A
Orbetello nella laguna decine di tonnellate di pesci morti a causa della
mancanza d’ossigeno derivante dalle alte prolungate alte temperature.
Al
senato il sen. Azzolini salvato dall’arresto da quella che, ormai, si prefigura
come una compagnia di giro bipartisan: “se io do una mano a te, tu poi dai una
mano a me”.
Per
entrambi gli accadimenti titoli e articoli hanno invaso tutte le testate e le
tv (ad onor del vero molto più per il senatore che per i poveri pesci), ma cosa
accomuna due fatti così distanti tra loro nelle modalità e nella percezione?
Entrambi, come molti altri, sono vissuti con l’emotività legata al momento e
alle conseguenti reazioni indignate, dispiaciute o rassegnate. Entrambe, però, rispondono
a quella che definisco ‘”l’impotentia coendi” (impotenza, per i non
frequentatori del latino o dell’andrologo) che caratterizza la nostra recente
era politica e sociale. Fin dai tempi dell’avvento dei primi governi Berlusconi
e seguenti il giudizio e il tiro della comunicazione, favorevole o contraria,
si è puntata su aspetti che possiamo considerare tutto sommato secondari
andando a spulciare sempre più nel folklore e nello scandalo piuttosto che nella sostanza.
Caratteristica che è diventata sempre più evidente con il diffondersi di massa
dei social e della conseguente mole d’informazioni vere, verosimili o false che
si aggirano per la rete.
Quindi
l’informazione, la cultura politica, la sensibilità in questi anni è stata
basata sempre più su aspetti di “colore” e megafonati ad arte piuttosto che su
serie proposte alternative e di cambiamento. Con l’avvento, poi del M5S,
maestri nell’uso del media informatico è diventato un vero e proprio modus
operandi. Intendiamoci, io non nego che ci sia anche una funzione pedagogica
nell’evidenziare aspetti perlomeno discutibili della vita pubblica, ma quello
che si nota è che, difficilmente, accanto a questa si manifestano con la stessa
intensità e la stessa visibilità proposte che siano veramente alternative.
Che
i cambiamenti climatici siano un dato di fatto quasi incontrovertibile è
patrimonio comune, così come è patrimonio comune che le forze politiche
alternatesi al governo ultimamente non rappresentino più un diverso modo di organizzazione
della società ma tutte condividono lo stesso sistema, le sue storture e contraddizioni.
Come
al solito qualcuno si starà chiedendo :”Si vabbè, e allora?”.
Come
tutti penso sappiate, sono un uomo di sinistra, la mia visione del mondo è
inficiata e condizionata da idee comuniste, socialiste, ambientaliste ed è
proprio alla mia parte, alla nostra coscienza e sensibilità e a quella dei suoi
rappresentanti che mi rivolgo. Credo che non sia più né sufficiente né utile
denunciare le malefatte di Renzi & co., ormai le conosciamo e le conoscono
tutti abbondantemente e non sarà su questo che passeranno e si ingrosseranno le
file di forze alternative. Il risultato più evidente che si ottiene è solo quello
di contribuire ad ingrossare le fila degli schifati e sfiduciati dalla politica
portando acqua al mulino delle forze più populiste e qualunquiste. Oltre la
denuncia si deve passare ad una fase propositiva, non caratterizzata dal “faremo”,
“ci impegneremo” fumosi e rimandati sempre ad un auspicabile ma ipotetico futuro.
Qui, adesso, oggi bisogna cominciare a cambiare ottica, metodo e prospettiva.
Non è più tempo di speculare sugli errori e le aberrazioni altrui per aumentare
consensi futuri, ma bisogna essere in grado di formulare idee, proposte,
iniziative che siano visibili e percepibili oggi. Nella situazione attuale il
sol dell’avvenire, lo sappiamo tutti, non sorgerà a breve per nessuno e
continuare a coltivare questa pia illusione serve solo a consolarci e a
riconoscersi tra di noi.
