sabato 3 dicembre 2011

FOLLI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!



 

Si vive costantemente immersi in una società che, ci invita continuamente al realismo e al pragmatismo, in nome di una concezione di progresso che, ormai da diversi decenni, comincia a mostrare i suoi enormi limiti. Chiunque provi a proporre ipotesi di sviluppi diversi in campo economico, politico o ambientale, viene generalmente bollato come utopista e sognatore.
Normalmente è proprio il contrario. Proprio un’analisi seria e scevra da qualsiasi pregiudizio porta a una sola conclusione, questa società, questo tipo di sviluppo basato sull’espansione continua della produttività e del conseguente consumo di energia , materie prime e territorio, è destinata ad implodere su se stessa, come gli ultimi decenni di “sviluppo” selvaggio dimostrano chiaramente. Siamo passati dalle crisi petrolifere energetiche degli anni ’70 alle attuali crisi  finanziarie con intermezzi di crescita progressivamente sempre più brevi e caratterizzati da una sempre maggiore precarietà. E supportate nei periodi di scarsa crescita, da avvenimenti che, periodicamente, distraggono l’opinione pubblica  creando artificiosi momenti di coesione nazionale e internazionale (come le varie guerre “sante” per la libertà che siamo chiamati a condividere, funzionali esclusivamente a interessi di potere economici).  Forse è il caso di cominciare a vedere che la crisi non è solo episodica e legata a dinamiche occasionali, ma che venga da lontano e sia sempre stata strutturale. Nel passato più o meno recente, il tutto era mascherato e funzionava grazie al fatto che questo tipo di società riguardava un quinto della popolazione mondiale e si considerava il resto del mondo solo come oggetto di predazione e sfruttamento, ora che i soggetti al salotto buono aumentano costantemente si tenta di mantenere il trend di sviluppo (leggi profitti) a livelli sempre più alti riducendo i diritti e la qualità della vita dei lavoratori sia, quelli appartenenti al mondo sviluppato, sia quelli dei paesi emergenti, legalizzando forme di schiavismo di massa in nome della cosiddetta globalizzazione. (sfruttamento dei molti per l’arricchimento dei pochi).


In Europa tale tentativo passa attraverso il paradigma che,per uscire dalla crisi bisogna fare dei sacrifici., ecco allora, l’attacco alle pensioni, ai diritti dei lavoratori, all’impudente arroganza del padronato (Marchionne docet), ai piani di sviluppo per l’occupazione  (leggi: grandi opere e devastazioni del territorio con ulteriori imponenti urbanizzazioni). Ovviamente nei propositi e nelle dichiarazioni,  i sacrifici sono distribuiti equamente su tutti. Falso e bugiardo: togliere mille euro dalle tasche di un benestante non avrà mai l’impatto devastante di toglierne cento a chi mille, o meno, li guadagna in un mese. In una società classista e dominata dal profitto e dall’inganno i sacrifici, come mille altre cose , non saranno mai uguali per tutti.
Quindi, siamo sicuri che il “realismo” sia da ascrivere a chi continua a perseguire il mantenimento e la sopravvivenza di tale sistema e bollare tutto il resto come utopia?
Alla luce dei fatti, il cosiddetto utopista non è un sognatore ma è di un realismo spietato e se c’è una parte onirica in lui è solo quella riguardante l’incubo che vede nitidamente davanti  al genere umano, sotto forma di baratro verso il quale si sta correndo a velocità folle.
Magari vorrebbe rallentare e fermarsi a ragionare, altri vogliono spingere ancor di più sull’acceleratore, secondo voi chi è più realista?

MIZIO


“La teoria diventa una forza materiale appena conquista la massa” (C.Marx)

1 commento:

  1. Se la realtà si trasforma in incubo, allora il "Sogno dell'Utopia" è l'unica fuga che ci rimane. Ma per far questo bisogna esser per forza Pazzi o "Folli Sognatori"?
    Se un uomo prega e viene visto pregare, molti penseranno di lui:- "Brava persona! Prega ed è un onest'uomo".
    Ma se quello stesso uomo annuncia:-"Dio ha risposto alle mie preghiere", Viene etichettato come Folle?
    Condividere è Gioia e Vita. Basta poco!
    Che ce Vò?
    SOTER

    RispondiElimina