martedì 10 aprile 2012

LA FORNERO CHIUDE UN SITO. IL DELIRIO E LA CENSURA


CHIUSURA DEL SITO DPL MODENA.IT
Il Segretario generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con una nota del 5 aprile 2012, indirizzata anche alla DTL di Modena, ha stabilito che:

"al fine di garantire una rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali e con riferimento agli obblighi di trasparenza ed ai profili di comunicazione e pubblicazione delle informazioni di interesse collettivo anche per quanto attiene agli Uffici territoriali, si chiede alle SS.LL. di provvedere alla immediata chiusura del sito internet www.dplmodena.it".

Conseguentemente, a partire da oggi (6 aprile 2012), il sito www.dplmodena.it cessa la propria attività informativa.
Nato il 19 febbraio 2001, come strumento di supporto all'Ufficio relazioni con il pubblico, è stato visitato, in questi anni, da circa 18 milioni di utenti.



INTERROGAZIONE IDV
“Non contento di varare una riforma al ribasso, che peggiora la già drammatica situazione del mondo produttivo, il Governo ha pensato bene di spegnere un prezioso faro per orientarsi in materia di diritto del lavoro come il sito della DPL di Modena. Presenterò all'Esecutivo dei tecnici, che anche nella censura ricorda troppo da vicino quello precedente, un'interrogazione parlamentare per chiedere conto di questo atto inaccettabile e ingiustificato”. Lo dichiara il Capogruppo dell'IdV in Commissione Attività produttive al Senato, Patrizia Bugnano. “Il sito della Direzione Provinciale del Lavoro di Modena – aggiunge – è da anni a disposizione di cittadini, imprese, amministratori, sindacati e professionisti del settore ed è considerato in modo unanime uno strumento indispensabile per ottenere informazioni affidabili e documenti utili. Oltre a togliere i diritti dei lavoratori il Governo vuole anche eliminare di imperio le fonti di conoscenza? Se Monti e Fornero credono di poter imporre il pensiero unico – conclude Bugnano – si sbagliano di grosso”.

SEL su chiusura sito DPL Modena


E’ veramente sconcertante che uno strumento indispensabile per i cittadini e per gli amministratori come il sito della Direzione Provinciale per il Lavoro di Modena sia stato chiuso d’imperio dal Ministero del Lavoro. Come Sinistra Ecologia Libertà ne abbiamo sempre apprezzato la completezza d’informazione e di aggiornamento sul diritto del lavoro. Invece di potenziare e diffondere le buone pratiche, dal Governo viene l’impulso ad affossarle. Urgono spiegazioni.
(Giuseppe Morrone, per Coordinamento Federale SEL)

 Perché ministro ha chiuso sito Dpl Modena?



Roma, 9 apr. (TMNews) - "Chi ha disposto la chiusura del sito www.dplmodena.it, da sempre un punto di riferimento per tanti che avevano ed hanno bisogno di informazioni in materia di lavoro, di pensioni, di permessi di soggiorno? Risponde al vero la notizia che l'oscuramento sarebbe stato deciso dal ministro del lavoro, Elsa Fornero?". Lo chiedono in una nota congiunta Giuseppe Giulietti, deputato del gruppo misto e portavoce dell'associazione Articolo21 e Vincenzo Vita, senatore del Pd.
"A che titolo e perchè - prosegue il comunicato - il Ministero avrebbe assunto una simile decisione? Nella lettera spedita agli uffici di Modena si fa riferimento anche alla necessitá di unificare le informazioni sui sui siti istituzionali, peccato che la decisione di oscurare, comunque intollerabile, sia stata assunta solo nei confronti del sito d iModena uno dei più apprezzati e consultati in Italia, come per altro ha documentato nella sua denuncia l'avvocato Guido Scorza, uno dei più accreditati esperti del settore".
"Comunque stiano le cose - dicono ancora Vita e Giulietti - la vicenda non è accettabile, spetta ora al ministro chiarire e soprattutto predisporre la immediata riapertura del sito, evitando il solo sospetto che si sia trattato di un provvedimento censorio, magari deciso da un funzionario troppo zelante, assunto nei confronti di un sito 'sgradito'. In ogni caso - concludono - sulla vicenda presenteremo una interrogazione perchè un simile episodio, comunque siano andate le cose, non può restare senza un pubblica ed immediata risposta da parte del Governo".

La Fornero chiude un sito. Il delirio e la censura
E’ un provvedimento di una gravità inaudita e senza precedenti quello con il quale il Ministro del Lavoro ha ordinato alla Direzione Provinciale del lavoro di Modena l’immediata chiusura del proprio sito internet.“Al fine di garantire una rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali e con riferimento agli obblighi di trasparenza ed ai profili di comunicazione e pubblicazione delle informazioni di interesse collettivo anche per quanto attiene agli Uffici territoriali, si chiede alle SS.LL. di provvedere alla immediata chiusura del sito internet www.dplmodena.it“.

