giovedì 13 giugno 2013

E ALLORA CHE FARE?





Dopo circa un anno e mezzo che, con parte del poco tempo libero, porto avanti questo blog. Molti mi dicono: “ma a che serve, chi te lo fa fare?” In effetti ci sono migliaia di blog simili e la stragrande maggioranza migliori sia dal punto di vista dei contenuti che della veste grafica (considerate che dal punto di vista informatico sono poco più che un apprendista stregone). Ma dopo molti anni di attivismo politico, da cui mi sono allontanato per l’incompatibilità caratteriale a sottostare alle logiche dell’arte del compromesso, ho passato il tempo successivo alla ricerca di qualcosa che desse un senso “nobile” all’esistenza e di chiavi di comprensione diverse dalle illogiche verità ufficiali di ciò che ci circonda. Ho incontrato, così progressivamente, i temi ambientali  ed ecologici, oltre i temi più elevati e più intimi della ricerca di una spiritualità diversa, lontana dai riti delle chiese. che lasciasse spazio alla ricerca della giustizia anche sulla Terra, non accettando un dio che rimanda il tutto ad un ipotetico e fideistico “dopo”.
Dentro, ovviamente, ardeva sempre la fiamma della condivisione e dello scambio. Cercando ho incontrato gruppi e associazioni di varia natura, formate da persone degne o addirittura eroiche, ma sempre comunque che presupponevano l’adesione aprioristica alla logica gerarchica del gruppo. E anche questo per il mio carattere richiedeva troppe accettazioni e compromessi.
Mi è venuto così in aiuto internet e la possibilità attraverso questo di condividere pensieri e speranze con un numero enormemente maggiore di persone e con la possibilità di attingere ad una fonte praticamente inesauribile di informazioni.
Dal volantino ciclostilato, dal tazebao murale alla bacheca virtuale  più efficace, moderna
e completa il passo non è stato né breve, né facile ma comunque logico.
Compiacendomi delle migliaia di contatti avuti sinora, credo sia giunto il momento di  cominciare ad affrontare con chi vorrà e avrà la pazienza di seguirmi, oltre le critiche e le denunce (sempre necessarie e imprescindibili) le possibili visioni , non certo soluzioni, ma prospettive, punti di vista alternativi per cominciare a lavorare “Per un futuro diversamente moderno”.

