domenica 29 maggio 2011

Conosciamo una multinazionale che ci vuole bene


Monsanto è il principale produttore mondiale di Ogm ed è una delle aziende più controverse della storia industriale. Dalla sua fondazione, nel 1901, ha accumulato diversi processi a suo carico, a causa della tossicità dei suoi prodotti. Eppure oggi la multinazionale di Saint Louis si pubblicizza come azienda della “scienza della vita”, apparentemente convertita al verbo dello sviluppo sostenibile.
Quali sono i veri scopi di Monsanto? Dopo aver ignorato per tanto tempo gli effetti della propria attività sull’uomo e sull’ambiente, perché l’azienda esprime improvvisamente interesse per la questione della fame nel mondo?
Il libro “Il mondo secondo Monsanto” (Arianna Editrice), risultato di tre anni di importanti ricerche che hanno portato l’autrice, la francese Marie Monique Robin, in America, Europa e Asia, racconta la poco nota storia dell’azienda Monsanto.
Ed è un racconto rivelazione. Avvalendosi di documenti inediti, delle testimonianze delle vittime, di scienziati e di uomini politici, il libro ricostruisce la genesi di un impero industriale
Secondo l’autrice “grazie a una comunicazione menzognera, a rapporti di collusione con l’amministrazione nord americana e a pressioni e tentativi di corruzione, la Monsanto è divenuta la prima azienda al mondo produttrice di semi”.
Il testo svela, inoltre, il ruolo giocato da Monsanto nell’estensione planetaria delle colture Ogm, senza che ci sia stato alcun controllo serio relativo ai loro effetti collaterali sulla natura e sulla salute umana.
Pubblicato in Francia dalla casa editrice La Découverte, “Il mondo secondo Monsanto” ha già venduto 100.000 copie. L’omonimo documentario è stato trasmesso con enorme successo dal canale televisivo franco-tedesco Arte.
Il 14 marzo 2008, tre giorni dopo la messa in onda del film, sul sito web di Arte si poteva leggere: “Il Mondo secondo Monsanto ha suscitato un passaparola abbastanza colossale nella blogosfera (…). Sono stati identificati più di 338 blog francofoni che citano il titolo del documentario, 224 dei quali dopo la messa in onda”. Oggi, ossia dieci mesi più tardi, una ricerca “Le monde selon Monsanto” sul Service Blog Search di Google dà…8.669 blog francofoni; per “The world according to Monsanto” il risultato è di 9.428 blog anglofoni; e, con “El mundo segùn Monsant”’ di 3.314 blog ispanofobi”.
“Il mondo secondo Monsanto”, oltre a gettare ombre inquietanti sulla storia della multinazionale americana, rivela al lettore i pericoli che la coltura degli Ogm può portare alla salute umana e la dannosità del pesticida più venduto al mondo: Roundup, fiore all’occhiello della produzione Monsanto.
“In tutte le mie conferenze, – spiega Marie Monique Robin – insisto particolarmente sull’importanza di rivedere l’omologazione del Roundup, che costituisce ai miei occhi un’urgenza sanitaria. A questo pesticida è legato il 70% delle piante transgeniche coltivate sul pianeta. In Francia, ma anche in Canada, vi sono cittadini che hanno deciso di restituire al venditore i loro bidoni dell’erbicida più venduto al mondo e numerosi sono i comuni che hanno già vietato (o vieteranno) il suo uso, così come quello di altri prodotti simili ugualmente pericolosi”.
Il 24 novembre 2008, un articolo di “Le monde” denunciava, per la prima volta, gli effetti nefasti sulla fertilità maschile dei pesticidi (e delle materie plastiche), che sono dei perturbatori endocrini (come il Roundup di Monsanto): “la loro presenza diffusa nell’ambiente potrebbe spiegare perché il numero e la qualità degli spermatozoi degli uomini siano diminuiti circa del 50% rispetto al 1950”.
Marie-Monique Robin ha vinto il premio Albert- Londres, il più prestigioso della stampa francese (1995). Giornalista, scrittrice e regista, è autrice di molti documentari che le sono valsi diversi riconoscimenti internazionali e di documentari ripresi in America Latina, Africa, Europa e Asia.

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