venerdì 12 agosto 2011

UN NUOVO FASCISMO E' ALLE PORTE



Noi siamo abituati a pensare al fascismo come una dittatura brutale e a una limitazione della libertà, sia personale, che di gruppo imposta con la violenza  delle armi. E questo è indubbiamente vero e storicamente accertato, ma non è detto che sia l'unica forma di fascismo possibile, se intendiamo  con questo termine il doversi forzatamente adattare alla forma pensiero unica, pena l'esilio sociale e l'emarginazione. In questi giorni in Italia e in altri paesi occidentali si sta vivendo in maniera passiva e quasi rassegnata a quella che potrebbe essere l'atto finale di un progetto politico economico iniziato molti anni fa. Con la scusa (ebbene si proprio scusa) della crisi economico-finanziaria, il governo si sta preparando ad attuare non già, solo, una manovra economica lacrime e sangue (indovinate di chi?) ma sta preparando una spallata decisiva ai pochi brandelli rimasti dei diritti dei lavoratori. Non soddisfatti di aver introdotto nel corso degli ultimi anni, forme di sfruttamento della forza lavoro, come il precariato di stato, la flessibilità pro impresa, la riduzione del potere d'acquisto del salario (il tutto, ovviamente, approvato o non ostacolato dai sindacati per senso di responsabilità. Poi qualcuno dovrà spiegare perchè il senso di responsabilità dei rappresentanti dei lavoratori deve essere sempre fatto a scapito di questi ultimi e mai dei padroni. Mah!).
Quindi già si è visto un primo e pesante attacco ai diritti dei lavoratori che sono stati posti di fronte alla scelta: o mangi questa minestra o ti butti dalla finestra. Marchionne docet! Fascismo? No ovviamente perchè nessuno ti obbliga con le armi, puoi sempre scegliere di morire democraticamente e liberamente di fame.
Fermo restando che, se protesti in forme e  modi poco "educati" e fuori dal fair play politico-sindacale, sei un antidemocratico pericoloso e quindi devi essere trattato come tale con qualche sana randellata democratica (Ovviamente non mi riferisco, ai famigerati black bloc, ma ai manifestanti dell'Aquila, ai pastori sardi, ai NoTav della Val di Susa ecc.ecc.).
Ritornando alla manovra preparata dal governo (nel momento che sto scrivendo ancora da approvare, ma già largamente condivisa) oltre alle decisioni in materia prettamente economica è spuntata anche una norma che, rischia di passare inosservata, ma che secondo me, alla fine è la più pericolosa di tutte: la libertà di licenziamento! Mi domando, e non in maniera retorica, che cavolo c'entra la libertà di licenziare (tra l'altro già largamente usata dai padroni, quando usano la famigerata motivazione: " mancanza del rapporto fiduciario"), con il risanamento del debito pubblico.Si tratta ovviamente di un tentativo, neanche troppo mascherato, di approfittare della crisi economica per ritornare a rapporti di forza tra padronato e lavoratori tipici del ventennio di nostalgica memoria, anche se adesso, si sono , per così dire, modernizzati, introducendo motivazioni ulteriori, che all'epoca non c'erano, come la globalizzazione.
Dato per scontato il silenzio assenso della maggior parte dei partiti, di governo e d'opposizione e dei sindacati maggiormente rappresentativi (?), quello che sconcerta in questo passaggio, che rischia di diventare epocale per le conseguenze sui lavoratori, è la nostra  passività e rassegnazione. Ma già! Adesso ci sono le vacanze, e magari potrebbero essere le ultime che ci potremmo permettere da qui a qualche anno, e allora godiamocele e, per chi già adesso non può permettersele, c'è sempre il calcio mercato o i vip al mare da seguire, sicuramente con più pathos e partecipazione rispetto alla nostra vita futura e a quella dei nostri figli.
Il nuovo fascismo è maestro nel farti partecipe di eventi totalmente insignificanti e a tenerti all'oscuro sui destini della tua vita.
Mizio

Nessun commento:

Posta un commento