sabato 20 agosto 2011

PASSATA LA FESTA GABBATU LU SANTU...

Come dimenticare e archiviare in fretta l'entusiasmante risultato e la volontà dei cittadini espressa con i referendum del 12 - 13 giugno scorso.

Alla casta non sembrava vero di poter giustificare con i provvedimenti anticrisi un vero e proprio ribaltone rispetto la volontà popolare espressa con il referendum sulla privatizzazione dell'acqua. E' vero che quest'ultima è stata esclusa (proprio in virtù del referendum) dai provvedimenti approvati per la manovra finanziaria, ma il concetto non cambia.
Mi pare ovvio che, al di là di risibili sottigliezze giuridiche, la volontà popolare che si era espressa a favore di una gestione pubblica del servizio idrico, se fosse stata messa in condizione di votare  tutti i servizi attualmente pubblici,si sarebbe espressa in maniera sicuramente simile.
Questo per diversi ordini di motivi di cui il primo e più importante è che taluni servizi sono considerati essenziali e di primaria importanza e il mantenimento sotto la gestione pubblica ne è garanzia se non di efficienza sicuramente di un maggior controllo e vicinanza. Altro aspetto, non secondario, è che le privatizzazioni già attuate e in via di definitivo completamento, non hanno portato quei benefici promessi ne economici e ne tantomeno in termini di migliore qualità. Le ferrovie privatizzate hanno puntato tutto sul trasporto economicamente più redditizio (AV) abbandonando o quasi il servizio cosiddetto sociale, le Poste sono diventate un ente finanziario in concorrenza con le banche e operatori telefonici che ha lasciato quasi a
mera testimonianza i servizi propri del servizio postale. A proposito, da qualche tempo in fila negli uffici postali, potete ingannare il tempo tentando la fortuna con i "gratta e vinci", nuovo servizio alla clientela.
Senza dimenticare, poi, ciò che hanno significato le privatizzazioni per i lavoratori di tali servizi, passati dallo status di pubblici dipendenti a quello di lavoratori privati atipici, con perdita di diritti e salario.
Non sfugge, poi all'attenzione dei cittadini, che le privatizzazioni si trasformano sempre in affari per i soliti noti che, con il benestare, ovviamente disinteressato della casta, riescono a ottenere in gestione tali servizi a condizioni di estremo favore e avendo già la certezza che, in caso di difficoltà finanziarie il pubblico si farà carico dell'eventuale deficit finanziario scaricando sugli utenti aumenti già previsti a priori (vedi acquisto di Autostrade SpA da parte del gruppo Benetton).
Ultima, ma non per importanza, i beneficiari di tali operazioni quasi sempre sono gli stessi che hanno contribuito in modo sostanziale alla crisi economiche facendo scelte politiche ed economiche fallimentari e non facendosi scrupoli di usare corruzione, clientele ed evasione fiscale per aumentare il proprio potere economico.
Anche in questo caso, more solito, pagheranno sempre gli stessi, e i furbi e disonesti  (potenti) appoggiati e giustificati dalla casta, ne godranno i benefici.
A MENO CHE... gli italiani onesti e vessati non ritrovino l'entusiasmo dimostrato nelle campagne referendarie primaverili e costringano lor signori a scelte diverse, facendo pagare la crisi a chi l'ha provocata e ci si ingrassa.
Seguite la vicenda dell' Islanda e scopriamo che la cosa è possibile.

MIZIO

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