mercoledì 4 settembre 2013

IL NEMICO DEL MIO NEMICO


Berlusconi è vivo e lotta insieme a noi!


La condanna in via definitiva per l’affare Mediaset lungi dal rappresentare la morte politica di un personaggio come il cavaliere d’Arcore cui, in altri paesi, non sarebbe mai stato permesso neanche di entrare in politica, figuriamoci di poter ancora accusare e arringare le folle (?) adoranti l’ultimo imperatore, sta rappresentando l’ennesimo atto di una farsa che da tempo è diventata ormai tragedia.
Incuranti dello stato comatoso della società italiana e dei suoi cittadini più deboli, di un’economia a brandelli, di una corruzione senza pari, di incapacità politiche e manageriali da far tremare, siamo ancora qui a discutere di lui e dei suoi deliri.
Dietro questo ci può essere solo l’incapacità politica? Il desiderio di mantenere in vita un governo contro-natura? O la lucida consapevolezza che caduto Sansone vengano sepolti anche i filistei?
Difatti, in questi lunghi anni di Seconda Repubblica, anche se nascosti dietro i soliti fumosi discorsi degli addetti ai lavori e azzeccagarbugli di turno, lo scenario politico italiano è stato di una semplicità e linearità  esemplare: o con Berlusconi o contro Berlusconi, la delegittimazione politica passava attraverso questa linea Maginot (ricordate il “voto utile”?)
Ci siamo fatti convincere (almeno molti di noi) che il cambiamento potesse passare dal votare coloro che lo stesso nano di Arcore indicava come comunisti feroci e mangiatori di bambini. Salvo accorgersi che, appena al governo, tutto si faceva meno che mettere il “nemico” nelle condizioni di non nuocere più, varando, ad esempio, la legge sul conflitto d’interessi, o la legge sulle frequenze TV. In compenso con l’alibi dell’entrata nell’Europa prima, e della crisi economica poi, sono state attuate politiche e promulgate leggi che, se fossero state soltanto accennate pochi anni prima, avrebbero provocato sollevamenti in tutto il paese con alla testa quei partiti e quei sindacati che adesso invece le attuano e le tollerano. Le peggiori leggi in materia di lavoro e diritti sono state approvate da uno schieramento bipartisan dando visibilità a un giochino che appare sempre più scontato l’antiberlusconismo è soltanto sbandierato per ottenere consensi promettendo alternative che, nella realtà, non si sono mai manifestate.
Oddio, riconosco che nello schieramento alternativo ci sono personalità di altro spessore e di altra storia rispetto a quelle del centrodestra, ma questo non cambia un giudizio che deve essere avulso da simpatie o stime e basarsi su fatti che hanno sicuramente una valenza maggiore.
Ma allora in questo quadro che, appare ormai chiaro, nelle sue linee guida, gli spazi per una politica che sia veramente alternativa a quella perseguita finora, che rimetta in discussione, ad esempio accordi economici e finanziari con l’Europa, che stanno strangolando interi popoli, che ponga al centro del dibattito politico non il lavoro ma i lavoratori (sembrerebbe la stessa cosa ma non lo è), che sia parte dirigente dell’economia e non spettatrice passiva (e interessata), che ponga in discussione un modello di sviluppo che ha mostrato tutti i suoi limiti e le sue ingiustizie di fondo, che non pensi ad ogni cambio di governo a modificare la Costituzione per poter avere le mani più libere, cosa si può e si deve fare?
Intanto cominciare col dire che non basta essere nemico del mio nemico per poter essere alleati, l’alternativa non si costruisce coi nomi, ma con programmi e idee. Grillo e i grillini hanno dimostrato, con tutti loro limiti e contraddizioni, che gli spazi e il terreno sociale per poter fare ciò esiste, ma bisogna cominciare a uscire da un circuito mentale che ruota intorno a se stessi. Fuor di metafora, non saranno personaggi come Camusso, Barca, Bettini o qualsiasi altro protagonista simile manifesti voglia di cambiamento, a poter dar vita ad una vera alternativa, se prima non fanno scelte coraggiose, in controtendenza e di rottura  con quelle seguite finora. Riconoscano che è  anche grazie a loro che i lavoratori italiani stanno diventando i cinesi d’Europa, sempre meno pagati e con sempre meno diritti. Che l’italiano usufruisce dei servizi peggiori d’Europa, pagando le tasse più alte, che le privatizzazioni e le liberalizzazioni soprattutto nei servizi pubblici non hanno portato benefici neanche nel campo puramente economico e sono state una Caporetto dal punto di vista dell’efficienza. Insomma riconoscano e accettino il fatto che non può essere l’antiberlusconismo il solo collante per unire in un programma comune forze ormai troppo diverse e che la chiave di lettura della società non può essere quella unica adottata sinora.
Altrimenti ha ragione Renzi e i suoi seguaci, bastano due slogan, rottamiamo questo e quello e poi, anche se le scelte politiche dicono il contrario (vedi appoggio a Marchionne, all’abolizione dell’art.18, all’acqua privata), ci presentiamo come l’alternativa a Berlusconi.
Ma temiamo che il popolo del PD sia ormai geneticamente modificato, almeno nella maggioranza dei casi, per poter fare analisi politiche che vadano oltre l’appartenenza a questa o quella corrente, convinti (magari sinceramente) che sia questa la cosa giusta.
Barca nel suo recente tour nelle sezioni PD si chiedeva amaramente: “ Ma dove sono gli operai nel PD?...” Già e se avessero avuto la bontà e la voglia di ascoltare altri che non fossero Berlusconi & co, forse lo saprebbero. Saprebbero che gli operai sono in cassa integrazione, in mobilità o legati per dieci o più ore al giorno al posto di lavoro per pochi spiccioli, grazie anche, se non soprattutto, alle scelte avvallate dai suoi compagni.
Si sarebbe reso conto che gli operai non hanno più il tempo e la voglia di seguire avanguardie che non li rappresentano più, dovendo molto più prosaicamente pensare a sopravvivere.
In questo deserto agghiacciante appare logico che anche il PD abbia tutto l’interesse a mantenere in vita (politicamente) Berlusconi, poiché, mancando lui, si scoprirebbe forse che anche il re di sinistra è nudo!
Lunga vita a Berlusconi!


MIZIO

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