mercoledì 21 dicembre 2011

FORSE E' UN SOGNO MA PROVIAMOCI...

"Che succederà, quando la rabbia dei poveri esploderà?" (Mahatma Ghandi)

Come mai poche centinaia, al massimo, qualche migliaio di persone in tutto il pianeta, riesce a muovere come burattini miliardi di propri simili e scegliere scientemente di affamarli e/o renderli schiavi?
Qualcuno dirà: "perchè hanno il potere", giusto! "Perchè hanno i mezzi economici e  militari per operare delle scelte, anche con la forza", ancora giusto! "Perchè hanno sapere e cultura," sempre più giusto.
"Perchè hanno fascino e carisma",  indubbiamente giusto anche questo!
Ma tutto ciò non arriva a spiegare come un manipolo di individui riesca a fare tutto ciò che sta facendo al genere umano e al pianeta. Così come non si spiega che, nei pochi momenti in cui le masse si sono ribellate ai poteri del tempo e del posto, le cose siano ritornate, nel giro di pochi anni, come prima delle rivoluzioni, cambiando, alla fine, solo bandiere e nomi.
Cosa può spiegare il fatto che si produca il doppio del cibo necessario, eppure metà della popolazione mondiale, muore di fame. Come spiegare che, pur dipendendo da Madre Terra per la nostra sopravvivenza, accettiamo che questa venga violentata, cementificata, avvelenata. Come accettare che nei templi si tuoni contro la povertà e poi si assista passivamente, tra lussi e agi alle sofferenze di milioni di persone?
Come accettare la tesi che, per salvare le nazioni, si debbano sacrificare le masse e queste non si muovano, se non  in limitati casi,  per invertire il processo togliendo a chi ha troppo e redistribuirlo ai molti.
Anche il nostro Presidente della Repubblica in riferimento agli ultimi preoccupanti avvenimenti, dichiara con aria contrita e di circostanza:"Sacrifici equi e necessari anche per i meno abbienti",
Ora meno abbiente è un eufemismo per non dire povero, che, pare di povertà non si possa più parlare, e il povero è tale perchè non ha mai avuto abbastanza o ha sempre dato troppo; orbene parlare a questa tipologia di cittadini di equità quando si è già stati relegati da sempre in una vita di sacrifici, mi sembra oggettivamente una bestemmia e offensivo.E la cosa che sconcerta di più è, che tali affermazioni vengano giudicate in gran parte, misurate e responsabili da chi per mestiere, dovrebbe professare la verità e l'onestà, giornalisti, politici, intellettuali.Ecco uno dei motivi dell'incapacità a reagire alle ingiustizie perpetrate: la disinformazione e l'ignoranza. Si usa, spesso, per mascherare concetti semplici, un linguaggio astruso e riservato a pochi,infarcito di cifre e statistiche concetti e dinamiche che, sarebbero molto più comprensibili, se venissero chiamate con il loro nome. Le privatizzazioni e le liberalizzazioni ad esempio,, che vengono presentate come uno dei cardini da cui far ripartire la crescita economica, si possono tranquillamente tradurre
come il dare la possibilità, per l'ennesima volta, ai soliti noti di arricchirsi alle spalle della comunità..Privatizzare, vuol dire svendere ciò che è patrimonio collettivo a speculatori nazionali e internazionali, ricevendo in cambio, precarietà dei lavoratori, servizi scadenti , più cari e deresponsabilizzazione della società per quei settori, come abbiamo già visto nelle privatizzazioni e liberalizzazioni passate. Si converrà che, espresso così, il concetto appare più chiaro e comprensibile.
Oltre l'ignoranza l'altra grossa arma che viene usata per tenere le masse lontane dalle decisioni è la paura, in alcuni casi e paesi paura addirittura per la perdita della propria vita, ed è l'aspetto più brutale, nella maggior parte dei casi la paura viene invece, alimentata con vessazioni, ricatti individuali e collettivi, e precarizzando la vita il più possibile, in modo che la vittima sia legata con un guinzaglio sempre più corto al discutibile carro di lor signori.E guai a ribellarsi , si diventa automaticamente un pericoloso, violento terrorista antidemocratico anche se la ribellione, magari, è solo verbale e d'opinione (in questi casi si parla di "cattivi maestri").
La democrazia, magnifica forma di governo nata ad Atene in Grecia, trasformata, abusata e svuotata dell'originale significato dai moderni politici di professione che, considerano democratico schiacciare i diritti di milioni d'individui e antidemocratico mettere in discussioni i perversi interessi di pochi.
Mi pare ovvio considerare che, tale stato di cose, non potrà durare a lungo e l'mpegno di ognuno di quelli che riescono a vedere la perversione di questo sistema, sia quello di diffondere conoscenze e punti vista diversi dalle verità "ufficiali" e costringere, con la forza dei numeri, a invertire le tendenze distruttrici di diritti e di vita degli attuali signori del mondo. Cercando di costruire un mondo in cui, non sia la crescita economica indiscriminata e oscenamente  riservata a pochi a indicare il benessere, ma sia la distribuzione equa,  non più dei sacrifici. ma dei frutti della Terra , del lavoro e della conoscenza per tutti.

MIZIO


Nessun commento:

Posta un commento