepotente le loro preoccupazioni è da
salutare sicuramente in modo non positivo, ma di più. Ma con
altrettanta decisione e chiarezza va detto loro e a tutti noi che la
battaglia per la salvezza del pianeta e della stessa vita che esso
permette, passa certamente anche da un uso più virtuoso o,
addirittura col divieto dell'uso del sacchetto o della cannuccia di
plastica, ma fondamentalmente dovrà passare attraverso un cambiamento totale del
nostro attuale stile di vita a cominciare dalla lotta al consumismo.
Boicottare i prodotti con package non riciclabile è utile ma non
quanto lottare contro il sistema che ne rende possibile o addirittura
necessaria, la produzione. Il pericolo maggiore che questa
generazione di ragazzi corre è quello, come altre precedenti, che si
convincano che si possa o si debba venire a patti col sistema, invece
che impegnarsi quotidianamente e senza condizionamenti per cambiarlo
fin dalla alla base. Questo non vuol certo essere un appello
all'insurrezione popolare adolescenziale, ma è indubbio che una
lotta per salvare il pianeta non possa che sposarsi con lotte
democratiche per cambiare l'intero sistema societario. Da me non
avrete appelli a votare o sposare la causa di questo o quel partito
ma un consiglio non posso fare a meno di darlo. Diffidate, diffidate
sempre da chi vi userà come un'icona laica da portare in giro a
coprire le proprie malefatte. Diffidate da chi vi offrirà una
candidatura o da chi vi osannerà in programmi televisivi, un attimo
prima di passare la linea alla pubblicità. Ascoltate tutti, non
seguite nessuno se non la vostra coscienza. Non fate della lotta per
salvezza del mondo un fatto esclusivamente generazionale, perchè siete giovani oggi
e lo sarete per un po', ma poi diventerete adulti, uomini e donne che
avranno il compito e la responsabilità di educare e formare altri
giovani. Per salvare il pianeta c' è bisogno di un ripensamento
generale del modello di vita e dei rapporti interpersonali o tra i
popoli. Faccio un esempio. Fino agli anni '80, in Italia la fauna
selvatica era considerata “res nullius” cioè cosa di nessuno.
Quindi gli eventuali danni o prelievi illeggittimi erano puniti in
maniera estremamente lieve proprio per la scarsa considerazione
giuridica. La situazione cambiò quando invece venne considerata non
più cosa di nessuno ma proprietà di tutti attraverso lo Stato, con
ricadute pesanti sul piano giuridico. Ecco questo sarebbe un primo
passo da pretendere dagli organismi sovranazionali come l'ONU.
Considerare Gaia (il bel nome dato alla Terra considerandola un unico
essere vivente) un bene universale il cui utilizzo, almeno per le
cose che rivestono importanza globale al di là dei confini
geopolitici, come le grandi foreste tropicali o delll'Artico non possono essere delegate ai singoli paesi. Parliamo degli oceani dei mari, della calotta polare, dell''Antartide e, comunque di tutti quegli ambienti che devono essere protetti e salvaguardati perchè
elementi garanti di un equilibrio globale. Mi sembra persino ovvio
sottolineare che questo senza una visione sociale completamente
diversa non sarebbe possibile, Non sarebbe né giusto né possibile
scaricare il costo e i limiti di tali scelte alle popolazioni locali
o, semplicemente più povere. Ci sarebbero da fare scelte che
spostino ricchezze da dove ce ne sono troppe e inutilmente accumulate
a favore di chi ne ha molte di meno. Si accennava prima all'equilibrio
necessario in tutto l'Universo. Ecco la ricerca di equilibrio anche
nel sociale deve essere il primo e pregiudiziale atto da
intraprendere per invertire il percorso distruttivo perseguito negli
ultimi secoli. Poi chiamatelo come volete socialismo, comunismo,
solidarismo, volemose bene, alla fine è il risultato che conterà.
Ovviamente,
e questo vale soprattutto per i giovani che hanno sfilato e
manifestato nei paesi più ricchi e privilegiati, come il nostro c'è
da saper che per salvare il pianeta sarà non solo utile, ma
indispensabile anche un cambio delle nostre abitudini di vita.
Spostare risorse per una mobilità collettiva più sostenibile, forse
dovremo dire addio all'aria condizionata dappertutto. Magari
bisognerà rinunciare a cambiare smartphone o abbigliamento tutti gli
anni. Riscoprire il concetto di uso delle cose sostituendolo a quello
di consumo. Non partecipare e non incentivare la corsa
all'arricchimento individuale, spendersi per il prossimo, lottare per
lavorare meno per lavorare tutti.
Se
si sarà disposti e convinti a fare tutto ciò(e io me lo auguro)
forse quella di ieri potrebbe essere solo la prima parte di
un'avventura straordinaria verso una magnifica utopia.
D'altra
parte la belleza e la forza dell'essere giovani è proprio la
capacità di sognare e credere nelle utopie.
MIZIO