Il
fenomeno Cinque stelle e il suo epigono ultimo, i Forconi, sono stati demonizzati
o esaltati a seconda del momento e dell’interesse. Si sono fatte, analisi,
ricercate analogie con movimenti passati, studiati col microscopio i loro
messaggi , il loro linguaggio per capirne la tecnica e il mistero del successo.
In
questo il M5S si differenzia dai forconi per una sua leadership visibile e
riconosciuta, uno straordinario veicolo pubblicitario e promoter del Movimento
come Beppe Grillo. Ma il linguaggio e le finalità dichiarate sono le stesse.
Entrambi guardano oltre (!), entrambi hanno come slogan “Tutti a casa” e senza
condizioni, entrambi non fanno differenze tra destra e sinistra.
Non
ci voleva Grillo o Casaleggio per capire che, soprattutto nel periodo della
seconda repubblica, qualcosa stava cambiando rapidamente nella sensibilità
della società italiana. Tangentopoli con il suo effetto tsunami su un’intera
generazione e classe politica, aveva dimostrato che il re era nudo e poteva
essere messo in discussione e persino abbattuto, caricando di messianica attesa
e speranza la nuova stagione politica. Speranza incarnata alla perfezione e con
abile strategia politica e mediatica da Berlusconi.
Il
Partito Comunista che fino ad allora rappresentava le speranze di chi ambiva al
cambiamento, cambiava invece se stesso, iniziando un percorso che, in nome
della governabilità lo porterà nel tempo a spostare progressivamente le proprie
posizioni fino a non poter essere più, ragionevolmente, nelle sue ultime
versioni, DS e PD, considerato di
sinistra.
E
nulla sarebbe accaduto se i giochi fossero rimasti gli stessi mantenendo e,
possibilmente, migliorando lo status quo sociale.
In Italia alla fin fine vale
sempre il detto “Francia o Spagna, basta che se magna..”.
Ma
gli appetiti delle lobby, la corruzione dilagante a tutti i livelli, l’impreparazione
incapace di un’intera classe politica, le richieste di rigore dell’Europa e
infine una crisi globale devastante hanno fatto vacillare le sicurezze di chi
(la maggioranza) si era cullato nell’idea che tutto cambiava affinchè nulla
cambiasse. Aumento delle tasse, precarietà del lavoro, incertezza sul presente
e sul futuro, hanno mutato la pacata e passiva accettazione dell’italiano
medio.
I
discorsi nei bar e nelle strade non sono molto diversi da quelli che si
facevano nella Prima Repubblica, ma è cambiato il clima intorno, si percepisce
un pericolo diretto, reale non metaforico o potenziale alla propria qualità di
vita. Solo che non si vede chi e come potrebbe rappresentare questa paura rabbiosa.
Come si diceva prima, l’opposizione, soprattutto di sinistra, era stata
completamente assorbita e assimilata al sistema e non è più percepita come
alternativa.
Grillo,
rispetto ai politici di professione chiusi nei loro palazzi, completamente
scollegati dal mondo reale, riesce a intercettare e a dare voce a questo sentire
comune e lo fa con la sua tipica foga e abilità istrionica costruita con anni
di professione nel mondo dello spettacolo.
Abbinando
questa sua popolarità al risentimento cronico, ma in questo caso giustificato,
dell’uomo della strada, con l’utilizzo dei moderni mezzi di comunicazione e l’appoggio
di un personaggio abile nel gestire fenomeni comunicativi come Casaleggio, il Movimento
Cinque Stelle decolla e trova praterie sterminate di consensi e simpatie,
andando anche al di là di quelle che erano le intenzioni e le speranze dei
promotori.
Chi
non ha capito e tenta esclusivamente di demonizzare il fenomeno, non fa altro
che portare legna al camino di Grillo e dimostra che l’ignoranza politica non è prerogativa solo del cittadino medio. Stanno
riducendo il tutto ad un problema di sistema e di alchimie politico-elettorali
dimostrando ancora una volta l’incapacità di leggere e interpretare il sentire
popolare.
Vista
la situazione reputiamoci fortunati che in Italia il malcontento sia
interpretato dal movimento di Grillo, ma se continua la cecità politica non è
detto che non si debba parlare anche d’altri fenomeni ben più inquietanti e pericolosi.
Il movimento dei Forconi è lì a dimostrare che già si sta provando ad andare “oltre”,
anche oltre Grillo!
MIZIO
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