lunedì 17 ottobre 2011

L'ALTRA FACCIA DEL POTERE






" Lettera rivolta a una parte dei violenti di ieri. Una parte, però, non tutta. Perché tra chi ieri ha sbagliato c’erano molte vittime. Vittime della politica di questo Paese e di un’economia corrotta. Vittime della rabbia che suscita sentir parlare La Russa in un inglese da dislessico e sapere che lui è ministro, mentre tu sei disoccupato con un Master di studi all’estero. Vittime dell’indignazione che suscita l’ignoranza violenta della Gelmini che si vanta di aver costruito tunnel inesistenti, o la sbruffoneria di Scajola che non sa che qualcuno gli ha pagato la casa; vittime della delusione per l’inconsistenza di Bersani, per il doppiogiochismo di D’Alema e per le scalate all’Antonveneta. Queste persone hanno sbagliato, e vanno recuperate. Ma non è a loro che questa lettera si rivolge. È invece rivolta a tutti quelli che fanno della violenza uno strumento di lotta consapevole e sistematico, scientemente premeditato. Non mi interessa sapere come si chiamino: black bloc, anarcoinsurrezionalisti, centri sociali o altro. Per me, restano l’altra faccia del Potere. "











Siete la brutta copia del potere che vi prefiggete di abbattere

  Siete voi, i fascisti. Voi siete la faccia peggiore del fascismo. Quello che non si lascia neppure guardare. Con le vostre maschere ripugnanti messe a nascondere la vostra mostruosa nullità.
Ora credete che se avete resistito quattro ore alle cariche – tra l’altro svogliate – dei celerini, avete dato una dimostrazione di forza; una prova di coraggio. Credete di esservi dimostrati pronti a tutto, uniti e compatti, pronti a respingere l’austerity e le imposizioni dall’alto. Lo credete perché siete idioti. “Abbiamo conquistato la piazza!” gridavate ieri quando le camionette della polizia hanno indietreggiato da Piazza San Giovanni. E vi sentivate potenti. Vi sentivate grandi. Ora dov’è quella piazza? Che ne avete fatto? L’avete sventrata, scippandola a chi avrebbe saputo utilizzarla molto meglio di voi: per discutere, per metterci le tende, per continuare la protesta. A voi queste parole fanno ridere, evidentemente. Voi dite di non piantar tende, ma grane. Dite di cambiarle sul serio le cose, agendo, colpendo il Sistema; dite che parlare non serve a niente, è una perdita di tempo. E preferite sfogare i vostri istinti abietti contro l’obiettivo più facile: quello a portata di mano. È per questo che date fuoco alle camionette, no? Per vederle bruciare e credere che quello sia il fumo del Sistema che volete abbattere?

  E invece non capite che voi colpite le icone su cui il Potere vi lascia accanire: inseguite l’osso del padrone come dei cani scodinzolanti e vi credete degli eroi. Non è abbattendo le statue che crollano i regimi; non è stracciando le tele dei santi che potete contestare il Clero. Stasera guardatevi allo specchio e sappiate che quella è la faccia di uno stupido. Voi urlate “Que se ne vajan todos!”, ma non riuscite a capire che siete voi la garanzia di sopravvivenza di questo Sistema. Perché voi, di questo sistema, siete parte integrante. Voi al Sistema servite, cosicché si possa delegittimare la rabbia e l’indignazione, cosicché si possano infangare le sacrosante istanze di cambiamento. Voi non capite che non siete una minaccia per il Potere, siete una loro pedina: le parole di Cossiga dovrebbero farvi riflettere. Dovrebbero farvi capire che quello della violenza è un sistema di lotta rozzo e inutile, perché su quel piano il Potere avrà sempre la meglio. Alla fine degli anni ’70 si raccoglieva un morto per strada al giorno, perché si credeva che la violenza destabilizzasse il potere. E invece quella strategia, la strategia della tensione, servì al Potere per stabilizzarsi. Almeno, in quegli anni, chi credeva di fare la guerra al Sistema con le P38 poteva avere l’attenuante dell’ingenuità: non sapeva di essere una marionetta di Andreotti, della CIA, di Gladio ecc. Oggi non è più ammissibile considerare la vostra violenza figlia dell’ingenuità, o della rabbia legittima. La vostra violenza è inutile. Il vostro modo di lottare è scaduto. Dovete capire che siete vecchi, puzzate di muffa come i gerontocratici parlamentari che dite di odiare.

  Ma voi non potete capire. E non capite perché siete ignoranti: voi avete l’ignoranza miope e sbruffona tipica del fascismo. Siete come quegli studentelli con le teste rasate che si tatuano "Dux Mea Lux" sul braccio ma non sanno neppure collocare il Magnifico Ventennio all’interno del Novecento. Incarnate il difetto peggiore dell’ignoranza: avete cioè la convinzione di essere gli unici a sapere le cose. E così sfasciate una vetrina perché c’è scritto Elite, anche se si tratta solo di un negozio di alimentari con un’insegna vecchia. E distruggete iPostamat, quando le Poste sono un’alternativa all’oligarchia delle banche. Volete fare la lotta al capitalismo e andate in giro con i caschi MOMOdesign. Credete di abbattere i simboli del Sistema, ma invece voi sparate nel gruppo. Non c’è differenza tra voi e un Bava Beccaris qualunque; tra voi e uno Spaccarotella.

  E quel che vi rende, più d’ogni altra cosa, fascisti, è la vostra codardia, la vostra viltà. Ché non sapete far altro che agire tra la folla, nascondervi, mimetizzarvi in essa. Aspettate le folle oceaniche per utilizzarle come scudo, che siano ragazzi, donne e bambini. Ignorate che la lotta contro l’autorità, si combatte individualmente, giorno per giorno. E anche quando ci si aggrega, in movimenti o manifestazioni, la collettività deve essere il risultato di tanti individui, se possibile a volto scoperto, pronte a rivendicare la propria dignità personale. Voi invece siete un branco di pecore. E il fatto che ieri tiravate sassi e fumogeni sia contro i poliziotti sia contro il resto del corteo è la fotografia della vostra demenza, della vostra essenza fascista: non fate altro, agendo come agite, che imporre i vostri dogmi, le vostre leggi, in maniera violenta. E in questo siete la brutta copia del potere che vi prefiggete di abbattere. E quindi andate abbattuti anche voi, perché non servite al cambiamento. Ma non dovremo opporci a voi con gli stessi vostri sistemi arcaici e violenti: voi andate individuati, riconosciuti e isolati. La barriera che alzeremo contro di voi sarà culturale.
di Valerio Valentini


http://www.byoblu.com

Nessun commento:

Posta un commento