giovedì 2 febbraio 2012

LA TAV? UNA GROSSA TRUFFA POLITICA

A Torino faceva freddo. Molto. Fin dalle prime ore del pomeriggio nevicava. In queste condizioni, portare fuori la gente dalle case non è semplice. Ci vuole una motivazione forte. Ci vuole la forza della disperazione. Erano in 5 mila. Un numero elevatissimo, considerate le avversità. Lo ha riconosciuto anche il Corriere della Sera.





 Erano tutti pericolosi brigatisti, feroci reietti dell'umanità, quelli che sono stati sbattuti dentro? O dietro le sbarre ci sono anche normali cittadini che manifestavano legalmente, senza mitra e senza fionde né oggetti balistici di varia natura, dopo avere richiesto e ottenuto regolare autorizzazione ad occupare il suolo pubblico? Il tempo e il processo diranno se si è trattato di una operazione legale o di una forzatura ad uso e consumo della stampa. Per il momento restano i fatti. La linea ad alta velocità che si vuole scavare in una montagna piena diamianto e di uranio, per sostituire una linea ferroviaria che attualmente è utilizzata per un terzo della sua capacità, costerà una ventina di miliardi di euro. In un momento di crisi non c'è male: una genialata. 

 Inoltre resta sempre un problema non da poco: una forma di governo che schiaccia minoranze composte da decine di migliaia di persone per modificare il loro stesso territorio contro la loro esplicità, dichiarata, ferrea volontà, ricorrendo all'uso della forza, dei lacrimogeni, dei manganelli e delle carceri, si può ancora chiamare democrazia? Qualcuno dirà di sì, che in una democrazia i pochi devono soccombere alle decisioni dei molti. Ma siamo sicuri che siano i molti ad avere preso quelle decisioni? Siamo sicuri che quei molti siano stati correttamente informati? Siamo sicuri che non siano, viceversa, i pochi a volere un'opera inutile per distribuire appalti e far lievitare dividendi illeciti, magari alle solite società ad alta compartecipazione criminale? In fin dei conti, e mi rivolgo a tutti i sostenitori della Tav: cosa ne sapete davvero, a parte le generiche dichiarazioni apodittiche e autoreferenziali del tipo: "la Tav serve"?


 


 Massimo Rossi è andato alla manifestazione di Torino,  e ha intervistato Davide Bono, consigliere regionale piemontese del Movimento Cinque Stelle

LA TAV? UNA GROSSA TRUFFA POLITICA

Intervista a Davide Bono, consigliere regionale Regione Piemonte per il Movimento Cinque Stelle

Buongiorno a tutti,
 siamo qui a Torino alla manifestazione NO TAV, sotto la neve, manifestazione per ricordare e solidalizzare con i trenta arrestati attivisti NO TAV in tutta Italia che nella notte di giovedì scorso sono stati arrestati e portati in dieci nel carcere de Le Vallette di Torino.

 Solidarizziamo contro questi arresti, che per noi sono arresti politici, arresti la cui spettacolarizzazione fa veramente pensare a un fine politico più che al mero fine giudiziario. Infatti non c'è né la possibilità di inquinamento delle prove, né riteniamo di fuga all'estero. Quindi assolutamente riteniamo che come minimo devono essere concessi loro gli arresti domiciliari.

 Ovviamente la lotta, la resistenza degli attivisti No Tav continua e continuerà, anche oggi l'abbiamo dimostrato, in migliaia a Torino, per dire no a un'opera inutile che costerà un sacco di soldi, circa 17 miliardi almeno secondo il progetto. Progetto che ancora manca, e quindi andiamo già a dire come secondo noi ci sia un vizio formale alla base degli arresti degli attivisti, perché nelle manifestazioni incriminate del 27 giugno e del 3 luglio, quelle autorizzazioni allo sgombero dell'aerea in cui c'era la manifestazione, a Chiomonte, erano formalmente sbagliate. Infatti era stato chiesto il plateatico, cioè la possibilità di insistere sul suolo al Comune ed era stato regolarmente autorizzato. Quindi gli arresti che seguono alla resistenza allo sgombero hanno un vizio formale di base.

 Tante altre irregolarità potremmo narrare della vicenda No Tav, che spiegano veramente come la politica stia cercando di passare lei sopra le leggi, per far sì che quest'opera vada avanti. Quindi penso che comunque ci sia ungrosso problema di democrazia in Italia, un grosso problema di legalità. E purtroppo come abbiamo visto anche con le maxi retate sulla 'ndrangheta, le 'ndrine calabresi e la loro collusione con i partiti, in Piemonte come in Lombardia, dimostrano come le grandi opere siano sempre più un modo per ricettare i soldi sporchi della criminalità organizzata e un modo per spendere le nostre tasse in qualche cosa che assolutamente di lecito ha ben poco.

 L'opera è inutile e noi riteniamo che non si farà perché non ci sono i soldi. E l'Europa, speriamo presto, si accorgerà che dietro c'è una grossa truffa da parte dei politici dei principali partiti italiani.




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