sabato 23 gennaio 2016

NOSTALGIA CANAGLIA



Sempre più spesso sui social vedo post che richiamano a giochi, abitudini, oggetti che appartengono a tempi passati più o meno lontani e , naturalmente con il solito coro di nostalgici rimpianti, di inni allo: "si stava meglio quando si stava peggio", non mancando paternalistici, metaforici buffetti  per i più giovani:"Guardate cosa vi siete persi!".
Questo è uno dei mali o meglio, dei limiti, dell'essere umano. Voler cristallizzare il proprio io, il proprio pensiero, la propria evoluzione in un momento X della propria vita (in genere l'età giovanile) quella che risulta più appagante per il nostro benessere personale. Come se tutto quello che si vive da allora fino alla nostra fine sia semplicemente un peso, quasi un debito karmico da sopportare per aver goduto di quei pochi anni spensierati.
La vita è un eterno presente e, come tale, andrebbe vissuta. Quello che eravamo non lo siamo più eppure è parte di noi, come adesso siamo parte di quello che saremo in futuro.
Lo smartphone fa parte della nostra vita esattamente come il gettone telefonico di venti anni fa e, tra altrettanti anni, ci sarà qualcuno che lo rimpiangerà a fronte di altri mirabolanti congegni o di un'imprevedibile regressione tecnologica.
Il nostro tempo è quello che ci viene concesso di vivere in ogni momento , dal primo vagito all' ultimo respiro. Non esiste un'età dell'oro, se non nella nostra immaginazione, nel cui ricordo rifugiarsi in maniera consolatoria.
La nostalgia, l'esaltazione oltremisura di tempi e situazioni passate sono uno dei motivi dell'immobilismo e della scarsa capacità di reazione rispetto il presente, che si tende a non sentire come proprio, se non dopo che siano passati altri venti anni.
Guarda al tuo passato come un bel quadro, ma impegnati ogni giorno a dipingerne uno sempre migliore. Si dice il mondo è dei giovani. Vero! Come è altrettanto vero che è di tutti e che tutti si è chiamati a disegnarlo migliore oggi! Non ieri o domani.
Ad maiora



MIZIO

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