Cordoglio infinito per le vittime e condanna senza
appello per chi e' autore di tali efferati attacchi terroristici. Nessuna
giustificazione o comprensione ma il tentativo di capire va fatto al di fuori
di semplici letture in cui ci sono semplicemente il noi e il loro. Noi i buoni,
ingenui, comprensivi. Loro i cattivi, bruti, fanatici e pazzi sanguinari. Se
devo pensare ad un accostamento tra vittime non posso fare a meno di pensare ai
milioni di lavoratori impegnati nella lavorazione del tessile in Bangladesh.
Costretti, minori e non, a lavorare in condizione di semischiavitu' per le
aziende del settore tessile in gran parte occidentali. Anche gli italiani,
vittime, erano imprenditori del tessile, a Dacca per lavoro. Immagino, quindi,
per contratti e commesse tese al minor costo e al massimo profitto. Non sarà
quindi la globalizzazione, lo sfruttamento, un'economia cinica in cui impera il
"pecunia non olet" a rappresentare il substrato in cui trovano
spiegazione e habitat anche le efferatezze più disumane? Siamo sicuri che i
carnefici siano solo quelli che ammazzano con le armi e non, anche, coloro che
delegano il lavoro sporco di sfruttamento e disumano per il proprio interesse?
Il mondo è talmente complesso che è estremamente difficile tracciare un confine
netto tra vittime e carnefici e nessuno può dirsi estraneo e innocente a
priori. È un mondo da cambiare in profondità, non bastano piccoli ritocchi di
maquillage. Cominciamo da noi, dall'Italia, dall'Europa.
Ad maiora
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