lunedì 17 ottobre 2011

LA ZOOMAFIA VALE 3 MILIARDI DI EURO





Lo sfruttamento di animali rende alle organizzazioni criminali circa 3 miliardi di euro l'anno. Corse clandestine di cavalli, bracconaggio e «cupola del bestiame» sono le attività maggiormente redditizie per le organizzazioni mafiose. Fiorenti risultano essere pure il traffico di fauna esotica e la pesca illegale. È questa, in sintesi, l'istantanea scattata dal «Rapporto zoomafia 2007», il volume della Lav che analizza lo sfruttamento illegale di animali a opera della criminalità organizzata, presentato a Roma presso la Camera dei deputati, alla presenza, tra gli altri, del presidente della commissione parlamentare antimafia Francesco Forgione. «C'è bisogno di inasprire le pene - sottolinea Forgione - oltre che le sanzioni: questi non sono reati amministrativi, sono reati penali perchè legati direttamente alle attività criminali mafiose». Secondo Ciro Troiano, responsabile dell'Osservatorio Zoomafia della Lav, «i traffici criminali contro gli animali sono una vera e propria industria dello sfruttamento e della violenza, realizzata con modalità spesso sofisticate ed elaborate. Uno degli aspetti più preoccupanti è rappresentato dal fatto che i delitti contro gli animali sono sempre più spesso reati associativi, ovvero perpetrati da gruppi di individui legati da vincolo associativo finalizzato alla commissione di crimini connessi allo sfruttamento economico e materiale di animali o di parte di essi». Troiano non si riferisce esclusivamente ai reati classici della zoomafia, come i combattimenti tra animali o le corse clandestine, ma anche a forme di maltrattamento meno sospette come il commercio e l'importazione di animali, il racket dell'accattonaggio con animali, la gestione di canili, la vendita di animali imbalsamati, gli allevamenti abusivi. «Per questo - sottolinea Troiano - sono necessari l'attenzione, il contrasto e l'intensificazione delle attività investigative di tutti gli organi di polizia».


Scorrendo le pagine del rapporto, giunto all'ottava edizione, emerge che le corse clandestine di cavalli e le infiltrazioni criminali confermano l'ippica come il settore di maggior interesse per la criminalità organizzata, con le corse, che da sole, producono un business stimato in circa 1 miliardo di euro. Nel 2006 sono state bloccate dalle forze di polizia 7 corse illegali, sequestrati 143 cavalli, denunciate 273 persone e 53 arrestate. Inchieste che hanno portato anche al sequestro di un ippodromo, 3 maneggi e oltre 10mila confezioni di farmaci e sostanze vietate usate per dopare gli animali coinvolti.

La cupola del bestiame
Grande preoccupazione desta anche il fenomeno della cosiddetta "cupola del bestiame" e dei reati connessi, che vanno dalle truffe ai danni dell'Erario, dell'Unione europea e dello Stato, al traffico illegale di medicinali, dal furto di animali da allevamento, alla falsificazione di documenti sanitari, fino ai gravissimi reati di procurata epidemia e diffusione di malattie infettive, attraverso la commercializzazione di carni e derivati, provenienti da animali malati. La Lav stima il relativo giro d'affari con un fatturato annuo di almeno 400 milioni di euro.
Accanto al mercato clandestino di carne, il rapporto annovera tra le attività criminali legate agli animali, l'abigeato (il furto di bestiame), che interessa circa 100mila animali l'anno, e le sofisticazioni alimentari.
Assume sempre più i connotati dell'attività criminale organizzata il fenomeno del bracconaggio sia di animali vivi, con introiti vicini a 250mila euro, sia di animali morti, che muovono un giro d'affari di circa 5 milioni di euro. Molto fiorente il traffico illecito di fauna esotica protetta (avorio, pappagalli, tartarughe, ma anche caviale e farmaci cinesi contenti sostanze derivanti da animali protetti), che interessa circa un terzo di quello legale, con un business quantificabile in circa 500 milioni di euro l'anno.


Il traffico dei cuccioli
Cresce il traffico di cani importati dai Paesi dell'Est: circa 30mila cuccioli importati illegalmente ogni anno in Italia. Stabile, ma sempre allarmante, il business legato alla gestione di canili "lager" e quello sui randagi che garantisce agli sfruttatori di questi animali introiti stimati intorno ai 500 milioni di euro l'anno, grazie a convenzioni con le amministrazioni locali per la gestione dei canili. Il fenomeno della cinomachia è animato da nuovi e pericolosi intereressi come l'esportazione dei cani verso i Paesi dell'Est dove le leggi su tale materia sono meno severe.


Il mare saccheggiato
Senza dimenticare, da ultimo, il mare, letteralmente saccheggiato dalle organizzazioni criminali, con un giro di affari di circa 300 milioni di euro l'anno attraverso il traffico di datteri di mare, o di ricci, destinato al mercato clandestino di ristoratori compiacenti, o per l'uso delle «spadare», reti lunghe anche 20 chilometri, al bando dal 2002, che fanno strage di pescespada e di specie protette come delfini, tartarughe, capodogli. Reti usate ancora a centinaia.

di Claudio Tucci






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