Tutti
lo sanno, tutti lo denunciano tutti però, poi, si allineano alla corrente di
pensiero che diventa verità assoluta.
Ciò
accade in politica, in economia, nello sport
Nella religione un pochino meno
perché lì si parte già da un assunto non dimostrabile, se non con un atto di
fede.
Quindi
la menzogna, chè di questo sto parlando, più della verità, più della giustizia,
come via maestra da percorrere per raggiungere il fine ultimo del tutto: il potere.
“Coloro
che vincono, in qualunque modo vincano, mai non ne riportano vergogna”
”Governare è far credere”,
“Sono
tanto semplici gli uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che
colui che inganna troverà sempre chi si lascerà ingannare.” (Machiavelli)
Ecco,
dopo cinquecento anni dal “Principe”, ancora ci pregiamo di usare le stesse
armi.
Si
parla per amor di verità usando specularmente la menzogna, si confondono menti
semplici (in questo non è cambiato poi troppo da allora) con cifre e
statistiche di difficile se non impossibile valutazione da parte del singolo.
Si usano tali strumenti per forzare e indirizzare il pensiero creando ad arte
il casus belli che giustifichi una reazione.
Si
cerca lo slogan per vendere meglio il proprio prodotto, ci si forma nelle
scuole di comunicazione, perché l’importante non sarà cosa comunichi ma come.
Per
stare alla politica, prima non è che non si alterasse la verità, ma c’erano,
comunque, le scuole di partito che
formavano e proponevano i migliori nell’analisi della società e nel guidare i
movimenti verso il naturale traguardo che, ovviamente, era condiviso in base a
scelte ideali ed ideologiche.
Oggi
che tutto il pensiero collettivo è stato plasmato per leggere la realtà
attraverso gli stessi parametri truccati dai gestori del mondo, per vendere il
proprio prodotto si è passati a promuovere se stessi. In questo i Renzi, i
Berlusconi, i Grillo sono senz’altro dei campioni.
Apparentemente
sono in contrasto ma fondamentalmente adottano lo stesso standard
comportamentale. Per non parlare, poi, dei servi sciocchi di tali personaggi,
tutti plasmati ad uso e consumo dell’immagine imposta dal capo e dagli standard
comunicativi.
Spesso
se non si sapesse prima a quali degli schieramenti appartengono si farebbe
molta fatica a capire da che parte provengano, talmente simili sono le pose,
gli ammiccamenti gli atteggiamenti stereotipati
La
prima grande menzogna condivisa da tutti è quella imposta dal potere finanziario
del liberismo economico che parametra il valore della vita umana in base a
quanto vali economicamente. Da questa visione trascende tutto ciò che stiamo
vivendo, la povertà dilagante, la speculazione finanziaria che schiavizza e
lega ai suoi meccanismi miliardi di persone e interi continenti, la
giustificazione della politica a non poter intervenire in quei meccanismi, come
fossero imposti per divino volere e non gestiti da poteri occulti, ma del tutto
umani. La svendita di secoli di lotte e conquiste delle masse immolate sull’altare
del profitto quasi fine a se stesso.
Nello
stesso momento si favoriscono a intermittenza, invece, le libertà in campo
civile, cosa sacrosanta, ma che non mette assolutamente in discussione l’architettura
complessiva anzi, ne rafforzano le fondamenta creando consenso a costo zero.
Altro
archetipo sempre attuale è la menzogna usata per giustificare le guerre che, cento
volte su cento, è propagandata dagli aggressori per giustificare il proprio
intervento. Basti pensare all’incidente di Gleiwitz che diede l’alibi a Hitler
per l’aggressione alla Polonia, o all’incidente del Tonchino che giustificò l’intervento
americano in Vietnam fino ai nostri giorni con le guerre in Medio oriente, fino
all’ultimo capitolo delle stragi israeliane
a Gaza come risposta al barbaro omicidio di tre ragazzi che si è
stabilito, a prescindere, in assenza di prove fossero responsabili tutti i palestinesi
compresi donne e bambini nelle scuole e
negli ospedali.
La
menzogna, quindi, ha guidato e continua a guidare l’umanità non sappiamo se più
cieca o più stolta, e coloro che denunciano e gridano contro tale assurdo
sistema sono sistematicamente tacciati di utopisti sognatori, visionari o, nei
casi peggiori, pericolosi sovversivi.
Tutto
questo per dire che viviamo in una situazione di sospensione della verità
creata ad arte, in una realtà che è più virtuale dei sogni dei poeti, un
videogame in cui ci costringono a giocare sapendo già che i vincitori saranno
sempre loro, perchè loro ne detengono le leve e ne stabiliscono le regole. A
noi sarà concesso, al massimo di sopravvivere e di considerarci fortunati se
non ci sopprimono allorchè non siamo più utili e funzionali al gioco
In
questo quadro la domanda più difficile cui dare risposta anche se la più logica e consequenziale è: "cosa fare?"
Marx
nella metà del XIX sec, aveva provato ad analizzare la società dell’epoca con
occhi diversi ed aveva trovato una chiave di lettura che immaginava possibile
un cambio di rotta in quello che sembrava un inarrestabile e immutabile destino
del mondo industrializzato dell’epoca.
Lo
stesso mondo che ora è cambiato e che si dice non possa essere più letto con
gli stessi occhi di allora ma che, comunque, mantiene inalterate, le stesse
ingiustizie e le stesse menzogne che usava il padrone ottocentesco per tenere
schiavi e vincolati ai propri interessi i propri operai.
Non
è stato certo l’unico, anche nel messaggio cristiano e nell’azione pratica di
molti appartenenti alle varie religioni si è sentito lo stesso bisogno di
verità, la stessa voglia di combattere contro il prepotere e l’ingiustizia, che
poi servi sciocchi e/o prezzolati hanno messo al servizio sempre del più forte.
I
sognatori, i visionari, hanno, da sempre tentato di migliorare il mondo, i
pragmatici e i realisti interpreti del loro pensiero, mortificandolo e modificandolo
con la menzogna “pro domo sua”, lo hanno
costantemente peggiorato.
Ad
maiora
p.s. molti troveranno questa analisi troppo semplice e non troppo approfondita con dotte citazioni o analisi statistiche, ecco rispondo dicendo che era proprio ciò che volevo dimostrare: la verità è molto più semplice della menzogna che ha bisogno sempre di troppe parole e di troppi bizantinismi per risultare, alla fine, incomprensibile ai più.
p.s. molti troveranno questa analisi troppo semplice e non troppo approfondita con dotte citazioni o analisi statistiche, ecco rispondo dicendo che era proprio ciò che volevo dimostrare: la verità è molto più semplice della menzogna che ha bisogno sempre di troppe parole e di troppi bizantinismi per risultare, alla fine, incomprensibile ai più.
MIZIO
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