E’ questo il contenuto della nota che il Segretario generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha indirizzato lo scorso 5 aprile all’ufficio territoriale del proprio Ministero.

Un’iniziativa, quella del Ministro Fornero, politicamente inaccettabile e giuridicamente illegittima, sbagliata del metodo e nel merito.

Cominciamo dal metodo.
Quale che fosse il contenuto di talune delle pagine web – evidentemente  invise al Ministro del lavoro – è evidente che nulla giustifica la chiusura di un intero sito internet per ottenerne la rimozione dallo spazio pubblico telematico. E’ esattamente come chiudere un giornale a seguito della pubblicazione di un articolo che si ritiene – a torto o a ragione – diffamatorio. Anzi, peggio. E’ come chiudere un ufficio pubblico perché uno dei dipendenti, funzionari o utenti che lo frequentano si è lasciato andare a qualche considerazione ritenuta inopportuna dal Ministro.

Il sito internet della Direzione provinciale del lavoro di Modena, rendeva accessibili al pubblico– un pubblico di oltre 18 milioni di utenti – migliaia di informazioni e documenti preziosi per i cittadini che ne visitavano le pagine.
Per convincersene è sufficiente visitare alcune delle pagine del sito ancora accessibili nonostante la censura ministeriale: notizie relative ai diritti dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione, informazioni e commenti relativi alla riforma del sistema pensionistico, pagine dedicate alle opportunità di lavoro per gli extra-comunitari o al rinnovo del permesso di soggiorno, solo per fare qualche esempio.

Centinaia di migliaia di contenuti sui quali si è abbattuta la mannaia censorea del Ministro Fornero.

Se la pubblicazione di taluni dei contenuti pubblicati sul sito era, davvero, illegittima – circostanza della quale è almeno lecito dubitare – il Ministero avrebbe potuto – a tutto voler concedere – dare al proprio ufficio indicazioni per la modifica o, a tutto voler concedere, per la rimozione.

Ordinare la chiusura di un sito internet è un gesto dettato o da un delirio di onnipotenza di un Ministro – e/o di un suo dirigente – che ritiene, evidentemente, di essere padrone dell’informazione o da una tanto profonda ignoranza delle dinamiche di circolazione dell’informazione online da risultare grave almeno tanto l’ipotesi del delirio di onnipotenza.

E veniamo al merito.
“Al fine di garantire una rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali e con riferimento agli obblighi di trasparenza ed ai profili di comunicazione e pubblicazione delle informazioni di interesse collettivo”.

E’ questa la motivazione con la quale il Ministro del Lavoro ha disposto la chiusura del sito. E’ uno scherzo? Un pesce d’aprile arrivato in ritardo?

Se così non fosse saremmo dinanzi ad uno dei più gravi attentati alla libertà di informazione ad opera di un Governo dal ventennio fascista ad oggi. Un provvedimento che ben avrebbe potuto portare la firma del Ministro per la propaganda di Mussolini o di quello dell’informazione di Saddam Hussein.

“Rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali” è, infatti, solo una parafrasi per dire che il Ministro non gradisce la diffusione e pubblicazione di notizie ed informazioni difformi dalle proprie. Fuori dal linguaggio istituzionale, il Ministro sta dicendo che non ammette che sulle pagine di un sito ricollegabile – in senso lato – al proprio Ministero siano pubblicate critiche ed opinioni contrarie alla propria azione di governo ed al modo di presentarla unilateralmente prescelto dal Ministro e dal suo staff.

E’ un modo di guardare alla politica, al governo ed alla democrazia degno di un tiranno di altri tempi o del leader militare di una qualche dittatura anti-democratica: ci si sottrare al confronto, alla critica ed al dialogo a colpi di censura ed ordini di cancellazione di informazioni e contenuti sgraditi.

E’ questa l’idea di sviluppo sociale e democratico che guida l’azione del Ministro Fornero? E’ urgente che il Premier chiarisca la sua posizione al riguardo, prenda le distanze dal gesto del suo Ministro e la inviti, senza ritardo, a rassegnare le sue dimissioni. Non c’è miracolo economico né riforma del sistema del lavoro – ammesso anche che il Governo dei professori stia lavorando bene per perseguire tali obiettivi – che abbia un senso, se il prezzo da pagare è quello di accettare di risvegliarci in un Paese meno democratico e meno libero di quello nel quale abbiamo vissuto sino qui. Blog di Guido Scorza



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