Quando eravamo bambini e si pensava al 2000, lo si immaginava pieno di meraviglie tecnologiche, automobili volanti, viaggi interplanetari e con i grossi problemi dell’umanità, guerre, fame, carestie, razzismi finalmente superati e risolti.
Come sappiamo le cose sono andate in maniera diversa, non solo non si sono risolti i  vecchi problemi ma se ne sono aggiunti degli altri: inquinamento, riscaldamento globale, effetto serra, disastri ambientali, estinzioni in massa di migliaia di specie animali e vegetali, migrazioni bibliche di milioni di persone in fuga da guerre e fame. Unica nota positiva e che, in qualche misura, ha rispettato le speranze infantili, l’enorme sviluppo scientifico e tecnologico che ha messo a disposizione dell’umanità nuovi strumenti. Telefonini,  televisioni, internet hanno facilitato enormemente, se usati in maniera corretta, conoscenza e condivisione. Sono diventati, invece, invece strumenti diabolici  quando usati per altri fini, ma d’altra parte questo è il destino dell’umanità da sempre. Ricercare l’equilibrio nell’uso di qualsiasi strumento la natura o l’ingegno umano ci metta a disposizione. La scoperta e l’uso  del ferro fu un’ottima cosa, se fosse stata utilizzata solo per la costruzione di utensili utili e non per la costruzione e il perfezionamento delle armi rendendole sempre più efficaci.
E’ una cosa talmente semplice e ovvia che non ci sarebbe neanche bisogno di sottolinearla, ma evidentemente c’è qualcosa a livello di programmazione genetica o spirituale che fa prevalere nell’essere umano la componente più primitiva e più legata a paure ancestrali. Per cui amo la pace ma costruisco le armi, ovviamente, non per offendere ma per difendermi; è stato, quindi, sufficiente il primo Caino della storia per dare vita a una serie sempre più complessa e intricata di azione-reazione che mantiene sempre vivo e giustificato quell’assioma, essendo praticamente impossibile risalire alle responsabilità prime. Lo si accetta come un dato di fatto, immutabile.
Non sono serviti a far capire l’inutilità di questo gioco i messaggi e le vite esemplari di personaggi come Gesù Cristo, Ghandi, S. Francesco, Budda e migliaia di altri che si sono spesi e spesso sacrificati per affermare alla fin fine una cosa semplice e ovvia: siamo tutti e tutto intimamente legati da quel filo misterioso chiamato vita, e per capirlo, specialmente oggi con potenziali culturali notevolmente più elevati rispetto al passato, non ci vuole poi molto, e non c’è bisogno di essere legati a una visione religiosa o spirituale della vita, è sufficiente un’analisi che sia logica e scevra da pregiudizi.
E proprio investendo in questa facilità di comprensione di alcune cose che oggi sarebbe possibile ipotizzare società e mondo diversi.
Chi mi ha seguito sul blog e nella vita sa che politicamente sono schierato a sinistra, intendendo con questo , non tanto e non solo l’adesione ad un partito o movimento specifico,  legato forzatamente alla conquista del potere, ma ad un’idea di fondo che vede nella maggior distribuzione di benessere possibile  tra tutti gli esseri umani e la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo la sola via per la condivisione di progetti comuni che portino ad un’evoluzione pacifica tra gli uomini. Lo sfruttamento e l’accumulo di ricchezze rese possibili da una visione della società basata sulla competizione e sul liberismo (che non vuol dire libertà) crea inevitabilmente ingiustizie, ed è, quindi, da considerarsi immorale. Non vi è alcuna ragione, che sia logica, per scegliere un modello che escluda la solidarietà, la giustizia, la libertà che non sia permeata di egoismo e di prevaricazione, anche se avallata da idee e modelli economico-scientifici.
Modelli che, tra l’altro, stanno dimostrando in questo periodo drammaticamente tutti i loro limiti e le loro contraddizioni.
Da giovane combattevo il “sistema”, come veniva genericamente chiamato il modello di società presente all’epoca e che consideravo già allora ingiusto e discriminatorio (e lo era veramente), ma la caduta di partiti, personaggi potenti che identificavo come “sistema”, mi dimostrarono che la storia era molto più complessa e oscura. Quelli che combattevo, e giustamente, allora come oggi, non erano altro che i servi sciocchi o consapevoli, d’interessi molto più grandi e complessi.
Grande finanza internazionale, Capitalismo, Massoneria (che c’entra sempre), Religioni organizzate,  Impero del male (America), Illuminati, demoni, alieni, rettiliani, ci può stare tutto e il contrario di tutto.
Il risultato alla fine non cambia ed è questo che mi interessa, le discriminazioni aumentano, la folle corsa verso l’autodistruzione non accenna a rallentare, la fame, la miseria, la guerra, piaghe bibliche che non si rimarginano ma, anzi, imputridiscono.
Ed è da ciò che non muore la voglia di contribuire in qualche modo al cambiamento.
Io non ho ricette miracolistiche da portare, per il semplice fatto che sono già presenti da anni . Alcune le ritroviamo in concetti d’estrazione mistico/religiosa e parlano di fratellanza, comunanza, spiritualità, rispetto per natura e ambiente, che però nella gestione temporale del sentimento religioso organizzato (nel nostro caso la Chiesa) si trasformano in aspetti assolutamente secondari perché quel che conta è che il mio Dio è più vero del tuo e del suo! Se fosse ancora tra noi Gesù Cristo, credo non avrebbe troppi problemi a disertare le stanze vaticane e a frequentare magari qualche circolo sociale interrazziale o qualche manifestazione ( ovviamente non violenta) contro guerre e ingiustizie.
Altre le ritroviamo nelle teorie marxiste che danno una valenza scientifico- filosofica-economica alla necessità di distribuire la ricchezza fra tutti.
Lo so, sono ricette talmente banali che fanno sorridere i complicatori di professione di affari semplici, gli azzeccagarbugli di turno che vendono fumo, prezzolati per nascondere la verità, e fanno sorridere anche i pensierosi e seriosi ricercatori di soluzioni (in buona fede spesso) a volte peggiori del male che si vuole curare
Ma le cose, checchè se ne dica, sono molto più semplici, bisogna soprattutto cominciare a lavorare su noi stessi, essere pronti ad  abbandonare idee preconcette nel momento in cui se ne presentino di migliori. Non c’è nulla di male ad essere meno monolitici.
Non c’è bisogno di essere cristiano, musulmano o comunista per capire che la collaborazione, la condivisione e la conoscenza sono le uniche strade per un progresso che sia vero, globale, sostenibile:
Ovviamente, intendendo per progresso non solo quello scientifico, tecnologico ma soprattutto quello morale ed etico.
Noi diamo per scontato, in genere, che l’essere umano sia per sua natura portato alla competizione e alla violenza, ma se andiamo a vedere nel corso della storia da dove sono nati i conflitti e le violenze dalle più barbare alle più moderne e sottili, scopriamo che sempre e comunque sono nata dalla brama di potere e dal profitto materiale o morale che ne consegue. Colombo non avrebbe mai scoperto l’America se, qualcuno non lo avesse finanziato, attirato dai possibili guadagni che la nuova via per le Indie avrebbe comportato, né, tantomeno avrebbe finanziato le successive spedizioni alla ricerca del mitico Eldorado. Non sappiamo quale sarebbe stata l’evoluzione del mondo e dell’umanità se non ci fosse stata la molla della cupidigia e del potere, sicuramente ci sarebbero terre in cui vivrebbero in equilibrio e armonia ancora i legittimi abitanti, invece di invasori massacratori in nome di dio!
Ma tutto questo appartiene ormai alla storia e non possiamo certo cambiarla, quello che possiamo fare è cercare, per quanto possibile, di cambiare il futuro, ognuno all’interno dei propri percorsi culturali, politici o religiosi. In ogni idea, in ogni ipotesi di società futura si possono ritrovare quegli elementi che ci portano a riconsiderare lo sviluppo sociale ed economico finora perseguito,  presentato come l’unico possibile. La vita non è e non deve essere una scommessa o una maledizione divina, sta ad ognuno di noi cambiarla cominciando da noi stessi, rifuggendo dalle facili contestazioni frutto della pigrizia, dell’ignoranza e dell’interesse che predicano l’inutilità di ciò.
Tanto, male che andrà, avremo cambiato noi stessi e, vi assicuro, non è assolutamente cosa da poco.
Quindi impegno, coraggio, coerenza in ogni ambito della nostra vita, Candidi come colombe ma astuti come serpenti, per rifuggire i facili richiami dei pifferai magici che non mancheranno di certo. Con la conoscenza e la consapevolezza si potrà togliere progressivamente l’acqua putrida in cui sguazzano gli squali che ci vogliono rassegnati e divisi, sostituendola con acqua fresca di sorgente apportatrice di vita, idee e energie nuove, questa volta al servizio dell’umanità tutta e non di una ristretta, egoista oligarchia.


MIZIO

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