martedì 4 ottobre 2011

GRECIA E ISLANDA UNA SOLA LEZIONE





Le ultime vicende della Grecia e dell’Islanda, pongono a confronto le due diverse posizioni, rispetto allo stesso problema: quello dell’indebitamento pubblico.
L’Islanda ha scelto, grazie a una massiccia sollevazione popolare che ha portato alle dimissioni del vecchio governo e alle elezione di uno nuovo espressione della volontà popolare di non farsi strangolare dal cosiddetto debito, una strada che , nonostante le minacce e le pressioni dei vari potentati economici, a cominciare dal FMI, alla BCE e alle banche interessate alla restituzione dello stesso la sta portando fuori dalla crisi in maniera molto più rapida e meno gravosa per i propri cittadini. Il fatto di non pagare il debito alle condizioni stabilite da altri, di ricontrattare lo stesso a condizioni meno vessatorie, a mettere sotto accusa il sistema bancario, causa prima di quel Default finanziario, non solo idealmente, ma spiccando diversi mandati di cattura per i banchieri e membri del vecchio esecutivo. In un clima di assemblea permanente popolare viene riscritta la nuova costituzione e poste le basi di una nuova società su principi di maggiore libertà per il popolo e minore per le manovre finanziarie e speculative.
E guarda caso anche l’economia complessiva sta registrando notevoli miglioramenti con un innalzamento addirittura del PIL



Purtroppo tutto questo è tenuto ben celato e nascosto nelle “libere” democrazie occidentali, dove, invece ci bombardano con le notizie riguardanti la Grecia, usata come spauracchio per le altre economie in difficoltà, in primis Spagna e Italia. Eppure proprio la Grecia rappresenta ciò che non si dovrebbe fare. E’ un anno circa che il governo greco opera tagli su tagli, privatizzando tutto il possibile eppure non riesce a soddisfare le continue richieste di garanzie da parte dei paesi “virtuosi” che, per concedere prestiti, assolutamente non risolutivi, pretendono interessi sempre maggiori e provvedimenti sempre più duri che stanno portando la Grecia al default, non solo finanziario, ma sociale e storico, risultando praticamente impossibile la restituzione di quei prestiti. E’ la stessa situazione di qualsiasi persona che, in difficoltà, si metta in mano agli usurai, oltre a non risolvere il problema, ci si avvita in una spirale debitoria da cui è impossibile uscirne, se non, con la completa bancarotta.
Ovviamente i nostri governanti e, anche gran parte della cosiddetta opposizione, si guardano bene dall’informare i cittadini che, esiste anche un’altra strada per uscire, e in maniera definitiva, dalla crisi, che fa pagare i costi a chi l’ha provocata che salvaguarda e addirittura migliora la condizione degli stessi.
Ma per fare questo bisogna essere liberi, coraggiosi e non compromessi col sistema che ha generato e alimentato la crisi, e i nostri, naturalmente, non rispondono a questo identikit.
Cambiare si può e si deve! Cominciamo a cambiare loro!

Mizio

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