Non
basta delegare, non basta attribuire alla politica, all’economia, alla finanza,
alle multinazionali, ai poteri forti le responsabilità dei disastri che ogni
giorno vengono commessi a livello planetario ai danni di altri uomini, di altri
esseri viventi e dell’ambiente.
È
finita l’epoca della bella favoletta inculcataci con la quale si vuole fare
credere che il singolo non può fare la differenza a livello sistemico. Oggi
ogni nostro gesto, ogni nostro comportamento, ogni nostra scelta ha una
conseguenza che è rilevante ed influente sul macro.
Il
nostro modo di vivere ha sempre più spesso un impatto e delle conseguenze su
persone, vite e cose anche distanti molte miglia dai luoghi in cui abitiamo.
Occorre rendersene conto, averne consapevolezza e agire di conseguenza.
Occorre
fuoriuscire dalle logiche perverse e disumane dell’homo homini lupus e occorre
cominciare ad avere un approccio olistico alla vita e alla maniera di vivere
nel nostro pianeta. Troppo spesso dimentichiamo che, come gli altri esseri
viventi, siamo ospiti di un pianeta e non suoi arroganti prevaricatori. È tempo
di riprendere le sembianze di esseri umani pensanti e di cittadini e svestirsi
in fretta dai panni di voraci consumatori nei quali la società moderna e il
sistema politico-economico attuale ci hanno immobilizzato ed insabbiato.
Possiamo
essere decisivi e concreti artefici di un cambiamento di stile di vita che
auspicabilmente deve diventare culturale in maniera da riuscire ad incidere non
solo intorno a noi ma su scala mondiale.
In
questo incontro con Storie Invisibili, mi preme mettere in luce una tematica
che, nell’indifferenza sociale, si trasforma gradualmente in un’enorme
sconfitta dell’umanità, in una catastrofe per le minoranze deboli e povere del
globo e in perverso circuito distruttore del pianeta stesso.
Il
perseguimento e la realizzazione dell’interesse di pochi, anche spinti da
politiche economiche scellerate ed illogiche, stanno facendo crescere in
maniera esponenziale il fenomeno del Land Grabbing, accaparramento delle terre
nelle regioni più fragili del mondo per finalità ed esigenze consumistiche di
altre minoranze, quelle benestanti e ricche.
Negli
ultimi anni è una vera e propria corsa alla 'terra degli altri' da parte delle
maggiori potenze economiche mondiali, principalmente per fini alimentari o per
la produzione di biocarburanti, per la cosmesi ed altro ancora; è una corsa al
suicidio a tendere del pianeta e delle popolazioni che lo abitano ed il suo
impatto è devastante per varie ragioni.
Innanzitutto,
a causa della sistematica violazione dei diritti umani delle popolazioni locali
che si vedono private o derubate delle loro terre con conseguente
determinazione dell’insicurezza alimentare, con l’impossibilità di mantenimento
della sopravvivenza e del perseguimento dell’auto-determinazione. Il processo
di accaparramento delle terre ha anche delle gravissime implicazioni sugli
altri esseri viventi, sul loro habitat, sull’ambiente, sulla biodiversità,
sulla salute e sul clima.
Agli
occhi dei più distratti e superficiali, il fenomeno del Land Grabbing
rappresenta una problematica distante e lontana dalla nostra quotidianità ed
invece il nostro agire, l’agire del singolo in una maniera piuttosto che in
un’altra, può essere considerevole e decisivo nella dinamica più globale del
fenomeno stesso e più in generale nel rispetto di altri esseri viventi e della
bellezza naturale. Siamo parte di un tutto interconnesso privo di distanze e
frontiere.
Usciamo
dalle zone di comfort. Bastano poche rinunce e un pizzico di amore alla vita.
Basta poco!
Dario
Lo Scalzo
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