Quello
che si può e si deve fare, superando la fase della denuncia scandalizzata e
scandalistica, è proporre alternative praticabili (stavo per scrivere possibili,
mi sono trattenuto in tempo, onde evitare maliziosi retropensieri).
Condividere,
ad esempio le motivazioni delle proteste, anche quelle che possono sembrare
estreme, ad esempio nel campo della politica ambientale sapendo che non può
esserci spazio per trattative e posizioni di compromesso perché sono in gioco
valori e interessi che vanno a ledere la possibilità e la qualità della vita
stessa, così come noi la conosciamo.
Esempio
pratico, in alcune amministrazioni locali, dalla regione in giù, sono presenti
anche forze di sinistra sulla base di programmi condivisi con il Pd. Se
escludiamo la Puglia esempio quasi unico, anche se con qualche naturale limite
e ombra, da altre parti non si riconosce minimamente il cambio di passo nel
campo delle politiche ambientali. Non è sufficiente, ad esempio, che la Regione
Lazio riveda il piano casa della giunta precedente, abbassando le cubature
previste precedentemente ma continuando, comunque, a permettere di costruire
laddove, la situazione del consumo del territorio e della massa di immobili
presenti, non consentirebbe neanche la posa di un singolo mattone.
Le
trivelle che lo “Sblocca Italia” ha praticamente liberalizzato nei mari e nel
territorio italiano, non possono essere combattute a colpi di comunicati stampa
ma vanno contrastate con azioni di visibilità e impatto mediatico e a colpi di informazioni
e proposte alternative schierando in campo tutte le forze presenti e
utilizzando il potere delle amministrazioni locali, che non possono e non
devono rifugiarsi dietro un comodo e tranquillizzante “non possumus”.
Altro
esempio, abbiamo giustamente sposato il concetto di legalità contrapponendolo a
quello opposto caratterizzato dal non rispetto della legge e delle norme, anche
non scritte, del convivere civile, ma abbracciandola con troppa enfasi, si è
forse dimenticato che esiste anche un altro fattore discriminante quello relativo
al concetto di giustizia che non sempre corrisponde a quello di legalità. Se un
provvedimento o una legge è palesemente ingiusta anche il concetto di rispetto
della stessa non può essere uguale. Pensiamo a Rosa Parks e al suo gesto
(illegale all’epoca) che ha dato il via alla pacifica rivoluzione degli
afroamericani contro le leggi razziste degli Stati Uniti.
Ovviamente
parlando di eventuale non rispetto della legge ingiusta, non mi riferisco certo
ad azioni violente o dannose, ma soprattutto a forme di resistenza e trasgressione
finalizzate alla denuncia e alla visibilità da queste data alla contestuale presentazione
di proposte alternative.
Questo
principio è applicabile per tutte le leggi e regolamenti approvati nel corso
degli ultimi anni che hanno ristretto notevolmente il recinto dei diritti sia
personali che collettivi. A volte, a scopo dimostrativo e di denuncia, non è sbagliato
o censurabile infrangerli.
Ritornando
all’inizio, lo stupore, lo scandalo e gli allarmi per i pesci di Orbetello e
per il salvataggio di Azzolini in Senato sono figli della stessa ipocrita
visione legata al momento specifico ma che non cambia di una virgola l’esistente
e tantomeno quello futuro.
Mi
auguro che la (le) neonate nuove forze della sinistra che si formeranno, auspicabilmente
a breve, siano in grado di smarcarsi da questa visione limitata e limitativa ma
sappiano proporre e proporsi come forze in grado di interpretare un cambiamento
reale e alternativo alla penosa impotenza attuale.
Per concludere, il fatto che Azzolini sia stato salvato e i pesci della laguna di Orbetello siano invece morti è una significativa, anche se orrenda, metafora del'attuale momento storico.
Ad
maiora
MIZIO