lunedì 16 aprile 2012

L' ITALIA LABORATORIO DELLA TECNOCRAZIA CHE GUIDERA' L'EUROPA

Letto questo, per me, delirante articolo sul settimanale "Venerdi" allegato alla Repubblica. Il giornale che ha fatto una guerra spietata (e giusta) ai governi Berlusconi e al loro intreccio malsano di conflitti d'interesse, corruzione, clientelismo e chi più me ha più ne metta, tanto da essere spregevolmente definito dal suddetto Silvio "comunista". Lo stesso estensore dell'articolo non perdeva occasione per attaccare e criticare (ripeto giustamente, a scanso di equivoci) qualsiasi azione del precedente governo, sottolineandone tutte le ambiguità e i sotterranei interessi personali o di parte. Adesso improvvisamente con l'avvento del tecnico "Monti" si arriva addirittura all'auspicio che tale tipologia di governo freddo e spietato e che, nasconde interessi forse ben più grandi di quelli dell'imbonitore di Arcore,si estenda a tutta l'Europa, indicando nella forma partito che ha rappresentato l'espressione della democrazia elettiva, la causa di tutti i mali.
Dimentica, il suddetto estensore dell'articolo in questione (riportato in basso), che i partiti negli ultimi venti anni almeno, sono stati i rappresentanti prima, i burattini poi, di quel mondo finanziario-economico, che adesso ha deciso di governare in prima persona eliminando l'intermediazione dei propri servi sciocchi.
I partiti e/o i movimenti vanno riformati riempendoli di valori ideali e di proposte per il cambiamento della società che vada verso una miglior rappresentatività, soprattutto degli strati più deboli e indifesi, e non cancellati. Soprattutto se questo significa consegnare le chiavi della nostra vita  a tecnocrati freddi e spietati
legati a doppio filo con quell'immorale mondo finanziario economico, che è la causa prima della crisi attuale.
Caro Curzio, cara Repubblica da qualche tempo mi avevate già perso come lettore, adesso perdete anche la mia stima. Non che ve ne importi molto, ma ci tenevo a dirvelo!  MIZIO




Si è parlato per vent'anni di un presunto "laboratorio italiano" intorno all'esperimento di Berlusconi. Una tesi piuttosto assurda. Il berlusconismo non è stato il laboratorio politico di nulla, semmai una specie di riedizione comica, pasticciata e terminale della destra autoritaria del Novecento, da Mussolini al maccartismo e al neoliberismo, un'espressione politica della nostalgia di un Paese in declino. Nostalgia dominante anche fra gli oppositori di Berlusconi, divisi fra il postcomunismo estenuato di Pds, Ds e ora del vertice del Pd, e il qualunquismo vecchio stile di Di Pietro e Grillo. Per non parlare del centro cattolico, che da un ventennio cerca di far risorgere la Democrazia cristiana.
Nella Seconda repubblica, l'unica vera novità era rappresentata da Romano Prodi, un tecnocrate riformista consapevole, a differenza dei nostri provinciali politici, delle conseguenze della globalizzazione. Le due brevi stagioni di Prodi sono state l'unico laboratorio politico italiano e infatti hanno preparato il terreno a Mario Monti. Con il governo Monti l'Italia è diventata davvero un laboratorio del futuro.
Quello che accadrà nei prossimi anni è la progressiva sostituzione dei governi politici con governi tecnici. Governi tecnici per modo di dire, dal momento che è chiaro a tutti come il governo Monti stia in realtà facendo molta più politica dei predecessori. Tecnici nel senso della provenienza professionale dalla scuola dei grandi burocrati internazionali, in particolare europei.
Una polemica alla moda sostiene che la burocrazia di Bruxelles abbia fallito nel progetto di unificazione dell'Europa, fermandosi allo stadio dell'unità monetaria. È una tesi molto superficiale. In realtà, Bruxelles è servita a formare una classe dirigente che la politica non è più in grado di produrre ed è ora pronta a prendere il potere in tutti i governi nazionali europei. È accaduto per ora in Italia e Grecia, ma avrebbe potuto già realizzarsi da tempo in Francia, se prima Jacques Delors non avesse rifiutato la candidatura all'Eliseo e poi Dominique Strauss-Kahn non fosse stato travolto dal noto scandalo. Domani potrebbe toccare alla Germania e alla Spagna.
Per quanto riguarda l'Italia, dovrebbe essere evidente a tutti che, dopo Monti, non ci sarà un altro governo politico vecchio stile, con Bersani o l'improbabile Alfano premier, ma un altro gabinetto "tecnico", il cui teorico presidente del Consiglio dovrà in ogni caso fare i conti con l'autentico premier, il governatore Mario Draghi. Questa sarà la politica nei prossimi anni, il resto sono slogan.
di Curzio Maltese
Tratto dal "Venerdi di repubblica"

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