Civati
esce dal PD (finalmente) e subito lancia la sua personale area politica, ampia,
aperta, propositiva ma, soprattutto, sua. Fassina segue a ruota anche lui nell’abbandono
del Pd ,con la naturale e comprensibile sofferenza che questo comporta, e
subito lancia l’ipotesi di un nuovo partito a sinistra. Prima di loro Pastorino
e Cofferati in Liguria hanno guidato e sponsorizzato una lista alle regionali
da fuoriusciti dal PD.
Ora,
io mi chiedo, se la leadership della nuova sinistra viene affidata a chi,
fondamentalmente, ha sbagliato lettura politica negli ultimi anni e diventa una
promozione politica l’averlo riconosciuto e certificato, allora io che non sono
mai stato iscritto al PD e neanche l’ho mai votato sono un gigante politico e
meriterei di essere riconosciuto come leader maximo, o no?
Ovviamente
è un’iperbole, ma veramente mi chiedo se l’essersi accorti tardi della reale
natura del PD non sia diventato un titolo di merito anziché una presa d’atto di
un fallimento e di un’ingenuità (?)
politica?
Lo
stesso discorso, anche se in misura diversa, può essere applicato ai dirigenti
Sel che quel partito hanno inseguito per anni sperando e pensando di
condizionarne da “sinistra” le scelte che, invece, abbastanza chiaramente,
portavano da tutt’altra parte. Ci si è accontentati per troppo tempo del
semplice riconoscersi nell’ antiberlusconismo.
Si
diceva, ora tutti in fila a progettare nuovi movimenti, nuovi partiti e non si
riesce a capire che il primo e unico atto veramente decisivo per tale ipotesi è
mettersi con dignità, generosità e umiltà da parte, permettendo a forze, potenzialità e
proposte nuove di avere il giusto spazio e la doverosa visibilità. Il vostro apporto
e la vostra esperienza saranno, comunque, preziosi ma, un esercito non si serve
solo da generali, ci sono tanti e tali altre
funzioni
e posizioni da non rischiare certo di rimanere senza ruolo e di annoiarsi.
Magari
solo un pochino dietro la prima fila!
Ad
maiora
MIZIO
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