lunedì 30 maggio 2011

Il bavaglio alla rete

....Accade in Italia. E solo in Italia. Grazie ad una sentenza della prima sezione penale della Corte di Appello di Catania, che ha equiparato un blog ai giornali di carta. Dunque commette il reato di stampa clandestina chiunque abbia un diario in Internet e non lo registra come testata giornalistica presso il tribunale competente, come prevede la legge sulla stampa n° 47 del 1948.
Insomma, noi come Repubblica, il Corriere, Il Fatto etc., come se fossimo una redazione di tutto punto, obbligati ad indicare editore e direttore responsabile.
Tutto nasce dalla vicenda dello storico e giornalista siciliano Carlo Ruta e del suo blog Accadeinsicilia, che si occupava del delicato tema della corruzione politica e mafiosa. In seguito a una denuncia del procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, quel blog è stato sequestrato e chiuso nel 2004 e Ruta ha subito una condanna in primo grado nel 2008.
Ora la Corte di Appello di Catania, nel 2011, ritiene che quel blog andava considerato come un giornale qualsiasi, dunque doveva essere registrato presso il “registro della stampa” indicando il nome del direttore responsabile e l’editore.
La domanda è: cosa succederà ai 50mila blog italiani? Ovvio, non appena qualcuno di loro (e noi ad esempio) daranno fastidio al potente di turno, potranno chiuderci senza alcun problema. A meno che non intervenga il Parlamento in senso contrario, stabilendo, com’è in tutto il mondo, che i blog non possono essere equiparati alla carta stampata (altrimenti lo Stato ci dia per ogni nostro e-reader l’equivalente dei finanziamenti pubblici che prendono Repubblica e il Corriere per i loro lettori presunti).....Pubblicato da Pierpaolo Farina il mag 29, 2011 in Giustizia, Il Rompiballe, Media, Politica | 28

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