E’
molto tempo, almeno per le mie abitudini, che non scrivo qualcosa che non sia
attinente a questioni politiche o
sociali. Perché è vero che la politica è importante, soprattutto oggi che ha
permeato qualsiasi aspetto anche il più intimo e personale, e che
interessarsene in modo critico e partecipe è fondamentale. Ma quando la sera si
torna a casa dopo il lavoro o un impegno politico e ritrovi i tuoi affetti, i
problemi, le questioni non risolte magari, ti fermi a fumare e…alzando gli
occhi al cielo, le tue certezze si sciolgono rapidamente.
Riemergono
i dubbi, i mille perché, i tarli che nel frattempo hanno continuato il loro
lavoro di demolitori di corazze, eterna dannazione ed estasi dell’umana
esistenza.
Chi
sono, chi siamo, che facciamo su quest’astronave lanciata a folle velocità nel
nulla o nel tutto assoluto?
In
mille modi ho cercato risposte, in mille mi hanno proposto le loro.
Da
tutti e da tutto ho preso e appreso qualcosa, ma è stato molto di più quel che
ho lasciato.
Big
bang, Dio creatore, Energia pura, Dimensioni parallele, Motore primo,
esperimento alieno. Tutte potenzialmente logiche, tutte possibili, ma tutte non dimostrabili, tutte confutabili e tutte bisognose di un atto fideistico per l'adesione.
Però, ognuna di queste ha qualcosa in comune: fato, destino, Karma, scelta divina. Ognuno
di noi sembra seguire un suo sentiero che pare disegnato esclusivamente per lui
e le cui tappe, gli ostacoli, le soste ristoratrici sono proprio quelle di cui
abbisogna, anche se non è in grado di valutarne subito la validità.
Io
ho seguito il mio tra ostacoli, gioie, certezze abbandonate, esperienze, ma se
guardo indietro non scorgo rimpianti.
Errori
ne ho fatti, e tanti, ma non fino al punto di dover dire: “Se non l’avessi
fatto…”.
Se
non l’avessi fatto, non sarei l’io di oggi, sarei altro e non potrei mai sapere
se sarei stato migliore o peggiore.
Questo
vuol dire una sola cosa che io (noi) in questo tempo e in questa dimensione non
potremmo essere diversi da quel che siamo, ci piaccia o non ci piaccia! Ed ogni
sforzo che valga veramente la pena di fare è quello di migliorare quel poco o
tanto che è migliorabile in ognuno di noi, capendo che è solo attraverso la
presa di coscienza della nostra unica e ineluttabile realtà, potremo
affrontarla e pensare di cambiarla.
In
certi momenti sembra proprio che la vita si diverta a frapporre ostacoli,
dolori, sconfitte, consegnando le nostre vite ad una passiva rassegnazione o ad
un’ altrettanto negativa rabbiosa reazione contro tutto e tutti.
Incolpiamo
il fato, i nostri parenti, gli amici, il mondo intero, ma, quasi mai,
rivolgiamo lo stesso critico atteggiamento nei nostri confronti. Eppure ci
crediate o no è proprio quello che riuscirebbe a darci la chiave per superare
qualitativamente le prove dell’esistenza.
La
storia e l’esperienza ci insegnano che la rabbia, l’odio, il conflitto
permanente generano sempre e comunque ulteriori mostri.
La
competizione e lo scontro non sono un destino ineluttabile scritto nel nostro
DNA, c’è la possibilità di scrivere anche altro: comprensione, collaborazione,
condivisione. la “pietas”, non quella pelosa aggiustacoscienze che troppo
spesso si vede, ma quella reale, empatica e fattiva che cerca il miglioramento
di tutto il genere umano migliorando se stessi.
Ecco
in questo la chiave della spiegazione della necessità dell’ impegno, sia esso
sociale, politico, culturale o quant’altro, ed ecco perché non riesco a
comprendere come molte persone, pur splendide, limitino le proprie potenzialità
creatrici in un ambito ristretto e confinato da regole, precetti, divieti,
dubbi che diventano muri invalicabili.
Le
gabbie che la società ci costruisce intorno sono di cartapesta se siamo liberi,
sono di acciaio inox se siamo prigionieri di noi stessi.
L’unica
lotta che valga la pena di fare è quella contro quella parte di noi che ci
vuole prigionieri, indifesi e incapaci di lottare, trovando in questo
giustificazione e alibi a sufficienza per l’inazione che, detto fra noi, è
molto peggio delle reazioni rabbiose di
cui si parlava prima.
Ad
maiora
MIZIO
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