lunedì 7 gennaio 2013

SFATICATO SARAI TU!




Ricordate? In una, non lontanissima, puntata di un talk show televisivo il sottosegretario all’economia tal Polillo, con il tipico atteggiamento di chi, abbandonando finalmente l’aplomb di circostanza, può sbattere in faccia la nuda e cruda verità al segretario della FIOM Landini, disse: “In Germania i lavoratori guadagnano di più perché i tedeschi lavorano…” Sottintendendo con ciò che, al contrario, in Italia i lavoratori hanno stipendi da miseria perché dediti ad altre pratiche di maggior soddisfazione piuttosto che al lavoro.
Bene è FALSO! Come sono false tante altre cose che la propaganda (non di regime ma di sistema) ci propina quotidianamente per giustificare i provvedimenti presi e gli altri che verranno presi in futuro. E che, a forza di sentircele ripetere costantemente, come un mantra, diventano verità accettate anche se non accertate!
La competitività di un lavoratore viene misurata in termini di Unit Labour Cost. Questo metro di misura tiene conto di due fattori: il costo del lavoro all’ ora in relazione alla produttività di quel lavoratore in quell’ ora. Cioè: quanto mi costi per un’ora di lavoro e quanto mi produci in quell’ ora. Il rapporto fra i due è espresso con un numero che va da 0,50 (lavoratore super competitivo) a 0,80 (lavoratore non competitivo).  
Dove sta l’Italia? Sta a 0,69. E dove stanno quelli ‘bravi’? La Gran Bretagna a 0,72. Il Belgio a 0,71. La Francia a 0,69. L’Austria a 0,70. La Danimarca a 0,73. La Svezia a 0,69. Gli USA a 0,69. L’Olanda a 0,69. La Germania a 0,65.(1)
Vedendo questi numeri sembrerebbe che non siamo i più sfaticati d’Europa, siamo in perfetta media con le altre nazioni e, addirittura superiori alla mitica Germania, di sicuro siamo, però, i peggio pagati,
Considerando che all’epoca del rilevamento (ottobre 2012? Ancora non era ancora stato approvato il patto per la produttività e ancora non erano totalmente applicate le modifiche introdotte dalla riforma Fornero del lavoro, si può tranquillamente affermare che, ad oggi, probabilmente la produttività media è ulteriormente aumentata.
Quello che in Italia non va da molti anni non è la scarsa volontà di lavorare, ma la mancanza di lavoro. L’incapacità e la scelte della classe politica dirigente (complice e consapevole), l’adesione acritica e senza condizioni alla folle politica monetaria di questa Europa, la rinuncia, in nome delle liberalizzazioni e privatizzazioni imposte, a interi settori produttivi, la corruzione eletta a sistema da politici e imprenditori, l’evasione fiscale e l’aggressività delle cosche mafiose penetrate fin nei piani alti dei palazzi della politica..
Queste sono le grandi anomalie italiane!  Anche queste certificate e accertate senza ombra di dubbio!
Ricordiamocelo adesso che, arriva il tempo delle promesse elettorali.

MIZIO

(1)Fonte: Attitudes to Work. Summary Report. European Roundtable of Industrialists, Ott. 2012

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