giovedì 17 novembre 2011

PERCHE' NON SI FA LA RIVOLUZIONE

...... I requisiti per una rivoluzione vincente sono: il malcontento che colpisce quasi tutte le classi sociali; i diffusi sentimenti di impotenza e di disperazione; le speranze disattese; la solidarietà che si contrappone al piccolo potere delle élite; il rifiuto di eruditi e studiosi nel continuare a difendere le azioni della classe dirigente; l’incapacità del governo a rispondere alle necessità basilari dei cittadini; la graduale perdita di volontà all’interno della stessa élite al potere e la defezione dalla cerchia ristretta; l’isolamento invalidante che lascia il gruppo al potere senza alcun alleato o supporto esterno; e, infine, la crisi finanziaria. La nostra élite societaria ha ampiamente soddisfatto questi requisiti.


Crane Brinton dal suo libro “Anatomy of a Revolution” (Anatomia di una Rivoluzione) 





Sicuramente per quanto riguarda l'Italia,se ha ragione l'analisi dello storico Brinton, tali presupposti sono stati ampiamente superati, ed è solo per la particolare attitudine, tutta italiana, a farsi imbonire da campagne d'informazione mirata e distorta, che ancora non si è verificata una presa di coscienza, che vada oltre la rabbia e la protesta poco più che individuale. E' vero che ciò è favorito da una mancanza, ormai ultradecennale, di un' opposizione che non sia solo partitica e di alternanza di potere, ma sistemica e veramente alternativa,
Basti vedere che, i primi, ad aderire in maniera incondizionata e senza limiti al nuovo governo Monti, sono state quelle forze, col PD in testa, che avrebbero dovuto rappresentare la discontinuità rispetto al folkloristico precedente governo Berlusconi. E tale adesione è avvenuta ben sapendo che l'attuale governo andrà a "spezzare le reni" soprattutto ai ceti più deboli, perchè questo vuole il grande potere finanziario e d economico che ha caldeggiato la nomina di un personaggio come Monti. E non si può fare a meno di notare come al ministero delle infrastrutture (leggi grandi opere)e trasporti sia stato messo un banchiere come Passera, tra l'altro facente parte della neonata compagnia ferroviaria NTV (di cui in precedenti post, avevamo notato le tante anomalie), che andrà a fare concorrenza a Trenitalia che, in maniera più o meno volontaria sta abbandonando il servizio cosiddetto "sociale" per concentrarsi sul trasporto d'elite (AV), facendo venir meno il concetto di "servizio" nel trasporto ferroviario. Come d'altra parte dovremo abituarci ad abbandonare tale concetto per tutti quei servizi che attualmente sono direttamente o indirettamente pubblici, per abbracciare la logica d'impresa e di concorrenza, che tante macerie ha già lasciato dietro di sè, nei settori già privatizzati.
Ritornando al concetto iniziale, si diceva, che uno dei motivi per cui in Italia, a parte alcuni sussulti sporadici e limitati, non assistiamo a una mobilitazione permanente e di massa, propedeutica a ipotesi di cambiamenti rivoluzionari è l'assenza di un movimento organizzato che ne incanali e ne guidi le azioni, visto che i partiti che conosciamo hanno, da tempo, abdicato a tale funzione; la presenza sul territorio di una potenza mediatica che, forse non ha eguali in altri paesi, la Religione cattolica con il Vaticano, che hanno istituzionalmente, sempre avversato qualsiasi ipotesi di cambiamento della società e appoggiato quasi sempre il potere politico in cambio di una quasi assoluta libertà di manovra nel gestire coscienze e potere; infine, ma non ultimo il carattere accomodante e fondamentalmente individualista e anarchico (in senso deteriore), dell'italiano medio, pronto a seguire qualsiasi pifferaio magico, non appena ne intraveda un eventuale tornaconto personale.
Comunque, sempre partendo dal presupposto che l'analisi di Brinton sia giusta, non dispero che ciò possa avvenire, anche se in colpevole ritardo, visto che, i presupposti per il futuro a breve e medio termine, sono tutt'altro che incoraggianti, prevedendo tutti, nessuno escluso, un peggioramento degli standard di vita attuali, un'ulteriore limitazione di libertà individuale e un aumento esponenziale del già intollerabile potere economico-finanziario.
Cerchiamo di essere pronti quando ciò accadrà!

MIZIO

Nessun commento:

Posta un commento