domenica 29 novembre 2020

IN FILA PER IL PANE?

"Tutti in fila per l' IPhone e poi si piange miseria". Siamo sinceri, quanti di noi l'hanno detto o pensato. Magari di getto, istintivamente, in modo non ragionato, ma l'abbiamo fatto. Poi ti torna in mente il Berlusca di qualche anno fa e le sue esternazioni "Io vedo tutti i ristoranti pieni". Ed era vero, i ristoranti erano pieni nella stessa misura in cui sono vere le file per l'acquisto dell'ultimo giocattolo di tendenza. Questo dimostra quanto, anche non volendo, spesso si sia condizionati nel giudizio e quanto sia facile cadere preda di retorica o massificazione di pensiero. Eppure non sarebbe difficile separare il grano dal loglio. Basterebbe riflettere sul fatto che, se è incontestabile il condizionamento di migliaia di persone che si concretizza nella partecipazione compulsiva ai riti e ai feticci della moderna società consumista, meno visibile ma più corposa è la stragrande maggioranza che a quei riti si sottrae. Ci si sottrae per scelta, per tanti ma anche, se non soprattutto, per l'impossibilità materiale a parteciparvi della maggioranza Perchè, anche se colpiscono, in negativo, quelle file non dobbiamo permettere alla nostra capacità analitica e critica di offuscare o sottovalutare l'enorme tasso di esclusione sociale e di povertà presente nella società. E, se la nostra attenzione non può che essere più orientata ai problemi e ai diritti dei lavoratori e degli esclusi, lo snobismo nei confronti di chicchessia non può portare ad una semplice condanna o derisione prevenuta e preventiva. Molti, non la maggioranza ovviamente, di quelli in fila erano, e potrebbero essere ancora, parte dei nostri riferimenti sociali o politici. Potenzialità ed energie che non possiamo permettere che vengano abbandonate o considerate perse solo perchè, in assenza di modelli credibili e alternativi, si affidano alla corrente del pensiero collettivo apparentemente vincente e unico. Credo, ormai, di essere pesantemente ripetitivo o inutilmente didattico ma, finchè questo modello manca e si presenta, nella progettualità, diviso, incoerente, litigioso, spocchioso, insomma sostanzialmente inutile, anche la capacità di essere credibili nella critica e nell'indignazione diventa solo uno sterile esercizio snobistico. Sono finiti gli I'Phone? Dategli Huawey, no! Ad maiora MIZIO

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