mercoledì 1 agosto 2012

VENDOLA! MA DOVE VAI?




Continua la deriva autodistruttiva della sinistra, c’è solo da capire se sia frutto di scelte consapevoli o di incapacità di leggere la realtà e le dinamiche italiane. E’ in questo quadro che va inserito l’accordo pre-post elettorale tra Bersani e Vendola che, al di là delle precisazioni del governatore della Puglia, dopo che le agenzie parlavano di un’apertura di SEL all’UdC, rappresenta indubbiamente un accordo “ad excludendum” dell’IDV di Di Pietro e di tutto i movimenti a sinistra che si sono opposti in questi anni alle politiche neo-liberiste di Berlusconi prima e di Monti poi.
Che accordo può esserci a sinistra con chi ha avvallato una riforma pensionistica devastante per nuove e vecchie generazioni, che ha permesso l’eliminazione dell’art.18 dello statuto dei lavoratori, che ha eliminato i contratti nazionali penalizzando ulteriormente i lavoratori, che ha approvato lo spending review  (leggi manovra) con ulteriori tagli alla sanità, all’istruzione, ai trasporti e ai servizi in genere, che ha sposato in todo le politiche monetarie della BCE e dell’Unione Europea.
Per non parlare dei diritti civili, tema a cui Vendola è particolarmente sensibile, che accordi possono essere fatti con un partito al cui interno la componente ex-democristiana è preponderante e senza tener conto, poi, del caso  di un’eventuale e non smentita apertura all’UDC.
Voi sperate e, mi riferisco in particolare a Vendola, di rappresentare così il mondo del lavoro, dei precari, dei giovani senza futuro, degli anziani senza presente?
Se così fosse credo di avervi sopravvalutato nel recente passato, quando ho sperato e immaginato un percorso finalmente diverso a sinistra, legato ai valori, ai principi e non solo al raggiungimento del potere a tutti i costi, frutto di continui compromessi al ribasso
L’elettore di sinistra (il lavoratore) in Italia è disamorato, sconcertato, deluso da chi dovrebbe rappresentarlo e difenderlo, e che, invece, vede costantemente alla ricerca del mitico “voto moderato” (che tra l’altro mai conquisterà).
Se poi, come credo, tutto questo sarà condito da una riforma elettorale che premierà la governabilità a scapito della rappresentanza in un’ ottica anti Grillo e anti Di Pietro, beh a quel punto il quadro sarebbe completo.
E a vincere sarà ancora una volta quella che voi amate chiamare l’antipolitica, ma a quel punto l’antipolitica vera sarete anche voi, incapaci di cogliere i segnali d’insofferenza verso questo andazzo (avete dimenticato che alle ultime elezioni ha votato poco più del 60% degli elettori?). E la colpa non sarà di chi non sceglie ma vostra che scegliete di non rappresentare più una grossa fetta della società, quella che, tra l’altro, vi mantiene da decenni.
Caro Vendola, sei ancora in tempo, guarda a sinistra, ai movimenti, a Di Pietro e anche a Grillo e solo dopo, eventualmente, da una posizione rafforzata si potrà parlare anche, e sottolineo anche, con il PD.

MIZIO

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