sabato 22 ottobre 2011

LA CONCORRENZA SUI BINARI CHE PIACE ALLA GENTE CHE PIACE (2)



Un “regalino” dalla politica e la NTV di Montezemolo, Della Valle e Punzo guadagna il 27.000% prima ancora di partire



  
Il servizio ad Alta Velocità è stato affidato a NTV, società privata creata da Montezemolo, Della Valle e Punzo (imprenditore napoletano inquisito per rapporti con la camorra) in concorrenza con la società pubblica Trenitalia di FS  all’epoca della presidenza del consiglio Prodi e con ministri competenti il “comunista” Alessandro Bianchi al dicastero dei trasporti e il “giustizialista” Antonio Di Pietro a quello delle infrastrutture. 

Ed è stato affidato a trattativa privata per aggirare l’unica norma seria della cosiddetta “Legge Obiettivo” che prevedeva “la gara ad evidenza pubblica per l’affidamento dei servizi ferroviari nazionali”!
Ma il governo di centrosinistra  con Decreto Legge ha cancellato questa disposizione dopo che Bianchi aveva già concesso la licenza di operatore ferroviario a NTV, una società che in quel momento aveva zero dipendenti e 1 milione di euro di capitale sociale. Il valore è enormemente lievitato dopo che la loro società ha avuto - a costo ridicolo - la licenza di cui sopra e il contratto di 10 anni con RFI (la rete delle ferrovie italiane afferente come Trenitalia a FS vale a dire alla “SPA di stato” con azionista unico il Ministero del Tesoro) con le relative “tracce orario” per gestire il servizio sui binari realizzati dalle ferrovie a totale carico della collettività!

Per cui, senza che il servizio sia ancora partito, questi “grandi e capaci imprenditori” hanno oggi in mano il 35% di una società fondata “spendendo” poco più di 300mila euro a  testa (per un totale di 1 milione di euro) che vanta un patrimonio netto di 270 milioni di euro!

Ne hanno conservato il 35% perché nel frattempo ne avevano ceduto delle quote al Intesa San Paolo al 20% che si è fatta carico di finanziare l’acquisto dei treni ed un altro 20%, alla SNCF, vale a dire la Compagnia pubblica delle ferrovie francesi (omologa di FS) che si appresta ad essere la vera concorrente delle malandate ferrovie italiane.

Ma vediamo meglio come i campioni della nostra “meglio imprenditoria” sono oggi presenti in NTV: ne detengono ancora il 35% ma  attraverso società costituite ad hoc: MDP1, MDP2, MDP3 e MDP4 che sono però 4 srl che, sommandosi, hanno appunto il 35% di NTV, hanno tutte lo stesso consiglio di amministrazione, Montezemolo presidente a vita, Della Valle e Punzo consiglieri a vita (a tempo indeterminato) e con quote differenziate, una il 10% uno il 7% e così via che vanno a costituire il 35% totale. Proprietarie di queste 4 società a responsabilità limitata, caratterizzate dallo stesso, uguale CdA sono 3 finanziarie una che fa capo a  Montezemolo, una di Della Valle e una di Punzo col 33% ciascuna.

Quattro società a dipendenti zero. Cosa è ragionevole aspettarsi quando la società risulterà ulteriormente arricchita dalla condizione di privilegio in cui le sarà consentito di operare fino all’avvio del servizio? Usciranno senza neanche vendere le quote, semplicemente cedendo la proprietà delle quattro srl avendo realizzato attorno a 1000 volte l’investimento iniziale e senza aver gestito il servizio!

Perché quale sarà lo scenario più probabile, lo stesso di Alitalia: Trenitalia non potrà reggere la competizione gravata com’è da una flotta di oltre 108 convogli obsoleti e con pesantissimi costi di manutenzione (anche se riverniciati in occasione del lancio dell’AV sulla dorsale Milano-Roma) e dovendo servire anche le tratte meno  redditizie (Torino-Milano-Trieste, Roma-Napoli-Reggio Calabria), la tratta tirrenica e quella adriatica ecc. Ed essendosi caricata anche dell’acquisto dei 50 nuovi convogli appena ordinati al consorzio Bombardier/Ansaldo. Mentre NTV con 25 treni nuovi di zecca (prodotti dalla francese Alstom e con livrea rosso-Ferrari, per i campioni del made in italy) e impiegati prevalentemente sulla tratta più redditizia tra Torino, Milano e Roma macinerà utili cospicui.

Insomma ci si può ragionevolmente attendere un ruolo di bad-company per Trenitalia a tutto favore di NTV. E, come qualcuno dice sia già successo per il trasporto aereo, anche quello ferroviario verrà consegnato nelle mani dei francesi ma con i proventi dell’acquisto destinati a finire nelle casse degli imprenditori privati e non in quelle dello stato (e in qualche modo dei cittadini)  che ne risulterà/ne risulteranno  ulteriormente spogliati.

Danno e beffa sublimati dal fatto che se non altro Fiat pilotava (attraverso Romiti e gli Agnelli) gli appalti per la realizzazione (sbagliata) del modello TAV in modo che ne fossero favoriti sia il ramo d’azienda delle costruzioni (Impregilo) che della fornitura del materiale ferroviario (il consorzio Trevi), mentre con la nuova generazione di imprenditori, Montezemolo e Marchionne, le connivenze col mondo della politica (tra cui la nomina di alti funzionari di Confindustria ai vertici FS per gestire la trattativa privata di cui s’è detto)  vengono gestite per far  finire i guadagni che ne derivano direttamente nelle loro tasche.
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* Libera trascrizione, a cura di Claudio Giorno, di una parte dell’intervento di Ivan Cicconi alla conferenza “ Grandi Affari in Vista” presso l’Unione Culturale di Torino - 10 novembre 2010, ciclo di incontri 

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